sabato 2 novembre 2024

E se Napoleone non avesse venduto la Louisiana? Un bivio dimenticato che avrebbe potuto ridisegnare l’America — e il mondo

È uno dei grandi “e se” della storia: cosa sarebbe accaduto se Napoleone Bonaparte non avesse venduto la Louisiana agli Stati Uniti nel 1803? In quell’anno, per una cifra relativamente modesta – 15 milioni di dollari, all’epoca una somma ragguardevole ma ben inferiore al valore reale della terra coinvolta – la giovane repubblica americana raddoppiava di fatto la propria estensione territoriale, acquisendo una vastissima area che si estendeva dal Mississippi alle Montagne Rocciose. La decisione di Bonaparte, dettata da urgenze geopolitiche e militari, cambiò radicalmente il volto del continente nordamericano. Ma se avesse scelto diversamente, il mondo che conosciamo oggi sarebbe profondamente diverso.

Napoleone vendette la Louisiana non per calcolo espansionistico, ma per necessità: il fallimento della spedizione a Saint-Domingue (oggi Haiti), culminato nella sconfitta francese contro gli schiavi ribelli guidati da Toussaint Louverture e poi da Dessalines, aveva spezzato i sogni imperiali francesi nei Caraibi. Senza la base strategica haitiana, la Louisiana – vasta, remota, difficile da difendere – perdeva valore militare. Inoltre, la guerra imminente con la Gran Bretagna richiedeva fondi liquidi. Da qui, la decisione di cedere il territorio a Thomas Jefferson, che colse l’opportunità con entusiasmo.

Ma se Napoleone avesse resistito alla tentazione di vendere?

Non è difficile immaginare che, in assenza della cessione, la Louisiana sarebbe diventata un bersaglio primario della Royal Navy e dell’espansionismo britannico in Nord America. In effetti, la Francia, priva del controllo dei mari dopo la sconfitta di Trafalgar, non avrebbe potuto difendere il territorio. L'Inghilterra, già padrona del Canada e degli snodi commerciali del Nord Atlantico, avrebbe probabilmente assalito la Louisiana occidentale, trovandovi scarsa resistenza. Questo avrebbe potuto portare a una “canadizzazione” del centro-nord del continente: un enorme territorio anglofono (o anglo-canadese) che si sarebbe esteso dal Labrador al bacino del Mississippi.

Una simile espansione britannica avrebbe bloccato l’espansione americana verso ovest. Senza l'acquisto della Louisiana, il concetto di Manifest Destiny – l’idea secondo cui gli Stati Uniti fossero destinati a occupare l’intero continente – avrebbe avuto vita breve, se mai fosse nato. Il Missouri non sarebbe mai stato uno Stato americano. La corsa all’Ovest si sarebbe scontrata con potenze europee consolidate. Il Texas, in assenza della pressione statunitense, sarebbe probabilmente rimasto un'entità indipendente o avrebbe oscillato tra influenze spagnole, messicane e persino britanniche.

La geopolitica del continente americano sarebbe stata frammentata, forse simile a quella europea: un’America del Nord divisa tra entità linguistiche, culturali e giuridiche diverse. Una Louisiana francofona – magari limitata territorialmente, ma simbolicamente forte – avrebbe potuto sopravvivere come Stato autonomo o colonia de facto. I nativi americani, la cui sorte storica fu segnata dalle ondate di colonizzazione bianca verso ovest, avrebbero forse trovato in questo scenario maggior spazio di manovra. Alleanze con una Louisiana francese o con un Texas indipendente non sarebbero state impossibili. Trattati, enclave autonome, forse persino confederazioni indigene avrebbero avuto più tempo per consolidarsi prima di essere assorbite o annientate.

L'idea di un "super-Canada" ha un fascino logico, ma storicamente complesso. Il Canada, fino alla fine del XIX secolo, era un dominio coloniale britannico frammentato e poco popolato. Un’espansione nella Louisiana francese non l’avrebbe trasformato automaticamente in una superpotenza, ma certamente avrebbe garantito all’Impero britannico un controllo quasi assoluto sull’America del Nord. Gli Stati Uniti, confinati a est del Mississippi, sarebbero rimasti una potenza regionale, forse simile al Brasile imperiale nel XIX secolo, piuttosto che emergere come potenza globale.

Un’America così ridimensionata non avrebbe avuto la stessa forza industriale né la stessa influenza diplomatica nel XX secolo. Senza la conquista dell’Ovest, senza la corsa all’oro californiano, senza il Pacifico come nuovo orizzonte, gli Stati Uniti non sarebbero diventati il “poliziotto del mondo”. La Seconda Guerra Mondiale, la Guerra Fredda, persino lo sbarco sulla Luna – tutto ciò avrebbe preso una piega diversa.

In Europa, un Napoleone che avesse mantenuto la Louisiana avrebbe potuto disporre di una carta negoziale importante nei confronti degli inglesi. Avrebbe potuto usarla come leva diplomatica o tentare di militarizzarla – anche se, come detto, il dominio francese su quelle terre era logisticamente fragile.

In definitiva, la vendita della Louisiana fu un gesto di pragmatismo, ma anche di rinuncia. In quel momento, Bonaparte decise che l’Europa valeva più dell’America, che le sorti del continente si giocavano a Ulm, a Jena, a Wagram – non sulle rive fangose del Missouri. Ma proprio in quel gesto si celava una svolta storica dirompente: rinunciando alla Louisiana, la Francia consegnava al mondo la futura superpotenza americana.

E se l’avesse tenuta, il mondo che conosciamo oggi sarebbe irriconoscibile.





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