
In epoca napoleonica non si era ancora
compreso che il soldato armato con un fucile poteva essere molto più
utile se aveva una grande mobilità. Esistevano alcuni reparti di
cacciatori e fanteria leggera che si muovevano nella macchia, e
infatti usualmente avevano uniformi verdi o marroni, ma il grosso
delle truppe era composto da fanteria di linea. Ovviamente per un
comandante era molto importante riuscire a distinguere i propri
soldati nella confusione del campo di battaglia, quindi ogni potenza
tentava di avere uniformi di colori diversi. Il soldato dopotutto non
doveva nascondersi, ma restare in linea. Le tecniche insomma erano
ancora quelle della guerra medievale classica, nonostante gli
armamenti moderni.
La prima guerra mondiale fu il primo
grande teatro dove il nuovo tipo di guerra fu sperimentato. Non
esistevano ancora vere e proprie fantasie mimetiche, ma nei primi
anni del novecento molti eserciti diedero ai propri soldati uniformi
color cachi, grigie, o grigio-verdi. Infatti il miglioramento delle
artiglierie aveva reso evidente l'obsolescenza delle tattiche
napoleoniche: dei colpi di artiglieria ben piazzati potevano spazzare
via intere formazioni di uomini allineati e ben visibili nelle loro
giubbe colorate. Inoltre il miglioramento dei fucili e dell'armamento
individuale del soldato, e l'invenzione della mitragliatrice, faceva
sì che non occorresse più un fuoco di linea, ma era molto più
efficiente avere mitragliatrici ben posizionate e soldati molto
mobili sul campo.
Il camuffamento a questo punto divenne
essenziale. La prima vera e propria mimetica fu francese, nel 1917,
chiamata Leopard.
Il resto è ben noto a tutti. Dopo la
prima guerra mondiale tutti gli eserciti procedettero a introdurre
tute mimetiche e vernici mimetiche per i mezzi.
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