La
campagna di Germania e
d'Austria
fu una campagna militare della
quinta coalizione antifrancese che durò dall'aprile al 14 ottobre
del 1809, sino al trattato di Schönbrunn che segnò la decisiva
vittoria francese. Fu nel corso di questa campagna che Napoleone e la
Grande Armata subirono la loro prima grande sconfitta, ad Essling, il
22 e 22 maggio, battaglia che segnò tra l'altro la morte per la
prima volta di un maresciallo dell'impero, Jean Lannes. Le vittorie
francesi di Eckmühl, Ratisbona e soprattutto Wagram permisero
all'impero napoleonico di assicurarsi l'egemonia sul continente.
Nel novembre del 1808, l'armata
francese dovette essere divisa, una parte si impegnò nella guerra
spagnola: per la prima volta l'armata svolse il ruolo di armata
d'invasione e dovette affrontare un popolo che rifiutava la presenza
dei francesi. Napoleone penetrò in Spagna col proprio esercito per
risolvere la situazione che sotto i Borboni era divenuta ingestibile,
riportando una serie di vittorie e giungendo a Madrid.
Già in Francia ad ogni modo iniziavano
a sentirsi i malcontenti verso una guerra che sembrava non terminare
mai. Napoleone convocò Talleyrand e Fouché per decidere il da
farsi.
Napoleone prese infine l'iniziativa di
muovere guerra all'Austria, desiderosa di vendicare la sconfitta
subita ad Austerlitz. Volendo ad ogni modo evitare uno scontro, cercò
l'aiuto dello zar Alessandro I di Russia che però glie lo rifiutò.
Un'abile campagna di propaganda anti-napoleonica mise in luce i
nazionalismi in Germania. L'Inghilterra, desiderosa di fomentare la
coalizione contro la Francia, convinse gli austriaci a mobilitare le
loro risorse per una nuova guerra contro Napoleone nel 1809, oltre
che contro la Baviera ed il Granducato di Varsavia.
Il conflitto si presentò dunque
complesso dal momento che Napoleone ebbe a che fare con la Germania,
la Spagna, il sostegno dell'Inghilterra alla coalizione antifrancese
ed un certo risentimento a Parigi.
Il 10 aprile il regno di Baviera venne
invaso a sorpresa dagli austriaci e Napoleone, che non si attendeva
una tale offensiva da parte degli austriaci, venne colto di
sprovvista. L'arciduca Giovanni agì in tal modo per rendere alla
Germania la sua indipendenza ed il suo onore nazionale, giocando
anch'egli come già avevano fatto i francesi in altre occasioni la
carta del sentimento nazionale. Una volta in Baviera, ad ogni modo,
gli austriaci ebbero notevoli difficoltà ad approvvigionare i loro
126.000 soldati, fatto che permise all'imperatore dei francesi di
operare una manovra tale per cui dal 19 al 23 aprile, in cinque
giorni, i francesi respinsero gli austriaci dalla Germania.
Napoleone batté l'arciduca Carlo ad
Abensberg il 20 aprile come pure a Landshut, ma comprese ben presto
che il grosso dell'esercito austriaco si trovava a nord, a Ratisbona,
con in testa l'arciduca che ordinò alle sue truppe, nella notte del
21 aprile, di attaccare i francesi ad Eckmühl. Immediatamente
Napoleone prese ad inviare il corpo del generale Lannes verso la
regione per risolvere a suo favore una battaglia che sperava essere
decisiva per le sorti della campagna. Partito da Landshut ed
accompagnato dai marescialli Berthier e Masséna, Napoleone raggiunse
Eckmühl poco dopo.
La battaglia di Eckmül si dimostrò
un'importante combattimento di cavalleria che si portò sino ad
Eggolfsheim, dove la divisione di Nansouty e quella di Saint-Sulpice,
su due colonne, ebbero la meglio sulla cavalleria wurttemberghese e
bavarese. Gli austriaci misero in campo soprattutto la loro
artiglieria.
Sicuramente, e non solo per la presenza
di Napoleone sul campo, quello di Eckmühl fu uno dei combattimento
decisivi della campagna d'Austria. Le perdite per gli austriaci
furono tali che non furono in grado di controbattere ai francesi.
L'esercito nemico puntò quindi su Ratisbona passando la riva nord
del Danubio.
Ratisbona fu l'ultima vittoria della
campagna dei cinque giorni. Napoleone e la sua armata giunsero il 23
aprile a Ratisbona ed attaccarono gli austriaci sul posto. Napoleone
venne ferito ad un tallone da un soldato tirolese e venne curato dal
dottor Yvan. Con l'assedio di Tolone, questa fu una delle rare
battaglie in cui il Bonaparte venne ferito personalmente.
Prima di prendere Vienna, Napoleone si
preparò a distruggere il resto dell'armata austriaca, ma l'arciduca
Carlo si preparò a fare del suo meglio per contrastare i francesi.
L'arciduca austriaco era intenzionato a battere l'esercito
napoleonico lasciandolo attraversare la riva del Danubio per poi
affrontarlo con il fiume alle spalle. Napoleone, che aveva capito il
piano del generale nemico, fece si passare i suoi uomini sul Danubio
ma in numero tale che i ponti gettati erano sul punto di crollare
sotto il peso della sua armata. Passando per l'isola di Lobau nel
Danubio, Napoleone sperava di riportare ancora una volta una vittoria
sull'esercito austriaco. Questa vittoria, la ottenne con la velocità
dei suoi uomini nell'oltrepassare il corso d'acqua. L'arciduca Carlo,
che era in attesa dell'arciduca Giovanni suo fratello che si trovava
in Italia, non poté fare molto per contrastare i francesi. Ad ogni
modo, il 21 maggio 1809, combatté contro il nemico presso i villaggi
di Aspern e di Essling. Napoleone ed i suoi uomini vennero bloccati
sulla riva est del Danubio. La mattina del 22 maggio 1809, Napoleone
aveva preso possesso dei villaggi di Aspern e di Essling ma il
contrattacco austriaco glie li fece perdere. Allora il maresciallo
Lannes si lanciò in un tremendo combattimento che respinse con la
sua violenza gli austriaci. Verso il termine dei combattimenti,
quando ormai le truppe francesi stavano vincendo la battaglia,
ricevette l'ordine di fermarsi a causa di una interruzione nella
linea dei rifornimenti. In attesa di ulteriori ordini si sedette su
un masso ove fu raggiunto da un colpo di cannone che gli fratturò un
ginocchio. Portato nell'infermeria da campo gli fu amputata la gamba
destra ma ciò non gli evitò la gangrena che si manifestò
l'indomani e lo portò a morte fra atroci dolori dopo una settimana.
I pontieri riuscirono a riparare i ponti sul Danubio e Napoleone poté
quindi riprendere la strada verso Vienna. L'arciduca Carlo dovette
ritirarsi sino allo scontro successivo, la battaglia di Wagram del
5-6 luglio.
Dopo la situazione vissuta ad Aspern e
ad Essling, Napoleone era intenzionato a riportare una schiacciante
vittoria sul nemico per battere in maniera decisiva l'arciduca Carlo.
Ricevette dei rinforzi dal principe Eugène de Beauharnais che
proveniva dall'Italia. L'arciduca Carlo che pure era in attesa di suo
fratello, l'arciduca Giovanni, attaccò il fianco destro di
Napoleone. Ma Napoleone rinforzato dalle nuove truppe si preparò ad
attaccare l'arciduca con tutte le sue forze nella piana di Wagram. Il
5 luglio, Napoleone attaccò gli austriaci a Wagram e decise di
prendere l'intera vallata per sicurezza. Alla fine della giornata, la
situazione sembrò ancora una volta propendere a favore degli
austriaci, ma il giorno successivo Napoleone prese personalmente le
redini della situazione e riuscì a trionfare sul nemico.
La campagna fu molto determinante per
Napoleone, in particolare nella vittoria di Wagram. Pur avendo ancora
un sufficiente numero di uomini per condurre battaglia, l'arciduca
Carlo preferì chiedere la pace. Questa pace, fu una vera vittoria
per Napoleone che fece pagare una pesante indennità di guerra
all'Austria, riducendo le sue forze a sole 200.000 unità, per quanto
egli avesse perso in questi scontri uno dei suoi marescialli più
fidati, il generale Jean Lannes.
Dopo la vittoria di Wagram, gli
austriaci si portarono verso nord dove il maresciallo Marmont, per
ordine dell'imperatore, li inseguì e li affrontò nella battaglia di
Znaim. La battaglia fu un trionfo per i francesi e valse a Marmont il
bastone da maresciallo di Francia.
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