Con il termine Blocco Continentale,
conosciuto anche come Decreto di Berlino, fu denominato il divieto di
consentire l'attracco in qualsiasi porto dei paesi soggetti al
dominio francese, alle navi battenti bandiera inglese. Il Decreto fu
emanato da Napoleone Bonaparte il 21 novembre 1806 da Berlino. Egli
giustificò questa palese violazione del diritto internazionale con
l'esigenza di rispondere all'azione di blocco dei porti francesi già
operata dalla Gran Bretagna la cui marina sequestrava da qualche
tempo le navi francesi (ed anche qualche nave neutrale).
Lo scopo era quello di colpire
l'economia inglese, visto che con la sconfitta di Trafalgar la
Francia non sarebbe più stata in grado di contrastare il dominio
inglese dei mari né avrebbe avuto più la possibilità di invadere,
con una spedizione di truppe trasportate via mare, il suolo inglese.
Dopo l'incursione navale inglese in Danimarca dell'agosto 1807 il
Blocco fu esteso anche ai porti del mar Baltico ed in novembre e
dicembre del medesimo anno il Blocco venne inasprito con i due
Decreti di Milano. Con il primo, del 23 novembre 1807, vennero
elencate alcune merci, fra cui quelle coloniali, che sarebbero state
considerate “a priori” come provenienti dall'Inghilterra. Inoltre
ogni nave anche non inglese che avesse attraccato in un porto di un
paese soggetto al Blocco Continentale provenendo da un porto inglese
sarebbe stata soggetta alla confisca del carico; con il secondo, del
17 dicembre 1807, si stabilì che le navi neutrali di cui al primo
decreto sarebbero state considerate prive di nazionalità e quindi
passibili di cattura in alto mare da parte delle navi francesi che
effettuavano la guerra di corsa. Dopo tali decreti anche la Russia di
Alessandro I adottò il blocco e convinse l'Austria a fare
altrettanto. Tuttavia il Blocco fu molto poco rispettato: le deroghe
ufficiali nei porti francesi, ma soprattutto le violazioni, furono
frequentissime a causa del comportamento degli intendenti che, dietro
lauti compensi, chiudevano un occhio (e spesso tutti e due) di fronte
alle violazioni (d'altra parte tutti gli operatori portuali avevano
un comune interesse nell'accettare l'attracco del maggior numero di
navi possibile). Pare che persino il gen. Masséna lucrasse sulla
vendita a ricchi mercanti italiani di licenze di deroga alle norme
del Blocco. Inoltre la stessa Intendenza dell'esercito francese
preposta agli acquisti di materiali e vestiario per i soldati
francesi, si approvvigionava spesso in Inghilterra. La situazione era
ancor peggiore negli stati non direttamente controllati dalla
Francia, a cominciare dall'Olanda ove il fratello di Napoleone,
Luigi, che ne era il re, si guardava bene dal far rispettare ai suoi
sudditi le disposizioni del Decreto di Berlino (l'obbligo che
Napoleone gli fece di far rispettare il blocco fu uno dei motivi che
determinarono in Luigi la decisione di abdicare e abbandonare il
potente fratello). Alla fine del 1809 poi fu lo stesso Napoleone che
autorizzò la vendita delle eccedenze di frumento francese ed
olandese all'Inghilterra, che aveva appena avuto due annate di
pessimo raccolto. Lo scopo era quello di prosciugare ulteriormente le
riserve liquide dell'avversario, ma era una giustificazione òstica
da far accettare ai già riluttanti paesi interessati dal Blocco.
Il blocco dei rapporti commerciali con
navi inglesi o provenienti da porti inglesi e delle merci definite
con i Decreti di Milano “a priori” provenienti dal Regno Unito
trasformò le economie dei vari paesi bongré-malgré aderenti in un
mercato dove gran parte delle materie prime e dei semilavorati
provenivano dalla Francia e dalle sue industrie. Senza la concorrenza
inglese queste merci subirono notevoli rincari, anche a causa del
fatto che la Francia applicava tassi doganali sia alle merci
importate che a quelle in esportazione. Se questo mercato, detto
“Sistema continentale” portò un notevole giovamento
all'industria ed al commercio francese, fu tutt'altro che benefico
per gli altri paesi che, già privati di gran parte del commercio
marittimo, piombarono nella recessione, il che certo non favorì la
popolarità dell'Imperatore e del suo Blocco Continentale.
Il Blocco Continentale si rivelò alla
fine un boomerang per Napoleone.
Il Blocco era molto mal visto dalle nazioni "alleate" di Napoleone e ciò contribuì a ridurre di gran lunga il favore che la politica di Bonaparte e lui stesso personalmente godevano presso una parte consistente delle loro popolazioni. Il mancato rispetto da parte dei paesi non direttamente amministrati dalla Francia costrinse inoltre l'Imperatore, per motivi non solo economici ma anche di prestigio, ad intervenire contro di loro militarmente, con gran dispendio di risorse umane e materiali che alla lunga si rivelò fatale. L'intervento contro Spagna e Portogallo (altro paese, insieme all'Olanda, che, vivendo di traffici marittimi, non poteva permettersi, pena il disastro economico, l'inimicizia della prima potenza marinara del mondo) del periodo 1807-1809 ebbe per scopo (anche se non l'unico) di imporre alle due nazioni il rispetto del Blocco e la Campagna di Russia del 1812, che avrebbe condotto Napoleone alla rovina, fu la risposta all'ultimatum di Alessandro I di Russia (27 aprile 1812), nel quale lo zar intimava a Napoleone anche la rimozione del Blocco nei confronti della Russia.
Il Blocco era molto mal visto dalle nazioni "alleate" di Napoleone e ciò contribuì a ridurre di gran lunga il favore che la politica di Bonaparte e lui stesso personalmente godevano presso una parte consistente delle loro popolazioni. Il mancato rispetto da parte dei paesi non direttamente amministrati dalla Francia costrinse inoltre l'Imperatore, per motivi non solo economici ma anche di prestigio, ad intervenire contro di loro militarmente, con gran dispendio di risorse umane e materiali che alla lunga si rivelò fatale. L'intervento contro Spagna e Portogallo (altro paese, insieme all'Olanda, che, vivendo di traffici marittimi, non poteva permettersi, pena il disastro economico, l'inimicizia della prima potenza marinara del mondo) del periodo 1807-1809 ebbe per scopo (anche se non l'unico) di imporre alle due nazioni il rispetto del Blocco e la Campagna di Russia del 1812, che avrebbe condotto Napoleone alla rovina, fu la risposta all'ultimatum di Alessandro I di Russia (27 aprile 1812), nel quale lo zar intimava a Napoleone anche la rimozione del Blocco nei confronti della Russia.
Fino a tutto il XVIII secolo, lo
zucchero era una carissima merce d'importazione d'oltremare in quanto
prodotto dalla cosiddetta canna da zucchero. Esso fu noto in Europa
solo attraverso l'importazione dall'India via terra attraverso l'Asia
minore e poi via mar Mediterraneo. Le scoperte geografiche successive
a quella di Colombo e le politiche di colonizzazione dei paesi
europei affaccianti sull'Oceano Atlantico portarono alla diffusione,
sia pur limitata a pochi agiati, dello zucchero di canna. Il suo
commercio era così lucroso che Francesi ed Inglesi trasferirono
nell'America Centrale la coltivazione della canna da zucchero, resa
conveniente anche dalla mano d'opera degli schiavi. Ma si trattava
pur sempre di un prodotto caro, il cui prezzo era fortemente
influenzato dall'alto costo del trasporto da oltre oceano. Nel 1747
un chimico tedesco direttore dell'Accademia delle Scienze di Berlino,
Andreas Sigismund Marggraf (Berlino, 1709 – ivi, 1782), scoprì che
i cristalli estratti dalla bietola erano gli stessi di quelli dello
zucchero di canna. Tuttavia il procedimento utilizzato andava bene
per una produzione da laboratorio ma non per quella industriale e
l'azione di Marggraf si limitò ad una dotta dimostrazione
scientifica. Fu un suo allievo, e suo successore all'Accademia, Franz
Karl Achard, a scoprire un metodo valido anche per una produzione
industriale. Achard impiantò nel 1801 uno stabilimento a Kunern in
Slesia ove produceva zucchero partendo dalla bietola. Tuttavia la
disponibilità di bietola era molto limitata: la sua destinazione a
foraggio non remunerava abbastanza il coltivatore, che usava tale
coltura solo come ripiego, né Achard aveva risorse sufficienti ad
investire denaro per promuovere una produzione su larga scala. Appena
gli effetti del Blocco Continentale si fecero sentire, lo zucchero
sparì dal mercato francese, il che rese molto tristi gli
appartenenti alla classe dominante, gente piuttosto benestante ed
abituata ad utilizzare molto zucchero nonostante il prezzo, dato che
potevano permetterselo. Nei salotti parigini iniziarono le geremiadi
delle mogli ed amanti dei VIP di allora, che trovarono un motivo in
più per criticare la politica dell'Imperatore, colpevole ora di aver
loro sottratto persino lo zucchero. Napoleone era molto sensibile
alle critiche dei salotti parigini e quando seppe dello stabilimento
di Achard non gli parve vero di aver risolto il problema. Fece
finanziare la costruzione di nuovi stabilimenti (aiutato in questo
dal finanziere ed appassionato studioso di scienze naturali Benjamin
Delessert che perfezionò il metodo di Archard) ed incentivò la
coltivazione della bietola e le ricerche sul miglioramento della resa
di questo vegetale, facendo così tornare lo zucchero sulle tavole
ben imbandite delle personalità francesi che contavano.
La reazione inglese non si fece
attendere: nel gennaio 1807 furono emesse alcune Ordinanze che
istituzionalizzarono il comportamento di fatto della marina
britannica nei confronti delle navi neutrali dirette ai porti
francesi. Quelle sorprese in mare a trasportare le merci soggette al
bando venivano catturate, messe in vendita all'asta ed il carico
sequestrato. La potenza della marina britannica fu in grado di
rendere queste misure molto più efficaci di quelle del Blocco
francese: le merci coloniali sparirono dai mercati dei paesi soggetti
al Blocco Continentale. Tra la ripresa delle ostilità con la Francia
(1803) ed il 1806 l'Inghilterra aveva visto già calare le sue
esportazioni verso il continente dal 55% sul totale delle medesime al
25% ed il calo fu ancor superiore dopo il Trattato di Tilsit. Dopo il
Decreti di Milano, l'Inghilterra modificò le sue ordinanze:
qualsiasi commercio con i porti continentali soggetti a blocco era
vietato pena la confisca del carico ed il sequestro della nave
(qualsiasi fosse la bandiera di appartenenza) a patto che le navi
dirette in tali porti non attraccassero prima in un porto inglese e
pagassero una “tassa di rispedizione” sui carichi destinati
all'Europa napoleonica.
Nel novembre del 1807, la Royal Navy attaccò il porto di Copenaghen, garantendosi il controllo del Mar Baltico ma spingendo così i Paesi scandinavi (ad eccezione della Svezia) tra le braccia di Napoleone.
Nel novembre del 1807, la Royal Navy attaccò il porto di Copenaghen, garantendosi il controllo del Mar Baltico ma spingendo così i Paesi scandinavi (ad eccezione della Svezia) tra le braccia di Napoleone.
Anche agli inglesi le misure di
ritorsione al Blocco crearono parecchi problemi con le nazioni
cosiddette “neutrali”, in particolare il “diritto di
perquisizione” con le relative azioni compiute dalle navi
britanniche nei confronti di quelle degli Stati Uniti d'America (v.
Embargo del 1807) fu uno dei principali motivi che determinarono la
dichiarazione di guerra di questi ultimi all'Inghilterra il 4 giugno
1812 (Guerra anglo-americana). Complessivamente, guardando cioè a
tutti gli aspetti della questione e non solo a quelli strettamente
economici, l'Inghilterra riuscì tuttavia a contenere le conseguenze
negative del Blocco (e dei suoi relativi sviluppi) molto meglio della
Francia.
- 8 luglio 1807: Trattato di Tilsit, la Russia e la Prussia aderiscono al Blocco
- 6 settembre: A seguito dell'attacco inglese a Copenaghen i paesi scandinavi, eccettuata la Svezia, aderiscono al Blocco
- 27 ottobre: Trattato di Fontainebleau tra Francia e Spagna per l'invasione del Portogallo che non rispetta il Blocco
- 23 novembre: Decreti di Milano
- aprile 1809: entra in funzione un sistema di licenze di deroga al Blocco distribuite dal Ministero dell'Interno francese
- 6 gennaio 1810: Trattato di pace con la Svezia che aderisce al blocco
- 1º marzo:
proteste degli Stati Uniti d’America contro i blocchi francese e britannico - 5 agosto: Riforma del sistema di licenze ora direttamente concesse dall'imperatore e promulgazione del decreto di Trianon, con il quale tutte le derrate coloniali eccetto quelle francesi, sono sottoposte ad una tassa doganale che può arrivare fino al 50% del loro valore
- 27 settembre: protesta della Camera di Commercio di Amiens presso il ministero dell'interno che denuncia lo “scandaloso traffico di licenze”
- 13 dicembre: Alessandro I di Russia vìola il trattato di Tilsit autorizzando l'attracco delle navi inglesi nei porti russi
- 28 aprile 1811: revoca dei decreti di Berlino e di Milano nei confronti degli Stati Uniti d'America
- 12 gennaio 1812: promulgazione di una legge che autorizza l'ingresso in Francia delle merci prima proibite contro il pagamento all'erario di un diritto del 40% del loro valore
- 18 giugno: scoppia la guerra anglo-americana, provocata dalle misure anti-Blocco britanniche
- aprile 1814: il governo provvisorio francese indirizza alla popolazione un proclama che mette ufficialmente fine al Blocco Continentale
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