Gli afrancesados
erano i partigiani spagnoli e
portoghesi degli ideali illuministi, liberali e rivoluzionari
francesi, che sostennero l'occupazione francese della penisola
iberica ed il primo Impero francese.
In Spagna il termine
afrancesado
nacque durante il regno di Carlo
III, ed aveva un significato neutro, essendo utilizzato per indicare
coloro che seguivano la moda e gli usi francesi. In seguito divenne
famoso per indicare in modo denigratorio i membri della nobiltà
spagnola che giuravano fedeltà a re Giuseppe I Bonaparte, e poi
esteso a tutto il ceto medio (intellettuali, mercanti e artigiani)
che vedevano nei francesi un moto di cambiamento della rigida società
spagnola, e che si ribellavano alla corruzione ed all'incompetenza di
Carlo IV e dei Borbone in generale (compreso l'avversario di
Giuseppe, Ferdinando VII).
Nominato re dal fratello Napoleone
Bonaparte, Giuseppe si trovò in conflitto con la maggior parte dei
suoi sottoposti. Si poggiava sugli afrancesados
per rafforzare un progetto che
avrebbe gradualmente sostituito la tradizione e l'assolutismo con un
sistema che Leandro Fernández de Moratín definì come basato su
razón, la justicia y el poder
("ragione, giustizia e
potere"). Progressiva ma non completamente liberale, questa
creazione politica fu rigettata quasi subito sia dai conservatori che
dai liberali (e molti liberali si unirono alla guerriglia contro
l'occupazione). Anche gli
afrancesados
erano impauriti dai progetti
francesi: più favorevoli alla rivoluzione che all'impero, avrebbero
voluto ritirare la Spagna dalle guerre napoleoniche, e tentarono
invano di impedire a Napoleone di separare il governo delle provincie
spagnole di Catalogna, Aragona, Navarra e Biscaglia dopo il 1809.
Il Vicereame del Río de la Plata ebbe
al tempo un viceré francese, Santiago de Liniers. La sua nomina
avvenne poco prima della guerra d'indipendenza spagnola, e la Francia
non ne fu mai coinvolta. Fu invece conseguenza delle invasioni
britanniche del Río de la Plata, un conflitto tra colonie
britanniche e spagnole. Napoleone e Giuseppe inviarono in loco il
marchese di Sassenay, cercando il sostegno di Liniers alla nuova
monarchia, ma Liniers si rifiutò e giurò fedeltà a re Ferdinando
VII, allora prigioniero.
In seguito tentarono di negoziare con
l'anti-francese Cortes a Cadice per incorporare il più possibile
delle leggi Bayonne del 1808 scritte da Giuseppe nella costituzione
del 1812 di Ferdinando. Nonostante tutto, Cortes confiscò tutti i
beni della corte di Giuseppe e degli
afrancesados.
Dopo la campagna di Wellington del 1813
e la battaglia di Vitoria, tutta la corte di Giuseppe ed i suoi
collaboratori (nobili, soldati, giuristi, scrittori, giornalisti e
clero cattolico) si rifugiarono in Francia con l'esercito di
Jean-Baptiste Jourdan. Questo esilio coinvolse al suo apice tra le
4000 e le 12000 persone.
Ferdinando ruppe l'accordo con
Napoleone dopo il ritorno dalla prigionia del castello di Valençay
(4 maggio 1814), ed iniziò una campagna di persecuzione, definendo
afrancesados molti di coloro che non erano insorti contro i francesi:
colaboracionistas, coloro che ricevettero favori da re Giuseppe,
burocrati cooperativi o coloro visti dai francesi come collaboratori,
anche se avevano reclinato le offerte.
L'enorme numero di liberali émigré
allarmò le autorità della Restaurazione francese che cominciarono
ad intercedere presso il governo spagnolo per ottenere un indulto
generalizzato. Questo avvenne durante il Triennio liberale spagnolo,
con l'amnistia decretata dal primo ministro liberale Evaristo Pérez
de Castro. Coloro che fecero ritorno dovettero fuggire di nuovo poco
dopo l'intervento della Quintuplice Alleanza. Il 21 aprile 1832 la
Francia ordinò loro di risolvere la loro condizione di apolidia
insediandosi nello Stato, o lasciandone il territorio.
- Francisco Amorós
- Miguel José de Azanza
- Fernando Sor
- Javier de Burgos
- François Cabarrus (considerato afrancesado a posteriori)
- Fernando Camborda
- José Antonio Conde
- Guido Bellico
- Leandro Fernández de Moratín
- José Mamerto Gómez Hermosilla
- Francisco Goya
- Alberto Lista
- Juan Antonio Llorente
- José Marchena
- Francisco Martínez Marina
- Juan Meléndez Valdés
- Sebastián Miñano
- Manuel Narganes
- Martín Fernández de Navarrete
- Gonzalo O'Farrill
- Manuel José Quintana
- Félix José Reinoso
- Mariano Luis de Urquijo
- Diego Fernández de Velasco, XIII duca di Frías
- Juan Van Halen
Il termine afrancesado in Portogallo è
legato ai politici liberali che organizzarono la Rivoluzione Liberale
portoghese, iniziata il 25 agosto 1820. Chiedevano uno stato di
diritto al posto del regime arbitrario instaurato da William Carr
Beresford e il ritorno di re Giovanni VI che aveva preferito restare
a Rio de Janeiro (Brasile) dove aveva trasferito la corte portoghese
durante l'invasione francese.
L'influenza francese, già presente
durante la guerra delle arance, aveva permesso all'élite degli
afrancesados di familiarizzare con i concetti di separazione dei
poteri e parlamentarismo, che chiedevano di rafforzare in Portogallo.
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