venerdì 31 dicembre 2021

Cosa sarebbe potuto cambiare a Waterloo se Napoleone avesse avuto Davout, il suo miglior maresciallo, al posto di Ney?

Se Davout fosse stato a Quatre Bras il 16 giugno, Napoleone avrebbe vinto la campagna quel giorno.

Davout avrebbe compreso chiaramente la strategia di Napoleone di sopraffare una parte di una forza nemica divisa, e non avrebbe mai impedito al corpo di D'Erlon di muoversi per unirsi a Napoleone a Ligny nel modo incredibile di Ney.

Davout potrebbe anche aver ottenuto una vittoria difensiva tipo Auerstdat a Quatre-Bras.

A Waterloo, non avrebbe mai impegnato eccessivamente le riserve di cavalleria francese e probabilmente avrebbe convinto Napoleone a impiegare strategie di attacco ai fianchi.



giovedì 30 dicembre 2021

Chi fu “l’arcangelo della morte” ?

Questo fu il soprannome di Louis Antoine de Saint-Just, il più giovane dei protagonisti della Rivoluzione francese.



Nato nel 1767, studiò da avvocato e nel 1792, con la proclamazione della Repubblica, riuscì finalmente a farsi eleggere nella Convenzione e qui ebbe la prima vera occasione della sua vita: il processo a Luigi XVI.

La sua arringa finì per condannare a morte il sovrano nel 1793. Divenne amico di Robespierre, e si distinse subito come uno dei più strenui difensori dell’unità rivoluzionaria e nello stesso tempo come implacabile nemico di tutte le fazioni in cui si era frantumata la Rivoluzione.

Saint-Just sognava una società ispirata al filosofo Rousseau composta di piccoli coltivatori e artigiani indipendenti retta dall’amicizia e dalle virtù civiche. Fu anche uomo d’azione e partì per il fronte organizzando i rifornimenti, le gerarchie e gli armamenti adeguati per contrastare i prussiani.

Fu fautore delle leggi dei sospetti, che toglieva ogni diritto civile agli oppositori e li condannava alla ghigliottina al più lieve sospetto di infedeltà agli ideali rivoluzionari.

Questo clima del terrore gli si ritorse contro e divenne vittima della violenza rivoluzionaria: arrestato all’Hotel de la Ville, restò impassibile anche mentre fu portato al patibolo. Morì senza pronunciare alcuna parola all’età di ventisei anni.


mercoledì 29 dicembre 2021

Napoleone dipinse i francesi come musulmani quando invase l'Egitto?

Ecco cosa disse Napoleone:

"Non ho mai seguito nessuno dei principi di quella religione. Non ho mai pregato nelle moschee. Non mi sono mai astenuto dal vino, né sono stato circonciso, né l'ho mai professato. Ho detto semplicemente che eravamo amici dei musulmani, e che Ho rispettato Maometto, loro profeta, il che era vero, lo rispetto adesso.

Volevo che gli imam facessero pregare per me nelle moschee, in modo che la gente mi rispettasse ancora più di quanto non facesse in realtà e mi obbedisse più prontamente. Gli Imam risposero che c'era un grande ostacolo, perché il loro Profeta nel Corano aveva inculcato loro che non dovevano obbedire, rispettare o mantenere la fede con gli infedeli, e che ero sotto quella denominazione. Ho quindi chiesto loro di tenere una consultazione e vedere cosa era necessario fare per diventare un musulmano, poiché alcuni dei loro principi non potevano essere praticati da noi. Che, quanto alla circoncisione, Dio ci aveva resi inadatti a questo. Che, rispetto al bere vino, eravamo dei poveri freddi, abitanti del nord, che non potrebbero esistere senza di esso.

Si consultarono di conseguenza, e in circa tre settimane emisero una fatwa, dichiarando che la circoncisione poteva essere omessa, perché era semplicemente una professione; che in quanto a bere vino, potrebbe essere bevuto dai musulmani, ma che coloro che lo hanno bevuto non sarebbero andati in paradiso, ma all'inferno. Ho risposto che questo non avrebbe funzionato; che non avevamo occasione di farci musulmani per andare all'inferno, che c'erano molti modi per arrivarci senza venire in Egitto, e volevamo che si tenesse un'altra consultazione.

Dopo aver deliberato e combattuto insieme per credo tre mesi, alla fine decisero che un uomo poteva diventare un musulmano, e né circoncidere né astenersi dal vino; ma che, in proporzione al vino bevuto, si devono fare delle opere buone. Poi ho detto loro che eravamo tutti musulmani e amici del Profeta, cosa che credevano davvero, poiché i soldati francesi non andavano mai in chiesa e non avevano sacerdoti con loro. Perché devi sapere che durante la Rivoluzione non c'era alcuna religione nell'esercito francese. Menou," continuò Napoleon, "diventò davvero maomettano, motivo per cui l'ho lasciato indietro."

—(Voci da Sant'Elena.)]"


martedì 28 dicembre 2021

Una delle tattiche militari improvvisate meglio riuscite?

La “sottile linea rossa” fu una tattica improvvisata adottata dai soldati britannici nella battaglia di Balaclava, durante la Guerra di Crimea (1853-1856).



Il 25 ottobre 1854, per difendere il proprio campo da una sortita dei russi, assediati nella città di Sebastopoli in Crimea, il 93º Reggimento di fanteria inglese Highlanders si schierò contro la cavalleria nemica su due file, anziché quattro com’era la prassi, per potersi allungare e proteggere l’intero accampamento.

I soldati mantennero le posizioni e quando il nemico arrivò a 50 metri aprirono il fuoco, facendolo ripiegare.

Fu un inviato di guerra del Times a descrivere lo schieramento come un “sottile nastro rosso”, prendendo spunto dal colore delle giubbe dei soldati.


lunedì 27 dicembre 2021

Quanto puzzavano le strade nel passato?

Nel Settecento non esistevano cestini della spazzatura né pulizia delle strade. Nelle vie cittadine si accumulava una quantità incredibile di letame ed escrementi sia animali che umani e la carrozza diventava necessaria, per chi se lo poteva permettere, per tenersi lontani dalle schifezze.

Si indossavano stivali alti e si arrivava anche ad andare sui trampoli per guadare veri e propri ristagni di sporcizia e acqua lurida.

Parigi aveva l'aria talmente infestata di cattivo odore che si era costretti a passeggiare con un mazzo di fiori per annusarne il profumo ogni pochi passi.

I cortili puzzavano di urina, sulle trombe delle scale si trovavano escrementi di ratti, le strade piene di escrementi e anche all'interno delle case la situazione non cambiava di molto. Le stanze non venivano mai aerate, le lenzuola mai lavate e nelle camere da letto ristagnava l'urina nei vasi da notte.

Le persone puzzavano di sudore e di vestiti non lavati e dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti. Puzzavano tutti, dal più povero al più nobile.

Perfino il re: è noto che Luigi XIV fece solo due bagni in tutta la sua vita perché ordinati dal medico.

A Roma, invece, si tenevano pulite solamente le vie percorse dai pellegrini che andavano dal Papa, mentre i rifiuti dei mercati venivano ripuliti dai maiali che ingurgitavano tutto. Per questo la zona veniva spesso data agli allevatori di maiali. E pensare che i primi sistemi fognari furono creati ai tempi dell'antica Roma!

La cattiva fama dell’acqua si diffuse soprattutto durante le pestilenze con la convinzione che lavarsi apriva i pori della pelle facendosi infettare con più facilità. Ai bambini veniva insegnato che lavarsi con l’acqua faceva male alla vista e alla salute.

Oggi invece, il profumo largamente usato in passato per coprire i nauseabondi odori, in vari Paesi viene tacciato come portatore di batteri. In alcune zone del Canada e degli U.S.A. sono banditi perché disturbano l'olfatto. Nel Massachusetts, l’aula comunale è divisa tra chi si profuma e chi non si profuma, mentre in una chiesa del Minnesota è stato eliminato dalla funzione l'incenso. In Nuova scozia alcuni giornali hanno proibito ai loro impiegati dopobarba, deodoranti, collutori e shampoo. I divieti sono severi e compaiono sugli schermi dei computer e nei cartelli appesi nei bagni.


domenica 26 dicembre 2021

Un re che era considerato un pervertito

Al giorno d'oggi, Luigi XV di Francia sarebbe sicuramente considerato come tale, ma era del tutto normale per un re di Francia.

Luigi XV aveva delle amanti, alcune davvero molto giovani come quelle che avrebbe tenuto nel suo "parc aux cerfs" - un posto dove metteva le "piccole amanti", cioè quelle che non erano state presentate alla corte come amanti ufficiali.

Luigi XV era sempre stato una persona molto sensuale, ecco perché la sua prima fidanzata Mariana Victoria di Spagna fu rimandata in Spagna - era troppo piccola per sposarsi e consumare il matrimonio.


Mariana Victoria di Spagna


A 15 anni sposò una nobildonna polacca di basso profilo, che era priva di una stirpe prestigiosa ma era più vecchia di lui e relativamente attraente: Marie Leszczyńska. Nella sua prima notte di nozze, ha presumibilmente consumato il matrimonio "sette volte".

La regina Marie, di Van Loo


Per quanto riguarda le sue abitudini sessuali, è improbabile che fossero fuori dall'ordinario. Con l'eccezione di Du Barry, le sue amanti avevano poca esperienza, visto che erano generalmente donne sposate, spesso dell'aristocrazia (le cui uniche esperienze erano con i loro mariti), o giovani vergini.

In realtà, una volta confidò al duca d'Ayen che la sua ultima amante, Jeanne du Barry, ex prostituta, lo aveva "aiutato a scoprire cose che non sapeva nemmeno esistessero", a cui quest'ultimo ribattè che questo era perché "Sua Maestà non era mai stato in un bordello."


Jeanne du Barry di Drouais


sabato 25 dicembre 2021

Come era addestrato l'esercito prussiano?



Federico il grande non nutriva molta stima per i suoi soldati.

Li considerava dei fannulloni cui bisognava imporre la disciplina con un ferreo addestramento, senza permettere loro di pensare.

«Se i miei soldati cominciassero a pensare nemmeno resterebbero nei ranghi».



L'aspetto principale della formazione militare in Prussia era la cura dedicata al morale e allo spirito di corpo. Il soldato doveva essere convinto che il suo reggimento era superiore a tutti gli altri «e poiché i suoi ufficiali talvolta sono costretti a spingerlo verso il massimo pericolo, egli deve temere i superiori ancor più del pericolo cui viene esposto».

Altrove, in un'epoca in cui la metà o forse più di quasi tutti gli eserciti nazionali era composta da mercenari stranieri, gli appelli al patriottismo cadevano nel vuoto.

Nell'addestramento militare Federico conservò i metodi rigorosi del padre, fondati su faticosissime prove di forza e di resistenza. Il suo maggior contributo nel settore fu la riforma della cavalleria.

Alla sua ascesa al trono nel 1740, quest'arma era assai poco manovriera: nel giro di un decennio diventò la più potente e temuta d'Europa. La causa principale di questa trasformazione fu la regola imposta dal re: tutti coloro che volevano entrare in cavalleria dovevano superare un difficile periodo di addestramento in equitazione e nel combattimento con la sciabola. Federico introdusse anche un'altra innovazione: la cavalleria veniva accompagnata da reparti di artiglieria ippotrainata. Cavalleria e artiglieria insieme aprivano la strada all'attacco in massa.



Fatto curioso: pur essendo uno dei più grandi generali della storia, Federico non amava la guerra.

Una volta disse dei suoi soldati che «con truppe come queste sarebbe possibile conquistare il mondo, se solo le conquiste non fossero tanto fatali ai vincitori quanto ai vinti!»

E a Voltaire: «Non bisogna satireggiare la guerra, ma liberarsene, come il dottore libera dalla febbre».


venerdì 24 dicembre 2021

Un dizionario della lingua dei nativi americani



Giacomo Costantino Beltrami nacque a Bergamo nel 1779 da una famiglia borghese; sostenitore di Napoleone, dopo la caduta del francese l’uomo raggiunse l’Inghilterra per approdare successivamente a Filadelfia nel 1823.

La sua sete di avventura lo portò ad inoltrarsi verso il selvaggio West, ed entrò in contatto con i Winnebago, i Sioux ed altre tribù di nativi. Apprese i loro usi e costumi, diventando un pioniere di quella multiculturalità che ai suoi tempi non esisteva nemmeno come parola.

Beltrami non si limitò a raccogliere nozioni o oggetti, ma appuntò tutte le parole sioux che imparava nel corso dei suoi incontri e divenne un vero e proprio esperto.

Dai suoi appunti infatti nacque il primo dizionario mai scritto in lingua sioux: il Sioux Vocabulary. Il bergamasco tornò in Italia dove morì nel 1855.


giovedì 23 dicembre 2021

L'Acquisto della Louisiana suscitò la rabbia pubblica contro Napoleone in Francia, quando la gente apprese quanto poco si guadagnò per la Francia nella transazione, solo un ridicolo 4 centesimi per acro?


Alcuni dei suoi consulenti erano arrabbiati. Ma la maggior parte non era arrabbiata. C'erano pochi francesi nel territorio. Napoleone non aveva le truppe per controllarlo. Stava per perdere Saint Domingue.

Aveva appena riavuto il territorio dalla Spagna. Aveva investito poco. Ma il grande problema era l'invasione pianificata da Napoleone della Gran Bretagna. Napoleone aveva bisogno di soldi e ne aveva bisogno in fretta. I francesi erano molto più interessati a invadere la Gran Bretagna che a mantenere un territorio che non potevano controllare.


mercoledì 22 dicembre 2021

Il caffè è stato utilizzato come strumento di tortura


Sì!

Re Gustavo III di Svezia era convinto che il caffè fosse un veleno.

Perciò ordinò che un omicida, condannato a morte, venisse costretto a bere caffè ogni mattina fino all'esito letale, mentre a un altro condannato veniva concessa la grazia a costo che bevesse tè.

Due dottori vennero incaricati di fare da controllori a questo esperimento / tortura, e di verificare chi sarebbe morto per primo.

I medici furono i primi a morire. Poi il Re, che venne assassinato nel 1792.

Infine, parecchi anni dopo, morì uno dei criminali all'età di 83 anni.

Era quello che aveva bevuto tè.


martedì 21 dicembre 2021

Un libro che danneggiò una nazione più di una guerra

Silvio Pellico raccontò la sua storia in un libro, “Le mie prigioni”, scritto a Torino poco dopo la sua liberazione tra 1831 e 1832, su consiglio del suo confessore, l’abate Giordano.



Fu pubblicato nel 1832 ed ebbe subito un vasto successo: già nel 1833 si ebbe una traduzione in inglese e l’anno successivo in francese.

Il libro descrive l’arresto, processo, primi mesi di prigionia in Italia e la vita allo Spielberg, con una narrazione che segue anche ritmi simbolici (Pellico viene arrestato di venerdì alle 3 del pomeriggio, richiamo alla Passione di Cristo).

L’opera rende evidente che non c’era nessun vero atto d’accusa contro di lui e Maroncelli (che non aveva partecipato a nessuna azione violenta né la stava preparando).

Non sorprende che l’Austria lo vietasse e che il primo ministro Metternich ritenesse che il libro aveva danneggiato il suo Paese più di una guerra perduta.


lunedì 20 dicembre 2021

Un proiettile sparato da un moschetto delle guerre napoleoniche potrebbe perforare un'armatura a piastre?

 

Durante le guerre napoleoniche si usavano principalmente moschetti a canna liscia che sparavano una palla tonda. Erano identici a quelli usati 150 anni prima. L'unica vera differenza era il sistema di accensione. Usavano le pietre focaie invece delle micce.

Ciò è rilevante, perché è in questo periodo che si smise di utilizzare l'armatura a piastre.

Un'armatura a piastre potrebbe fermare una palla tonda calibro .75 sparata da un moschetto a canna liscia? Dipende dalla distanza.

A 50+ iarde (circa 45 metri), l'armatura potrebbe fermare una palla senza grandi ripercussioni. A minore distanza l'armatura la fermerebbe comunque, ma la palla causerebbe profonde ammaccature nell'armatura. A 30 iarde la palla causerebbe ammaccature abbastanza profonde da rompere le costole. Come minimo, la persona in armatura dovrebbe fermarsi e rimuovere l'armatura per continuare la battaglia.

Allora perché smisero di usare l'armatura se poteva fermare un proiettile?

Perché era pesante da indossare. Era così pesante che le truppe si rifiutavano di indossarla se non durante una battaglia. Il resto del tempo doveva essere trasportata in lunghe carovane. Quella era una spesa extra che si aggiungeva alla logistica dello spostamento di un esercito.

All'epoca, però, poche persone sparavano in una battaglia, quindi fu deciso che l'armatura era più un problema che un beneficio.


domenica 19 dicembre 2021

Un evento poco conosciuto della storia

Il proiettile ha attraversato lo stomaco di St. Martin, facendogli un buco da parte a parte! Nel 1822, si sapeva poco sulla digestione. Un chirurgo, William Beaumont, colse l'occasione per fare un esperimento.

Osservò il cibo che cadeva dallo stomaco di St. Martin quando mangiava. Assaggiò i succhi gastrici dell'uomo e, a un certo punto, leccò anche il buco, scoprendo che non aveva un sapore acido finché lo stomaco non stava digerendo attivamente il cibo.

Guardò direttamente nello stomaco e ne osservò il movimento. Versò l'acqua con un imbuto e mise il cibo con un cucchiaio, e lo tirò fuori di nuovo con un tubo. Mise pezzi di carne su un filo nello stomaco, e li rimosse ogni ora per l'esame.



Beaumont provò l'effetto del succo gastrico con diversi tipi di cibo e misurò la temperatura e l'acidità. Facendo questo, dimostrò che la digestione richiedeva acido cloridrico. Beaumont ha anche dimostrato che il succo gastrico è prodotto solo in risposta al cibo, e non si accumula tra i pasti come si pensava in precedenza. Ha anche confutato l'idea che la fame è causata dallo sfregamento delle pareti dello stomaco vuoto.

Più volte tornò di corsa in Canada per vivere una vita normale, ma ogni volta la miseria lo riportava dal dottore. Una volta, Beaumont mandò addirittura degli agenti per rintracciare St. Martin e riportarlo indietro per altri esperimenti!

Alla fine, Beaumont eseguì circa 200 esperimenti su St. Martin in un periodo di dieci anni.

In breve, St. Martin era una persona incredibile! Non riesco a immaginare che qualcuno faccia esperimenti su di me mentre dormo, figuriamoci da sveglio!


sabato 18 dicembre 2021

La medicina per bambini più pericolosa che sia mai stata creata

Inghilterra, fine 1700: immagina di essere la mamma di un bambino e non sai come calmarlo, che gli dai?

Godfrey’s Cordial e la Killer bottle

Le mamme di neonati inglesi nati a partire dal 1700 fino agli inizi del 1900 erano molto rilassate e potevano dedicare molto tempo a sé stesse; stranamente i loro bambini non avevano coliche all’improvviso la notte, nessun pianto, neanche un capriccio in tutto il giorno per i loro piccoli.


Solo bambini pacifici e tranquilli, almeno quelli che facevano parte del 20% che riusciva a raggiungere i due anni di vita.

Mamme fortunate? Non esattamente.

Nell’epoca Vittoriana il farmacista Thomas Godfrey inventa un preparato che viene proposto e largamente accettato dalle famiglie dedicato ai loro bambini: il Godfrey’s Cordial.

I bambini in effetti lo “adoravano” letteralmente, tanto da rompere il tappo con i denti e berlo nel tragitto dalla farmacia a casa.

Ma perchè? Il Cordial era uno sciroppo composto da zenzero, olio di sassofrasso, alcool del vino rettificato (mosto praticamente), dolcissima melassa di Venezia, e dulcis in fundo l’ingrediente principale il Laudano, cioè tintura d’oppio (potente narcotico, antidolorifico e antispastico). Nel 1823 la sua formula venne resa nota cosi ci fu un ulteriore aumento dell’utilizzo anche tramite preparati casalinghi.

Complice della sua diffusione è stata anche l’incalzante rivoluzione industriale che vedeva le mamme occupate in turni di lavoro serrati, mamme che non potevano permettersi di fare notti in bianco per poi compiere errori sul posto di lavoro. I bambini erano un impedimento a tutto ciò e il magico sciroppo rimetteva tutto al suo posto.

Come veniva somministrato? Le mamme o le balie avevano una bottiglietta di vetro, dalla forma schiacciata, provvista di una cannuccia di metallo la quale terminava con una tettarella, la cosiddetta Killer Bottle, per somministrare la mistura. La bottiglia era stata concepita in modo tale che i bambini riuscissero a bere anche in assenza dei genitori tramite la cannuccia. Inoltre l’oppio tendeva a dissociarsi dalle altre sostanze e depositarsi sul fondo, per cui durante le ultime sorsate i bambini andavano incontro a delle vere e proprie possibili overdosi, che non raramente li conduceva alla morte.

Questi poveri bambini, quindi crescevano come dei veri e propri piccoli tossicodipendenti da Oppio. Ovviamente la somministrazione del Cordial era tutt'altro che benevola per i pargoli, infatti portava alla morte di 8 bambini su 10 prima che compissero due anni di vita. Overdose, inappetenza, alta concentrazione di germi nella Killer Bottle, facevano sì che i bambini dell’epoca avessero un alto tasso di mortalità, bambini a cui spesso non veniva dato nemmeno un nome prima del raggiungimento di questa soglia d’età.



venerdì 17 dicembre 2021

Da cosa deriva il termine cicisbeo?

Il cicisbeo nel '700 era un gentiluomo che aveva il compito di fare da accompagnatore alle donne dell'aristocrazia alle feste, alle occasioni mondane o semplicemente assisterla in assenza del marito.



Il vero termine per definirli era cavalier servente, "Cicisbeo" è una parola di origine onomatopeica che indica il suono del bisbigliare o chiacchierare sottovoce perchè nell'immaginario collettivo dell'epoca questi damerini venivano sempre immaginati a sussurrare all'orecchio delle loro dame.

Tra i compiti del cicisbeo c'era infatti anche quello di adulare, compiacere in ogni modo e "flirtare" con la dama.

La figura del cicisbeo era all'epoca oggetto di derisione da parte degli intellettuali e dalla cultura dell'epoca.


giovedì 16 dicembre 2021

Un progetto poco realistico mai proposto


Questa statua di elefante fu commissionata da Napoleone Bonaparte, come monumento alla vittoria. Doveva essere fatta di bronzo, e il bronzo doveva provenire dai cannoni fusi dei suoi nemici sconfitti.

Tuttavia, questa non fu mai costruita perché Napoleone fu sconfitto e rimosso dal potere. Così ci fu poco interesse per questo monumento in seguito.

Fu fatta una versione in gesso a grandezza naturale, che naturalmente cominciò a deteriorarsi...


Questo fu costruito anni dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo.

Mentre si deteriorava...


Divenne un simbolo di fallimento. Sì, quelli sono topi che corrono sulla statua di gesso.



Questa divenne un tale simbolo di fallimento che Victor Hugo la usò nel suo romanzo "I miserabili" dove veniva usata come rifugio dai senzatetto di strada.


mercoledì 15 dicembre 2021

Il più celebre travestito della storia

Uomo? Donna? Ermafrodito?

Se lo chiedeva mezza Europa guardando Charles de Beaumont (1728-1810), più noto come cavaliere d’Eon, il più celebre travestito della storia moderna, ambasciatore e spia del re di Francia Luigi XV.



Lui, anzi lei, anzi lui/lei, giocò sulla propria ambiguità sessuale per guadagnare utili politici alla causa della Francia, che a metà ‘700 cercava alleanze per combattere i prussiani.

I cambi di identità di Charles si susseguirono a ritmo impressionante: nel 1756 il cavaliere d’Eon si presentò alla corte russa spacciandosi per una mademoiselle, conquistandosi i favori della zarina Elisabetta in nome della complicità femminile; ma nel 1757 era di nuovo in Russia nei panni dello zio della ragazza; nel 1761 tornava in Francia nominato capo dei dragoni del re, e nel 1763 partiva per l’Inghilterra nel ruolo di ambasciatore.

Richiamato in patria alla morte di Luigi XV, si fece ufficialmente riconoscere donna e nel 1785 tornò a Londra nella sua nuova veste.

Qui benché vivesse da candida vecchietta coabitando con la vedova di un ammiraglio, vinse tornei di scherma contro avversari incontestabilmente maschi.




martedì 14 dicembre 2021

Napoleone fu un uomo attraente?

Secondo me sì.

Il suo viso era simmetrico e piacevole e mi appare abbastanza diverso da molte rappresentazioni.

Qui sopra vedete la sua maschera di morte, fatta un giorno e mezzo dopo la sua scomparsa.

Era sull'isola di Sant'Elena e aveva 51 anni all'epoca.

Intorno al suo letto in quel momento c'erano diversi medici provenienti dalla Francia e dalla Gran Bretagna.

A quel tempo, era consuetudine fare una maschera mortuaria poco dopo la morte, almeno per le personalità importanti.

La tecnica per questo è la stessa che per i vivi, l'ho fatto nache io stessa.

Una miscela di cera o gesso viene applicata sul viso. Prima di farlo, si ricopre accuratamente di vaselina, perché altrimenti la maschera è difficile da rimuovere.

Quando rimuovi lo stampo indurito, hai un "negativo" da cui puoi poi fare un "positivo" come quello sopra sulla foto.

Questo è abbastanza divertente da fare. Si possono poi fare molte copie con lo stampo madre.

Nel caso di Napoleone il chirurgo Francis Burton del 66° reggimento britannico a Sant'Elena aveva preso la forma madre.

Napoleone era un leader carismatico ed elegante ai suoi tempi.

Era davvero bello.

Il pittore Jacques-Louis David disse di essere "impressionato dai tratti classici di Bonaparte". Napoleone, tuttavia, raramente si è fatto ritrarre.

Ecco perché molti dei più famosi dipinti di Napoleone non sono studi accurati del suo volto.

Molti dei ritrattisti hanno dovuto prendere spunto da altri dipinti o busti di Napoleone piuttosto che da lui.

A quanto pare non gli importava, purché il messaggio giusto fosse contenuto nell'opera d'arte commissionata.



Come puoi vedere, Napoleone aveva un aspetto molto migliore che in questo ritratto.

Napoleone è morto di cancro allo stomaco, aveva perso molto peso, ma ancora la maschera mortuaria mostra il suo aspetto meglio di un dipinto.

A proposito, Napoleone non era così piccolo come è stato ritratto nei libri di storia.

Gli storici suppongono che fosse alto 1,68 m, l'esatta altezza media di un francese a quel tempo.


lunedì 13 dicembre 2021

Qual è il paradosso del metano?

Un giorno d’autunno del 1776, un giovane agitò con un bastone le acque melmose di una palude vicino ad Angera, un paesino sul lago Maggiore. Ne vide uscire bolle di gas, e si accorse che “quest’aria arde assai lentamente con una bella vampa azzurra”.



Così Alessandro Volta scoprì il metano, un gas che ha subito un vertiginoso aumento di prezzo negli ultimi mesi.

Il metano è un gas serra che contribuisce al riscaldamento del Pianeta: la luce del sole raggiunge la superficie terrestre e la scalda, e il calore riemesso dalla superficie viene catturato dai gas presenti nell’atmosfera, portando ad un aumento netto della temperatura media.

Ma il metano ha un potere riscaldante notevolmente superiore alla CO2 e tra tutti i combustibili fossili è il più pulito ed inquina meno perché non produce durante la combustione nè ossidi di zolfo, nè particolato.

Il paradosso perciò consta nel fatto che questa sostanza è un pericoloso gas serra, una vera minaccia per il clima, ma al tempo stesso un combustibile irrinunciabile per l’economia e per la stessa transizione energetica avviata.


domenica 12 dicembre 2021

Si può personalizzare una culla?

Trono a forma di culla di Napoleone II, re di Roma. Nato il 20 marzo 1811 nel palazzo delle Tuileries, il bambino era l'erede legittimo di Napoleone I dell'arciduchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena.

Il pezzo, attualmente esposto al Kunsthistorisches Museum di Vienna, fu realizzato nel 1811 da Pierre-Paul Prud'hon in legno dipinto con bronzo dorato e foderato con velluto cremisi.



Una tenda di seta rimane attaccata a un baldacchino coronato di stelle e foglie d'alloro, sostenuto alla testata da un angelo. Sul bordo, l'aquila imperiale veglia sul successore dell'imperatore dei francesi.


sabato 11 dicembre 2021

Come veniva considerato Napoleone dai suoi contemporanei?




Partiamo dalle sue abilità militari: durante le guerre della Sesta Coalizione (la ritirata di Napoleone dalla Russia) la Grande Armeé viaggiava in undici corpi d'armata più la riserva di cavalleria guidata da Murat. Ognuno di questi corpi d'armata era un vero un piccolo esercito, guidato da un maresciallo, e capace di operare autonomamente, dunque è chiaro come viaggiassero su itinerari paralleli ma differenti per ottimizzare le necessità logistiche. Ebbene, gli eserciti della Coalizione si erano dati una sola linea strategica: non ingaggare battaglia con un corpo d'armata se Napoleone e la sua Guardia si trovano insieme ad esso, linea che fu abbandonata solo a Lutzen e a Bautzen ed infine a Lipsia.

Come uomo politico la valutazione non è invece così lineare: da giovane, quando condusse gli eserciti rivoluzionari alla vittoria in Italia, la gioventù europea, o almeno quella liberare ed illuminista, guardava a lui come l'eroe della Libertà: Beethowen gli dedicò una sinfonia (dedica disconosciuta a seguito dell'incoronazione), Ugo Foscolo la celebre "Ode a Napoleone liberatore" e molti altri artisti ne celebrarono le qualità e l'aderenza agli ideali rivoluzionari. Ciò non di meno dovettero ricredersi quasi tutti al momento della svolta imperiale. Evidentemente, però, l'impressione che faceva sui contemporanei era così forte che nel 1807, vedendo Napoleone cavalcare per le strade della sua città, Hegel scrisse ad un amico "oggi ho visto lo spirito della Storia a cavallo", e se tale era l'impressione che l'imperatore faceva sul filosofo questo probabilmente vuol dire che il grande generale continuava ad incarnare non solo un ideale di forza conservatrice, ma anche la forza irresistibile della Storia e del suo corso. Questa è tutto sommato l'immagine che ne dà il Manzoni nel suo "Cinque Maggio" e che perdura nella biografia del Ludwig.

venerdì 10 dicembre 2021

Perché Napoleone vinse così tante battaglie?


Oltre alla sua abilità come stratega, il motivo è che l'esercito francese dopo la Rivoluzione Francese subì delle riforme che lo resero molto più efficiente rispetto ai suoi avversari.

Le riforme rivoluzionarie avevano facilitato le promozioni di ufficiali e sottufficiali in base al merito e non per nobiltà di nascita, come avveniva durante l'antico regime. Questo aveva portato alla creazione di un corpo di ufficiali nuovo e competente che facilitò anche l'adozione di nuove tattiche e strategie. Ad esempio, lo sviluppo del sistema delle Divisioni, che gli eserciti europei avevano adottato da poco.

La Rivoluzione aveva introdotto anche la leva obbligatoria, e la Francia era un paese molto popoloso, quindi Napoleone poteva contare su una riserva di uomini superiore a quella dei suoi nemici.

L'arma segreta di Napoleone era la velocità: la Francia era spesso in guerra su più fronti e quindi i francesi dovettero adattarsi al bisogno di muovere rapidamente grandi masse di soldati. Questa capacità logistica tornò molto utile a Napoleone, che riusciva a muovere le sue truppe prima che i suoi nemici riuscissero a organizzarsi.

Napoleone, consapevole che il suo potere si basava sulle sue vittorie militari fece di tutto per rendere il suo esercito il più efficiente possibile: aumentò l'artiglieria, migliorò il servizio medico e il sistema dei rifornimenti.

Naturalmente, anche i nemici della Francia migliorarono e impararono le loro tattiche e il vantaggio di Napoleone si assottigliò.


 

giovedì 9 dicembre 2021

Perché Napoleone fu esiliato proprio a Sant'Elena


Napoleone fu esiliato a Sant'Elena nel 1815 perché era il luogo più remoto, cupo e inespugnabile che i suoi carcerieri potessero immaginare.
Situata al centro dell'Atlantico meridionale, Sant'Elena si trova a più di 3500 km dalla costa orientale del Sud America e a 1800 km dalla costa occidentale dell'Africa.


L'isola è una roccia vulcanica per lo più desolata, lontana da altre isole e un oceano lontano dalla terraferma europea. Dopo che Napoleone si arrese alla marina reale, gli inglesi lo portarono alla periferia del loro Impero per assicurarsi che non avrebbe mai più minacciato l'Europa.
Se però dobbiamo capire perchè proprio a Sant.Elena, dobbiamo partire un po' da prima.

Il primo esilio: Isola d'Elba
Nel 1814, la guerra della Sesta Coalizione rovesciò Napoleone e sembrò porre fine alle guerre napoleoniche. Austria, Russia e Prussia marciarono le loro forze alleate a Parigi, costringendo Napoleone a firmare il trattato di Fontainebleau e ad abdicare il suo trono. Mentre gli altri alleati sostenevano un trattamento più duro dell'imperatore francese, lo Zar russo Alessandro, forse mosso a compassione per la sorte disgraziata di un grande leader come Napoleone (i due in effetti erano stati amici intimi e alleati nominali), avanzò un'ipotesi più blanda. Lo Zar pretendeva che Napoleone mantenesse una certa parvenza di autorità e decise che l'isola d'Elba sarebbe stata una consolazione adeguata per lui.

Napoleone nel suo nuovo regno d'Elba, 1814.

L'Elba è una piccola ma ospitale isola al largo della costa toscana. Il suo clima caldo e le sue risorse naturali sembravano una fine idilliaca alla vita dell'uomo che un tempo dominava l'Europa. Mentre l'Austria e la Prussia erano a disagio con la sistemazione, soprattutto perché a Napoleone fu permesso di trattenere 600 soldati come suo esercito personale, essi acconsentirono a patto che la Gran Bretagna e la Francia (già sotto la Restaurazione Borbonica) avrebbero pattugliato le acque circostanti. Solo nelle loro fantasie più sfrenate gli statisti europei avrebbero potuto immaginare il ritorno di Napoleone…

Napoleone che lascia l'Elba, dipinto da Joseph Beaume, 1836.

Ma lo fece. Meno di un anno dopo la sua sconfitta, Napoleone lasciò l'Elba in segreto e si diresse verso la costa francese. Con il suo misero esercito, marciò verso Parigi. Luigi XVIII inviò un distaccamento dell'esercito francese sotto Michel Ney (uno dei marescialli decorati di Napoleone) per catturare Napoleone, ma Ney e i suoi soldati disertarono.

Ney e il suo esercito che disertano in favore di Napoleone.

L'esercito francese, che non aveva mai veramente perso la speranza in Napoleone, sposa in toto la causa Napoleonica e lo appoggia nel ritorno in patria mentre Luigi XVIII fugge da Parigi. Anche se nel 1814 gran parte della popolazione francese disprezza Napoleone per la rovina che portò in Francia, il restauro borbonico fallì in tutti i modi possibili. Tutte le riforme della rivoluzione e dell'Impero furono revocate dai Borbone, e la gloria della Francia di Napoleone diminuì. Con l'eccezione dei conservatori d'arco, il popolo francese si radunò assieme Napoleone nel 1815 perché in sostanza si credeva che fosse l'unico capace di governare la Francia meglio di chiunque altro.

A destra brigantino Inconstant mentre sta traghettando Napoleone in Francia che incrocia brigantino Zéphir. Il primo sfoggia il Tricolore francese, simbolo dell'impero mentre il secondo la bandiera bianca della Monarchia.

Gli ultimi gloriosi Cento Giorni
Da egemone a prigioniero, e ancora una volta imperatore, Napoleone partì per far rivivere il suo impero come meglio poteva. Quando Napoleone riprese la Francia, i dignitari d'Europa si riunirono a Vienna per affrontare le conseguenze di un mondo post napoleonico. Per mesi i capi di ogni nazione, dalle grandi potenze ai piccoli principati, avevano cercato di ridisegnare l'Europa e migliorare i problemi geopolitici causati da due decenni di guerra. Dopo tutti i loro battibecchi, e quasi una guerra che avrebbe visto Francia (borbonica), Gran Bretagna e Austria combattere contro la Russia e la Prussia, hanno trovato un nemico comune a Napoleone ancora una volta. L'utimo periodo di egemonia di napoleone sarà ricordato come quello dei "Cento Giorni". Difatti in giugno, la battaglia finale fu combattuta sui campi di Waterloo, e Napoleone fu costretto a arrendersi per la seconda ed ultima volta.

Napoleone a bordo della HMS Bellerophon nel viaggio del suo esilio, William Quiller Orchardson, 1880. Interessante vedere come l'autore abbia voluto rappresentare la soggezione degli ufficiali inglesi davanti al leader.

Quando Napoleone ritornò e combatté contro gli alleati nel 1815, tutti sapevano che non c'erano più compromessi, non c'era più consolazione. La realtà è che, nonostante il sentimentalismo ingenuo di Alessandro di Russia e nonostante i suoi rapporti con i monarchi asburgici austriaci (attraverso il matrimonio con la principessa Maria Luisa), Napoleone significava guerra e doveva scomparire per sempre. L'etica dell'epoca garantiva che Napoleone non potesse essere ucciso, così gli inglesi lo portarono nel luogo che sapevano che non sarebbe mai potuto fuggire. Con il suo unico porto e il suo isolamento unico, l'unico modo per fuggire da Sant'Elena era la marina reale, e anche Napoleone capì che la sua grande storia era finita.

Un Napoleone anziano e affranto che ammira l'oceano dalla sua prigione. Napoleon, Franz Josef Sandmann, 1820.

A Sant'Elena, Napoleone ricorda la sua singolare vita. Si pentiva dei momenti, delle azioni, dei fallimenti della politica e della coscienza, ma perseverava come ha sempre avuto.
"A Sant'Elena, fino all'ultima malattia, Napoleone rimase ininterrotto nello spirito....riuscì ancora, su questa roccia abbandonata, ad essere se stesso" - Vincent Cronin, Napoleone.


mercoledì 8 dicembre 2021

Un'antica usanza regale oggi dimenticata

Fare l'inchino, o anche detta riverenza.

Si trattava di una forma di rispetto e sottomissione che i sudditi svolgevano di fronte al re o a un nobile nelle corti europee.

''Non c'è disgrazia più grande che dimenticare di fare l'inchino ad una altezza reale". Disse una duchessa alla reggia di Versailles



Nata nel medioevo è durata questa usanza, tipica del protocollo reale, per migliaia di anni.

La riverenza cambiava a seconda della nobiltà del suddito.


martedì 7 dicembre 2021

Perché Napoleone fu esiliato e non giustiziato

a poleon e




Napoleone quando si rese conto di non avere più speranze di restare sul trono di Francia dovette elaborare un piano per la propria sopravvivenza. La sua speranza è che le potenze europee potessero accettare la sua discendenza e in particolare quella di suo figlio Napoleone II, il re di Roma che era pur sempre figlio di una principessa austriaca: Maria Luisa.
Non aveva molte alternative Bonaparte per il proprio futuro. Gli fu suggerito di espatriare negli Stati Uniti. L'impresa era comunque difficile con la flotta inglese che lo poteva intercettare, ma Napoleone non voleva una fuga ingloriosa.
Cominciarono i contatti diplomatici con gli Inglesi. Napoleone contava sulla tradizione britannica e sperava in un dorato soggiorno in Inghilterra. Consegnarsi al nemico giurato, quello più acerrimo era comunque un piano strategico. Napoleone sapeva che un trattamento troppo duro lo avrebbe fatto diventare un martire.
Certo Bonaparte non temeva di essere giustiziato, perchè era comunque un capo di Stato, un regnante e comunque apparentato con l'Austria. Un processo avrebbe suscitato un vespaio in un Europa ancora troppo instabile e le conseguenze politiche sarebbero state imprevedibili.
Cominciava, infatti già a prevalere la tesi di Metternich della Restaurazione, il tentativo di riportare indietro le lancette del tempo e ricomporre lo scacchiere europeo così com'era prima del 1789.
Napoleone si fidò delle promesse inglesi, ma ben presto si rese conto che i Britannici avrebbero cercato di renderlo inoffensivo per sempre.
L'esilio era l'unica strada percorribile e Sant'Elena sperduta isola nell'Atlantico era il posto ideale. La decisione non fu unanimamente accettata all'interno del Parlamento inglese, ma alla fine Napoleone fu trasportato con la forza a Sant'Elena.
A Sant'Elena isola dal clima umido e insalubre Napoleone si rese conto che se non fossero mutate le condizioni politiche in Europa un suo ritorno sulla scena politica sarebbe stato impossibile.
Nei primi tempi Bonaparte coltivò l'idea di una clamorosa fuga così come era successo all'Elba, ma gli Inglesi furono dei carcerieri inesorabili.
Il governatore inglese dell'isola Hudson Lowe burocrate inflessibile rese la vita di Napoleone un inferno. Tutto gli era vietato: visite dei pochi passeggeri che arrivavano sull'isola, la corrispondenza veniva censurata e spesso non consegnata, Ad un certo punto Napoleone dovette far vendere dei pezzi di argenteria per avere qualche comodità in più. La libertà personale dell'Imperatore fu di molto limitata.
Nei primi anni di permanenza Napoleone pensò di costruire la propria leggenda dettando le proprie memorie al conte di Las Cases che lo aveva seguito a Sant'Elena. Prese forma il Memoriale di Sant'Elena che divenne uno dei libri più letti dell'epoca.
Fu la vendetta perfetta di Napoleone che raccontò le condizioni inumane e persecutorie a cui gli Inglesi lo avevano sottoposto. Hudson Lowe divenne il bersaglio di molti bonapartisti tanto che venne preso a scudisciate dal figlio di Las Cases.
Più il tempo passava più Napoleone si rendeva conto che la sua stella era tramontata. Non aveva notizie dall'Europa e il suo fisico e il suo morale si fiaccarono nell'inattività.
Tentò Napoleone di sollevarsi dall'inedia, cominciò anche a coltivare un piccolo orto, ma era ben poca cosa per un uomo che aveva dominato il mondo.
Gli mancava terribilmente suo figlio, che sapeva presso la corte austriaca e lo addolorava l'atteggiamento di Maria Luisa che subito si era distaccata da lui.
La malattia ereditata dal padre Carlo, il cancro allo stomaco fece poi la sua comparsa nel fisico di Napoleone, male che lo portò alla morte il 5 maggio del 1821 alle 17:51.
Napoleone pretese un'autopsia per essere sicuro del suo male e per cercare di tutelare il figlio.


lunedì 6 dicembre 2021

L'ammiraglio più scellerato della Storia

Se stiamo parlando di ammiragli scellerati, allora il primo posto è suo, di Lord Thomas Cochrane, l'uomo che Napoleone stesso chiamava "le Loup des Mers", il lupo di mare.


Lord Cochrane avrebbe potuto godere di una vita agiata e ricca essendo il decimo conte di Dundonald, e invece scelse di diventare, nell'ordine, uno dei più grandi capitani navali della Storia, quindi un ribelle, quindi un ammiraglio per 5 volte per 5 paesi diversi.
Visse una vita avventurosa, mostrando coraggio e genio con stile, guidando le sue navi con tattiche sconsiderate, che andavano contro ogni probabilità, e vincendo battaglie al limite dell'impossibile.
Iniziò la sua lunga, illustre carriera all'età di 5 anni quando comparve per la prima volta nell'elenco degli imbarcati in un certo numero di navi.
All'età di 17 anni Cochrane si unì alla Royal Navy come guardiamarina su una nave al cui comando si trovava lo zio (un altro capitano Cochrane).

Anno 1800: Cochrane comanda per la prima volta una nave, la HMS Speedy, un brigantino da 14 cannoni. Quello stesso anno, mentre veniva inseguito da una potente fregata nemica che stava guadagnando terreno sulla sua nave più piccola, Cochrane spense tutte le luci a bordo della Speedy e mise una lanterna attaccata a una botte, lasciandola galleggiare via. La fregata nemica inseguì la lanterna nella notte e la Speedy riuscì a fuggire.
Il personaggio interpretato da Russel Crowe in "Master and Commander"si basa su Cochrane, e nel film esegue proprio questa manovra.

Anno 1801: Cochrane avvistò una potente fregata spagnola, la "EL Gamo", e ordinò di far sollevare una bandiera americana sulla propria nave, la HMS Speedy, avvicinandosi lentamente alla nave da guerra più grande, prima di alzare all'ultimo la bandiera con i colori britannici e scatenare i 7 cannoni su quel fianco di nave. Inizialmente, gli Spagnoli rimasero scioccati dal fatto che questo piccolo brigantino di 14 cannoni osasse attaccare la loro potente nave da guerra da 32 cannoni.
Ma Cochrane aveva un piano, poiché conosceva gli angoli di fuoco degli avversari e aveva abilmente piazzato la Speedy in un punto dove non poteva essere colpito dal vascello nemico. Gli Spagnoli spararono ripetutamente bordate che sibilarono sopra la testa degli Inglesi, mentre la Speedy sparava con i suoi 7 cannoni colpi pieni di proiettili che colpirono l'equipaggio spagnolo che si era radunato per tentare l'arrembaggio della Speedy.
Ogni volta che gli Spagnoli cercavano di arrembare la Speedy, Cochrane si allontanava e scatenava il fuoco sui marinai concentrati sul ponte. Alla fine, corpi devastati disseminavano il ponte della EL Gamo; Cochrane salì a bordo e si impossessò della potente nave da guerra spagnola.



Nel dipinto, il brigantino Speedy sconfigge la fregata EL Gamo: un brigantino di 14 cannoni con 54 uomini contro una fregata di 32 cannoni con 320 uomini!

Dopo EL Gamo, Cochrane avrebbe catturato, affondato o fatto incagliare 53 navi in un anno, prendendosi molte navi come premio e condividendo la ricchezza con il piccolo equipaggio della Speedy.
Si diceva allora che un uomo poteva diventare ricco servendo sotto Cochrane…
Durante le guerre napoleoniche, Cochrane ricevette il comando di una fregata da 38 cannoni e divenne famoso per aver preso fortezze, per le razzie dei porti e per aver catturato molte navi come trofeo. Continuò a combattere in una serie di battaglie e si guadagnò il rispetto del suo nemico, tra cui Napoleone che sapeva del "Lupo di mare" che terrorizzava la costa francese.

Anno 1814: Cochrane divenne famigerato quando fu dichiarato colpevole di frode e licenziato dalla Royal Navy: il suo titolo nobiliare fu revocato e il suo stendardo fu rimosso dall'Abbazia di Westminster e fisicamente buttato fuori dalla cappella e giù per i gradini di pietra della scalinata, nel canale di scolo dell'acqua piovana.
Ammiraglio del Cile: questo non rallentò minimamente Cochrane; egli lasciò, in disgrazia, la Gran Bretagna e salpò per il Sud America, diventando un cittadino cileno, prima di essere nominato Vice Ammiraglio del Cile, dove riorganizzò completamente la Marina cilena e riscrisse le sue regole, sostituendole con altre basate su quelle della Marina britannica.
Cochrane catturò la città di Valdivia con solo 300 uomini, scalando le scogliere e sorprendendo il presidio.
Quindi catturò la più grande nave da guerra spagnola del Sud America, la "Esmeralda", una nave da guerra da 44 cannoni.
Cochrane creò e comandò il Primo Squadrone della Marina cilena e combinò un sacco di bravate, tra cui l'invasione e la liberazione del Perù, in qualità di comandante della flotta cilena.


Nel dipinto, la flotta di Cochrane durante l'invasione e la liberazione del Perù

La marina cilena mantiene tuttora la tradizione di nominare una propria nave in onore di Cochrane. Finora l'ha fatto 5 volte. L'attuale è, opportunamente, una ex fregata britannica, la "Almirante Cochrane".
Ammiraglio del Brasile: Purtroppo, poco dopo Cochrane cadde in disgrazia nei confronti dei governanti cileni. Così lasciò il Cile e andò ad aiutare il Brasile nella sua Guerra di Indipendenza dove gli fu immediatamente dato l'intero comando della Marina brasiliana.
Egli partì all'attacco, combattendo una serie di battaglie e costringendo i Portoghesi a fuggire dal Brasile attraverso l'Atlantico con la propria enorme flotta, e con Cochrane alle calcagna.
Cochrane, facendo tutto di testa sua, salpò per Maranhão e assediò il presidio del posto, bluffando sul fatto che una vasta armata brasiliana (che non esisteva) sarebbe dovuta arrivare da un momento all'altro. Il presidio si arrese e Cochrane conquistò una vasta distesa del Brasile, quindi ripeté esattamente lo stesso bluff con l'ultima roccaforte portoghese in Brasile.
Gli sforzi di Lord Cochrane portarono il Brasile a diventare totalmente indipendente e libero da truppe portoghesi. Al ritorno di Cochrane a Rio de Janeiro, l'imperatore ricompensò l'ammiraglio concedendogli il titolo non ereditario di Marchese di Maranhão in riconoscimento del servizio prestato per la liberazione del Brasile.
In breve tempo Cochrane era di nuovo in pista.
Tornò in Europa per aiutare la Grecia nella sua lotta per l'indipendenza dalla Turchia, una volta che anche questo obiettivo fu raggiunto e la Grecia fu indipendente, Cochrane tornò finalmente a casa in Gran Bretagna.
Quando suo padre, il 9º conte di Dundonald morì, Cochrane divenne il 10º conte di Dundonald e la Royal Navy lo riportò al rango di contrammiraglio.

Il titolo e i vessilli di Lord Cochrane furono ripristinati per ordine della regina Victoria.


L'ammiraglio Thomas Cochrane, decimo conte di Dundonald, è una leggenda dei mari che combattè per gli oppressi.
Rimane oggi un eroe nazionale di Gran Bretagna, Perù, Grecia, Brasile e Cile.



domenica 5 dicembre 2021

L'esecuzione più strana della storia

Contrariamente alla credenza popolare, le persone non sempre muoiono quando vengono giustiziate.


Questa è Tyburn Tree, il più grande sito di Londra per le impiccagioni pubbliche almeno dal 1177 al 1798, quando la prigione di Newgate divenne la nuova sede di questa macabra forma di intrattenimento.
Delle migliaia di persone giustiziate lì, un caso famoso fu quello di William Duell. Incriminato con l'accusa di stupro, rapina e omicidio, il diciassettenne Duell fu infine condannato a morte. In un'amara giornata invernale, nel novembre 1740, il giovane condannato affrontò il cappio di Tyburn insieme ad altri quattro malviventi.


Dopo essere stato impiccato per ventidue minuti, è stato abbattuto e il suo corpo è stato trasportato in una carrozza di hackney, per essere portato nella Sala dei Barbieri-Chirurghi, dove il suo corpo sarebbe stato sezionato ai fini della ricerca medica.
Il chirurgo e i suoi assistenti trovarono una sorpresa quando misero il cadavere sulla lastra poiché... gemette. Un ulteriore esame rivelò altri segni di vita, quindi lasciarono alcune once di sangue e dopo un po', riuscì a sedersi, anche se passò un po' di tempo prima che potesse fare qualsiasi altra cosa.


Fu quindi trasportato nella prigione di Newgate, dove fu tenuto in una cella e gli fu dato brodo e coperte per tenerlo al caldo. Nel giro di pochi giorni era tornato in piena salute e aveva sviluppato un forte appetito. Durante questo periodo, i poteri dovevano decidere cosa fare di lui.
Dopotutto, era legalmente morto.
Alla fine, per evitare di prendere in giro la legge e frenare la diffusione della consapevolezza che era possibile sopravvivere all'impiccagione, decisero di condannarlo in esilio. Fu mandato in Nord America e, secondo quanto riferito, visse il resto della sua vita a Boston, prima di morire all'età di ottantadue anni.