Napoleone quando si rese conto di non
avere più speranze di restare sul trono di Francia dovette elaborare
un piano per la propria sopravvivenza. La sua speranza è che le
potenze europee potessero accettare la sua discendenza e in
particolare quella di suo figlio Napoleone II, il re di Roma che era
pur sempre figlio di una principessa austriaca: Maria Luisa.
Non aveva molte alternative Bonaparte
per il proprio futuro. Gli fu suggerito di espatriare negli Stati
Uniti. L'impresa era comunque difficile con la flotta inglese che lo
poteva intercettare, ma Napoleone non voleva una fuga ingloriosa.
Cominciarono i contatti diplomatici con
gli Inglesi. Napoleone contava sulla tradizione britannica e sperava
in un dorato soggiorno in Inghilterra. Consegnarsi al nemico giurato,
quello più acerrimo era comunque un piano strategico. Napoleone
sapeva che un trattamento troppo duro lo avrebbe fatto diventare un
martire.
Certo Bonaparte non temeva di essere
giustiziato, perchè era comunque un capo di Stato, un regnante e
comunque apparentato con l'Austria. Un processo avrebbe suscitato un
vespaio in un Europa ancora troppo instabile e le conseguenze
politiche sarebbero state imprevedibili.
Cominciava, infatti già a prevalere la
tesi di Metternich della Restaurazione, il tentativo di riportare
indietro le lancette del tempo e ricomporre lo scacchiere europeo
così com'era prima del 1789.
Napoleone si fidò delle promesse
inglesi, ma ben presto si rese conto che i Britannici avrebbero
cercato di renderlo inoffensivo per sempre.
L'esilio era l'unica strada
percorribile e Sant'Elena sperduta isola nell'Atlantico era il posto
ideale.
La decisione non fu unanimamente
accettata all'interno del Parlamento inglese, ma alla fine Napoleone
fu trasportato con la forza a Sant'Elena.
A Sant'Elena isola dal clima umido e
insalubre Napoleone si rese conto che se non fossero mutate le
condizioni politiche in Europa un suo ritorno sulla scena politica
sarebbe stato impossibile.
Nei primi tempi Bonaparte coltivò
l'idea di una clamorosa fuga così come era successo all'Elba, ma gli
Inglesi furono dei carcerieri inesorabili.
Il governatore inglese dell'isola
Hudson Lowe burocrate inflessibile rese la vita di Napoleone un
inferno. Tutto gli era vietato: visite dei pochi passeggeri che
arrivavano sull'isola, la corrispondenza veniva censurata e spesso
non consegnata, Ad un certo punto Napoleone dovette far vendere dei
pezzi di argenteria per avere qualche comodità in più. La libertà
personale dell'Imperatore fu di molto limitata.
Nei primi anni di permanenza Napoleone
pensò di costruire la propria leggenda dettando le proprie memorie
al conte di Las Cases che lo aveva seguito a Sant'Elena. Prese forma
il Memoriale di Sant'Elena che divenne uno dei libri più letti
dell'epoca.
Fu la vendetta perfetta di Napoleone
che raccontò le condizioni inumane e persecutorie a cui gli Inglesi
lo avevano sottoposto. Hudson Lowe divenne il bersaglio di molti
bonapartisti tanto che venne preso a scudisciate dal figlio di Las
Cases.
Più il tempo passava più Napoleone si
rendeva conto che la sua stella era tramontata. Non aveva notizie
dall'Europa e il suo fisico e il suo morale si fiaccarono
nell'inattività.
Tentò Napoleone di sollevarsi
dall'inedia, cominciò anche a coltivare un piccolo orto, ma era ben
poca cosa per un uomo che aveva dominato il mondo.
Gli mancava terribilmente suo figlio,
che sapeva presso la corte austriaca e lo addolorava l'atteggiamento
di Maria Luisa che subito si era distaccata da lui.
La malattia ereditata dal padre Carlo,
il cancro allo stomaco fece poi la sua comparsa nel fisico di
Napoleone, male che lo portò alla morte il 5 maggio del 1821 alle
17:51.
Napoleone pretese un'autopsia per
essere sicuro del suo male e per cercare di tutelare il figlio.
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