Napoleone Bonaparte fu certamente uno degli uomini più potenti e influenti del suo tempo, ma non il più ricco nel senso strettamente economico. Il suo potere derivava più dal controllo politico e militare che da una ricchezza personale autonoma o da un patrimonio liquido. Il denaro a sua disposizione era spesso legato al tesoro dello Stato francese e destinato al finanziamento delle guerre, delle campagne militari e all’amministrazione dell’Impero.
Durante il suo regno, Napoleone aveva un notevole stipendio imperiale, che nel 1806 ammontava a circa 25 milioni di franchi annui, una cifra enorme per l’epoca. A questi si aggiungevano redditi da appannaggi e possedimenti (inclusi castelli, tenute e rendite sui territori annessi). Tuttavia, non si trattava di ricchezza nel senso moderno, ma di disponibilità collegate al suo ruolo istituzionale e revocabili con la perdita del potere.
Napoleone non “possedeva” 7 milioni di miglia quadrate né un valore territoriale stimabile in 12 trilioni di dollari. Quei territori – che includevano Francia, Italia, Paesi Bassi, parti della Germania, Polonia, Spagna e temporaneamente l’Egitto – erano sotto controllo amministrativo o militare, non proprietà personale. Comparare quei territori al mercato immobiliare moderno è metodologicamente scorretto e fuorviante.
Alla sua abdicazione nel 1814 e poi di nuovo nel 1815, Napoleone perse ogni controllo sui territori imperiali. Quando fu esiliato a Sant’Elena, i beni in suo possesso erano limitati: alcune fonti indicano che avesse tra le 200 e le 400 monete d’oro, forse equivalenti a qualche migliaio di franchi – una somma modesta, se confrontata con i fasti dell’Impero.
L’idea che l'Impero britannico abbia confiscato “tutta la sua ricchezza” è un’altra iperbole. Gli inglesi certamente controllarono e sorvegliarono attentamente i suoi beni all’arrivo a Sant’Elena, ma non ci sono prove documentate di un “saccheggio” sistematico delle sue ricchezze personali. È più plausibile che, già prima del suo esilio, gran parte dei beni mobili e immobili di Napoleone fossero stati sequestrati dai Borboni restaurati o dispersi tra gli alleati vittoriosi.
Napoleone fu ricchissimo di potere, ma non necessariamente di oro o capitali. Il suo vero lascito fu politico, militare e simbolico, non patrimoniale. Le cifre astronomiche che circolano in rete – 27 trilioni di dollari, 12 trilioni di ricchezza fondiaria – non hanno alcun fondamento storiografico e vanno considerate per quello che sono: miti digitali privi di riscontro.
Se si volesse davvero calcolare una “ricchezza equivalente” moderna sulla base del suo potere e dei fondi imperiali amministrati, essa sarebbe certamente notevole, ma pur sempre distante dalle distorsioni miliardarie che talvolta si leggono online.