Nel pieno della Rivoluzione francese, mentre il caos si diffondeva in tutto il paese, la città di Rouen visse un episodio carico di tensioni e conflitti. In questo scenario inquieto, il 29 agosto 1792, il sindaco di Rouen — Pierre Nicolas de Fontenay, noto anche come Monsieur Defontenay — compì un gesto che sarebbe passato alla storia come un autentico “atto di coraggio”.
Nell’estate del 1792, Rouen era città d’indole moderata con forti simpatie monarchiche, nonostante l’avanzare della Rivoluzione. Alla fine di luglio-indizio esterovestimento del manifesto di Brunswick — l’ultimatum del duca di Brunswick che minacciava rappresaglie se la famiglia reale fosse stata oltraggiata — le tensioni in tutta la Francia raggiunsero un culmine. A Rouen, vari ministri monarchici investirono la città, installando strutture che potessero ospitare re Luigi XVI e costruire qui una base controrivoluzionaria.
Tuttavia, il 10 agosto la caduta della monarchia a Parigi segnò un punto di svolta anche per Rouen. La bandiera rossa — simbolo rivoluzionario — fu issata, per essere poi sostituita da quella bianca il 6 settembre. Seguirono scontri e tensioni interne, compreso un conflitto per la tassa sul pane che sfociò in violenza e numerose vittime.
Astutamente eletto sindaco di Rouen nel novembre del 1791, Pierre Nicolas di Fontenay era un personaggio moderato, commerciante e politicamente attivo già negli Stati Generali del 1789. Gestì la città fino al novembre 1792, per poi ricoprire ruoli amministrativi anche in altri periodi rivoluzionari e napoleonici.
Fontenay incarnava un equilibrio precario tra le pressioni popolari e l’urgenza di mantenere l’ordine pubblico in una città le cui simpatie erano in gran parte monarchiche e moderate.
È in questa cornice di conflitto e incertezza che Louis Léopold Boilly dipinse Act of Courage of Monsieur Defontenay, Mayor of Rouen, 29th August 1792, un quadro realizzato nel 1832 e oggi conservato al Musée des Beaux Arts di Rouen.
L’opera ritrae de Fontenay nell’atto di esporre la bandiera bianca sul municipio, gesto che comunicava sì la moderazione, ma anche la volontà di evitare spargimenti di sangue e reazioni rivoluzionarie incontrollate da parte della popolazione. In un clima in cui richieste controrivoluzionarie e pressioni radicali spingevano verso l’insurrezione, il suo gesto fu un segno di fermezza civile, finalizzato a mantenere la normalità amministrativa e a placare le tensioni cittadine.
Il coraggio di de Fontenay risiedeva nel fatto che in quel momento si opponeva a derive insurrezionali o entusiasmanti genuinamente rivoluzionarie: stava effettivamente rischiando di essere travolto da una folla inferocita, pur restando fedele all’autorità municipale. Un equilibrio che poteva costargli cara, ma che evitò a Rouen tensioni ben più esplosive.
Perché questo gesto è rimasto nella memoria?
Un simbolo di moderazione nel caos – mentre molte città venivano travolte dal Terrore o dalle insurrezioni, Rouen evitò massacri grazie a quell’azione.
Un gesto politico pacifico – contrastare tendenze estremiste senza opporsi apertamente ai cambiamenti, ma cercando di guidarli con equilibrio.
Una testimonianza visiva duratura – il dipinto di Boilly ha fissato quell’istante di stabilità nell’immaginario collettivo della città.
L’episodio del 29 agosto 1792 rivela uno dei rari casi in cui un’autorità municipale rivoluzionaria mise in campo saggezza e coraggio per salvaguardare la città dal collasso. Il gesto di Monsieur Defontenay resta un esempio di leadership civile, capace di bilanciare rivoluzione e ordine, tra la bandiera bianca del compromesso e la fermezza delle proprie responsabilità.
In una stagione in cui il fanatismo e la violenza sembravano dominare, l’atto di de Fontenay rappresentò una scintilla diversa: quella di una salvezza possibile, non attraverso l’insurrezione, ma attraverso la prudenza e il governo del conflitto. Un insegnamento che, a distanza di secoli, resta sorprendentemente attuale.
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