venerdì 18 febbraio 2022

Come ha reagito l'Europa alla dissoluzione del Sacro Romano Impero?

Si era nel mezzo delle guerre napoleoniche, con uno Stato (la Francia) che faceva paura a tutta l'Europa dove, oltretutto, lo shock della Rivoluzione non era ancora passato.

Francamente, si aveva altro a cui pensare.

Poi erano ormai secoli che il Sacro Romano Impero, come lo definì Voltaire un cinquantennio prima, non era più né Sacro né Romano né un Impero.

In effetti, a partire almeno dalla Pace di Westfalia (1648) che pose fine alla Guerra dei 30 anni, l'impero era diventato nulla più che un involucro di Stati pienamente autonomi e sovrani, ognuno con la propria moneta, il proprio esercito e la propria religione.



La stessa carica imperiale perse progressivamente di significato, rendendo praticamente una pura formalità la sua elezione, ormai appannaggio esclusivo degli Asburgo.

Questa non fu che una conferma, dato che gli Stati che ne facevano teoricamente parte erano de facto autonomi dall'autorità imperiale, come gli Stati italiani che, semmai, si sentivano più legati alla monarchia spagnola o a quella francese.
Gli Stati tedeschi non erano messi granché meglio, tanto che anche dopo ci furono diverse guerre tra di loro, seppure teoricamente vietate.

Per questo, anche dopo il Congresso di Vienna, si decise di non farlo risorgere anzi, si semplificò ulteriormente la mappa politica d'Europa, cancellando principati vescovili e feudi imperiali sparsi in Italia e Germania e accorpandoli a Stati più grandi vicini.


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