lunedì 11 luglio 2022

Alcuni eventi storici italiani curiosi e poco conosciuti

Giulia Tofana, fu una Serial Killer italiana del XVII secolo che, con i suoi veleni, aiutò oltre 600 donne ad uccidere i loro mariti da cui non potevano divorziare.



A mali estremi, estremi rimedi, no?

Bene, Giulia Tofana era era la regina dei rimedi estremi. Una vera professionista nel campo dei veleni. Ad inventare la sua "pozione" magica in realtà fu sua mamma, Tofana D'Adamo che rese popolare la sua "acqua Tofana" nella città di Palermo.

Dopo la sua esecuzione, avvenuta nel 1633, sua figlia Giulia si limitò ad allargare il mercato, vendendo il veleno al di fuori di Palermo, quindi a Napoli e a Roma.

La pozione era incredibilmente perfetta per l'uso che ne veniva fatto. Era altamente tossica, ed erano sufficienti poche gocce per procurare al malcapitato una morte priva di sintomi dopo diversi giorni, facendo sì che l'assassinio non venisse scoperto.

Giulia non vendeva questa sua "acqua Tofana" per diletto, ma perché voleva dare una mano alle povere donne intrappolate in matrimoni combinati, matrimoni forzati o violenti. Il divorzio non esisteva ancora, e l'unica scappatoia era la morte (del marito).

Il suo lavoro andò avanti per diversi anni, finché non si presentò alla sua porta la contessa di Ceri. Acquistò una boccetta di veleno per liberarsi del marito, ma utilizzò tutto il liquido, smuovendo i sospetti dei parenti del defunto, che morì di una morte lenta e atroce.

Le indagini condussero a Giulia Tofana, la quale venne imprigionata e torturata, ammettendo di aver venduto, soprattutto a Roma, durante il periodo della peste (cosa che rendeva ancora più difficile identificare gli avvelenamenti), boccette sufficienti ad uccidere 600 persone.

Il 5 luglio 1659 fu condannata e giustiziata a Roma, in Campo de' Fiori, insieme alla figlia o sorella Girolama Spera e ad altre 3 donne colpevoli di aver avvelenato i propri mariti.


Aggiungo la guerra di successione di Mantova e del Monferrato (1628–1631), poco conosciuta se non fosse per il Manzoni, che coinvolse l'Italia nella Guerra dei 30 anni.

Alla morte di Vincenzo II Gonzaga, si aprì una crisi dinastica che vide 2 candidati a reclamarne la successione, supportati dalle grandi potenze per interessi politici e strategici.



Il candidato francese Carlo di Gonzaga-Nevers, sostenuto da Luigi XIII e dal Cardinale Richelieu, avrebbe dovuto ereditare il Ducato di Mantova e del Monferrato.



Però l'Imperatore Ferdinando II d'Asburgo (che aveva molta voce in capitolo essendo formalmente Mantova un feudo imperiale) rifiutò la sua successione al trono appoggiando le rivendicazioni di Ferrante II Gonzaga, già Duca di Guastalla, ovviamente sostenuto dalla Spagna e dall'Impero.


Però, come sempre, non c'è due senza tre: infatti, il Duca Carlo Emanuele I di Savoia era interessato anche a lui ad impadronirsi di quelle terre avanzando pretese dinastiche (essendo imparentato con i Gonzaga di Mantova) e salendo sul carro del vincitore (i Savoia, si sa, non finivano mai una guerra come l'avevano iniziata).

Si crearono così 2 schieramenti: il fronte francese con Francia, Repubblica di Venezia e Stato Pontificio ed il fronte asburgico/imperiale con Spagna, Impero e… udite udite il Ducato di Savoia!!!

Alla fine della fiera, il conflitto si concluse con la vittoria francese di fatto: l'Imperatore dovette riconoscere la legittimità della successione di Carlo di Gonzaga-Nevers, nuovo Duca di Mantova, mentre i Savoia ci guadagnarono qualche modifica territoriale a loro vantaggio.




















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