giovedì 14 luglio 2022

Il fatto più discutibile nella storia


Voglio focalizzarmi su una delle figure più note degli ultimi secoli: Napoleone Bonaparte e l'altezza dell'Imperatore, soprannominato "Le petit corporal" (Il piccolo caporale).


Questa è generalmente una delle prime cose che ci viene in mente quando pensiamo a Napoleone, nonostante i suoi grandi successi come leader militare.

Perché la gente pensa che Napoleone fosse basso?
Gli storici affermano che Napoleone, durante le sue apparizioni pubbliche o campagne militari, sarebbe stato circondato da guardie del corpo e soldati nel suo esercito (in particolare la sua Guardia Imperiale che aveva requisiti di altezza).
Sarebbe apparso in piedi vicino al suo esercito. Il suo soprannome, "piccolo caporale", potrebbe essere stato usato più come un termine di affetto, piuttosto che una descrizione della sua altezza.
Per quanto riguarda la sua prima moglie Josephine e la sua esigenza di non indossare i tacchi alti, alcuni sostengono che deve essere stata solo un modo per lei per non apparire più alta dell'imperatore. (Vi ricordo che la sua altezza è riportata come 1,52 metri)


Dopotutto era un maestro della propaganda e un megalomane.
Qual è la fonte più affidabile della vera altezza di Napoleone?


Un medico francese, al momento della sua morte, nell'isola di "Santa Helena" ha registrato la sua altezza di 1,57 metri.
La versione più affidabile è che il medico (in quanto francese) avrebbe usato un sistema di misurazione francese. 1,57 nella misura francese equivale a circa 1,70–1,73 metri nella misura britannica.
Ciò lo rendeva leggermente più alto del maschio inglese medio che era alto 1,67.
Conclusione dei fatti di cui sopra;
La conclusione di tutti i fatti di cui sopra e probabilmente idee sbagliate, è che quanto meno l'"Imperatore" non era basso, o almeno non più basso dell'altezza media della popolazione del periodo in cui visse.
Dopotutto, essendo il vero maestro di propaganda che era, perché avrebbe dovuto descriversi come "basso", o lasciare che gli altri pensassero che lo fosse ?!
Non suona molto Napoleonico, per essere più obiettivi, sembra una propaganda nemica al suo meglio. No?



mercoledì 13 luglio 2022

Francia e Germania furono entrambi Paesi sconfitti. Perché Napoleone è così famoso in Francia, mentre la reputazione di Hitler è così pessima?

Napoleone Bonaparte - Wikipedia



Napoleone Bonaparte non era Adolf Hitler. Nonostante quello che molte persone credono o vogliono che tu creda, questi due uomini erano persone estremamente diverse.
Ecco una citazione dal libro di David Chandler Le Campagne di Napoleone:
"Dagli anni '40 è stato di moda in alcuni ambienti confrontare Napoleone con Hitler. Niente potrebbe essere più degradante per il primo e più lusinghiero per quest'ultimo. Il confronto è odioso. Nel complesso Napoleone fu ispirato (almeno nei primi anni) da un nobile sogno, completamente diverso dal vaneggiato, ma nato morto "Nuovo Ordine" di Hitler. Napoleone lasciò grandi e durature testimonianze del suo genio, nei codici di legge e nelle identità nazionali che sopravvivono oggigiorno. Adolf Hitler non ha lasciato altro che distruzione".
Lo stesso Napoleone disse in un momento di straordinaria perspicacia: “La mia vera gloria non sono le 40 battaglie che ho vinto, perché la mia sconfitta a Waterloo distruggerà il ricordo di quelle vittorie. . . . Ciò che nulla distruggerà, ciò che vivrà per sempre, è il mio codice civile”.
Questa è la prima ragione che differenzia Napoleone da Hitler. Per Napoleone la sua eredità può ancora essere sentita e osservata oggi in Francia, in modo positivo. La Germania, d'altra parte, ha solo l'eredità del tempo, della morte e degli orrori di Hitler.
Napoleone fu, secondo un detto dell'epoca "La rivoluzione a cavallo", sì, conquistò terre e fece guerre contro altre nazioni, ma nelle terre che conquistò impose la libertà di religione e l'uguaglianza davanti alla legge. Emancipò gli ebrei e promosse gli uomini in base al merito, piuttosto che alla nascita.
Napoleone non era né un santo, né un mostro. Potresti incolparlo di tutte le guerre a cui ha preso parte e potresti avere ragione, ma Napoleone era un uomo del Diciottesimo Secolo, e all'epoca era perfettamente normale che un re facesse guerra ai suoi vicini e annettesse territori da vittorioso. L'unica differenza era che, in generale, se un re diventava troppo potente, le altre nazioni si alleavano per sconfiggerlo, ma nel caso di Napoleone questo non gli impedì di vincere.
Napoleone aveva ragioni più pragmatiche per andare in guerra, piuttosto che una sete di sangue senza fine o un appetito per la conquista. Come disse a Metternich nel 1813: “I tuoi monarchi nati sul trono possono tornare sconfitti nella loro capitale 20 volte di seguito. Io non posso. Sono un parvenu, un soldato che è diventato imperatore. Il mio regno non sopravviverebbe al giorno in cui smettessi di essere forte e quindi di essere temuto”.
Ancora una volta aveva ragione. Per tutti i re e gli imperatori in Europa, nonostante tutti i suoi tentativi, Napoleone era ancora ai loro occhi il secondo figlio della nobile e povera famiglia corsa, l'ufficiale francese che divenne imperatore non grazie al suo sangue ma per merito, e per questo motivo non lo avrebbero mai accettato come uno dei loro.
La sua testardaggine nel continuare la guerra nel 1813 e nel 1814 fu guidata da questo fatto, doveva essere vittorioso per continuare a essere tollerato dalle altre nazioni. Inoltre non poteva sopportare l'idea di vedere la Francia ridotta ai suoi confini precedenti, la semplice idea di vedere invertite le conquiste fatte durante la Rivoluzione francese lo faceva star male. Tuttavia, alla fine capì che tutto era perduto ed era pronto a concordare qualsiasi pace che la Coalizione avrebbe offerto all'unica condizione di restare al potere, ma loro rifiutarono, così lui abdicò, comprendendo che se avesse resistito e continuato a combattere, sarebbe stata la fine della Francia. Disse: "Se resisto, la Francia precipiterebbe nella guerra civile. Amo troppo la Francia per questo! Volevo solo la sua gloria! Non sarò la ragione della sua morte! Non voglio vedere questo bellissimo Paese devastato dalla mia colpa! Vogliono che io abdichi ... abdicherò!"
Hitler, d'altra parte, iniziò una guerra a causa delle sue convinzioni razziali per sterminare di un popolo, cancellare una cultura e promuovere un nuovo ordine di cose in cui l'umanità sarebbe stata rimodellata nel modo che lui pensava. Allestì campi di sterminio e confinò i polacchi nei ghetti. Quando tutto andò perduto, Hitler rifiutò di arrendersi, si rinchiuse in un bunker e si uccise.

La tomba di Napoleone.


martedì 12 luglio 2022

Cos'è una nave della linea


Dal 17° al 19° secolo, la tattica tipica usata dai comandanti delle flotte della maggior parte delle nazioni europee era quella di allineare i propri vascelli in un'unica colonna detta linea di battaglia per affrontare le flotte nemiche (le cui navi erano schierate allo stesso modo) in duelli di artiglieria a colpi di cannone.
Solo le navi più robuste e dotate di armi pesanti potevano essere usate in questa tattica. Per questo motivo venivano chiamate "ship of the line" che in italiano possiamo tradurre navi della linea di battaglia.

"Ship of the Line" russe della flotta del Mar Nero.

La disposizione in fila indiana e a ranghi serrati evitava manovre di penetrazione da parte degli avversari.
Rispetto alle mischie delle tattiche precedenti, che spesso erano così caotiche da trasformarsi in molti singoli abbordaggi nave contro nave, questo tipo di formazione consentiva di avere un solo fianco esposto alle bordate dei cannoni nemici. Inoltre potevano essere sparati colpi senza il timore di danneggiare le navi del proprio schieramento.
Le prime "navi della linea" furono costruite per ordine del re Carlo I, che ordinò ai suoi carpentieri di costruire una "grande nave" nel 1637.
Venne così realizzata la Sovereign of the Seas. Con 102 cannoni di bronzo, la nave aveva più potenza di fuoco dell'artiglieria napoleonica a Waterloo (successivamente l'armamento della nave fu ridotto a 90 cannoni).

Sovereign of the Seas

Non sorprende che questa nave abbia dato il via a una grande corsa agli armamenti che è durata per la maggior parte dei successivi due secoli.
Inizialmente le navi erano classificate in base alla dimensione dell'equipaggio ma poi si passò alla classificazione in base ai cannoni trasportati.
Le navi di prima classe della linea, ad esempio, trasportavano almeno 98 cannoni e venivano generalmente utilizzate come navi ammiraglie. La Victory di Nelson montava 104 cannoni disposti su tre ponti.

Un ponte con i cannoni sulla HMS Victory

Un vascello di quarta classe, d'altra parte, poteva vantare solo 50-60 cannoni. A metà del XVIII secolo erano considerati troppo piccoli per prendere posto nella linea di battaglia e venivano usati come fregate (navi veloci usate con compiti di pattuglia e di scorta - NdT).
Una delle più grandi navi di linea di sempre fu la spagnola Santisima Trinidad, che nel 1804 sfoggiò 140 cannoni. Fu catturata a Trafalgar ma in seguito fuggì da Cadice.
La Marina degli Stati Uniti costruì la USS Pennsylvania: una gigantesca nave di linea, con quattro ponti, da 140 cannoni. Fu varata nel 1837.

La USS Pennsylvania e la sua sorella USS North Carolina.



lunedì 11 luglio 2022

Alcuni eventi storici italiani curiosi e poco conosciuti

Giulia Tofana, fu una Serial Killer italiana del XVII secolo che, con i suoi veleni, aiutò oltre 600 donne ad uccidere i loro mariti da cui non potevano divorziare.



A mali estremi, estremi rimedi, no?

Bene, Giulia Tofana era era la regina dei rimedi estremi. Una vera professionista nel campo dei veleni. Ad inventare la sua "pozione" magica in realtà fu sua mamma, Tofana D'Adamo che rese popolare la sua "acqua Tofana" nella città di Palermo.

Dopo la sua esecuzione, avvenuta nel 1633, sua figlia Giulia si limitò ad allargare il mercato, vendendo il veleno al di fuori di Palermo, quindi a Napoli e a Roma.

La pozione era incredibilmente perfetta per l'uso che ne veniva fatto. Era altamente tossica, ed erano sufficienti poche gocce per procurare al malcapitato una morte priva di sintomi dopo diversi giorni, facendo sì che l'assassinio non venisse scoperto.

Giulia non vendeva questa sua "acqua Tofana" per diletto, ma perché voleva dare una mano alle povere donne intrappolate in matrimoni combinati, matrimoni forzati o violenti. Il divorzio non esisteva ancora, e l'unica scappatoia era la morte (del marito).

Il suo lavoro andò avanti per diversi anni, finché non si presentò alla sua porta la contessa di Ceri. Acquistò una boccetta di veleno per liberarsi del marito, ma utilizzò tutto il liquido, smuovendo i sospetti dei parenti del defunto, che morì di una morte lenta e atroce.

Le indagini condussero a Giulia Tofana, la quale venne imprigionata e torturata, ammettendo di aver venduto, soprattutto a Roma, durante il periodo della peste (cosa che rendeva ancora più difficile identificare gli avvelenamenti), boccette sufficienti ad uccidere 600 persone.

Il 5 luglio 1659 fu condannata e giustiziata a Roma, in Campo de' Fiori, insieme alla figlia o sorella Girolama Spera e ad altre 3 donne colpevoli di aver avvelenato i propri mariti.


Aggiungo la guerra di successione di Mantova e del Monferrato (1628–1631), poco conosciuta se non fosse per il Manzoni, che coinvolse l'Italia nella Guerra dei 30 anni.

Alla morte di Vincenzo II Gonzaga, si aprì una crisi dinastica che vide 2 candidati a reclamarne la successione, supportati dalle grandi potenze per interessi politici e strategici.



Il candidato francese Carlo di Gonzaga-Nevers, sostenuto da Luigi XIII e dal Cardinale Richelieu, avrebbe dovuto ereditare il Ducato di Mantova e del Monferrato.



Però l'Imperatore Ferdinando II d'Asburgo (che aveva molta voce in capitolo essendo formalmente Mantova un feudo imperiale) rifiutò la sua successione al trono appoggiando le rivendicazioni di Ferrante II Gonzaga, già Duca di Guastalla, ovviamente sostenuto dalla Spagna e dall'Impero.


Però, come sempre, non c'è due senza tre: infatti, il Duca Carlo Emanuele I di Savoia era interessato anche a lui ad impadronirsi di quelle terre avanzando pretese dinastiche (essendo imparentato con i Gonzaga di Mantova) e salendo sul carro del vincitore (i Savoia, si sa, non finivano mai una guerra come l'avevano iniziata).

Si crearono così 2 schieramenti: il fronte francese con Francia, Repubblica di Venezia e Stato Pontificio ed il fronte asburgico/imperiale con Spagna, Impero e… udite udite il Ducato di Savoia!!!

Alla fine della fiera, il conflitto si concluse con la vittoria francese di fatto: l'Imperatore dovette riconoscere la legittimità della successione di Carlo di Gonzaga-Nevers, nuovo Duca di Mantova, mentre i Savoia ci guadagnarono qualche modifica territoriale a loro vantaggio.




















domenica 10 luglio 2022

Perché gli inglesi hanno perso così male nella battaglia di New Orleans durante la guerra del 1812?

 




C'erano diverse ragioni. La prima e più importante era l'eccessiva fiducia. Credevano che l'esercito americano fosse composto di pezze e che sarebbe fuggito non appena fosse iniziata la battaglia.

In secondo luogo, c'era la questione dell'intelligence. Jean Lafitte fornì a Jackson preziose informazioni che furono usate contro gli inglesi.

Terzo, c'era la questione del generale Jackson. Egli ideò un piano di battaglia impeccabile che sfruttava la geografia del Mississippi e non chiedeva ai suoi uomini di fare più di quanto fossero capaci.


sabato 9 luglio 2022

Un evento pubblico che si è trasformato in una tragedia

1389 persone morirono durante il banchetto per l'incoronazione dell'imperatore russo Nicola II il 30 maggio 1896. Il buffet prevedeva la distribuzione a ciascun cittadino di un panino, un pezzo di salsiccia, salatini, pan di zenzero e una tazza commemorativa.

Durante i festeggiamenti si sparse la voce che non ci sarebbero stati abbastanza salatini per tutti e che le tazze contenessero al loro interno una moneta d'oro: la folla di 500.000 persone cominciò a correre e l'assembramento causò morti e feriti.


venerdì 8 luglio 2022

Quali sono alcuni eventi della storia francese curiosi e poco conosciuti?

Nel 1719, la Francia propose ai suoi detenuti di uscire di prigione ma solo se avessero accettato di sposare una prostituta e partire insieme per la Louisiana.



Nel tardo XVII secolo degli esploratori francesi, giunsero in America per motivi di carattere economico ma anche, stabilirono dei punti d'appoggio sul Golfo religioso del Messico e sul fiume Mississippi. L'esploratore francese René Robert Cavelier de La Salle chiamò la regione Louisiana in onore del re di Francia Luigi XIV nel 1682.

La speranza dei coloni che si trasferivano li era quella di trovare una terra ricca di oro e argento, ma non era tutto così semplice. Non mancavano inoltre le pressioni degli inglesi che possedevano territori non molto distanti e che puntavano all'espansione.

Nel frattempo, in Francia, le persone stavano lottando per provvedere alle loro famiglie, la criminalità era ai massimi storici e il conteggio dei prigionieri aumentava ogni giorno. Il governo doveva fare qualcosa per superare questo crollo economico e placare la sua popolazione inquieta.

Le cose cambiarono quando arrivò John Law, un economista e finanziere scozzese che propose un'idea a due poco geniale. L'attrazione di trasferirsi nella nuova terra per molti francesi era ormai scomparsa, ma c'era ancora un bisogno urgente di una forza lavoro per espandere la colonia. Riponendo più fiducia in lui, il Duca d'Orleans approvò la sua idea nel 1719.

I prigionieri che affollavano le prigioni potevano riavere la libertà, ma solo a patto di sposare un altra detenuta (che spesso si trovava lì per prostituzione) e trasferirsi insieme nella nuova colonia. I due erano ammanettati e accompagnati fino al porto. In questo modo riuscirono a risolvere tre problemi in un solo colpo.

Abbassarono il numero di criminali nello stato, risolsero il problema dell'affollamento delle prigioni e trovarono forza lavoro per la colonia nel nuovo continente.