sabato 20 novembre 2021

Una delle vicende più bizzarre nella storia degli ammutinamenti

Tahiti, 28 aprile 1789.

A 24 giorni di navigazione, l’equipaggio del Bounty si ammutinò, abbandonando al suo destino il comandante, il tenente di vascello William Bligh, assieme a pochi compagni, a bordo di una lancia nel mezzo del Pacifico. Bligh sopravvisse all’avventura, ma cosa accadde al suo equipaggio ammutinato?



Guidati dal secondo, il tenente Fletcher Christian, gli ammutinati speravano di trovare un’isola dove stabilirsi al riparo della Real Marina britannica, che setacciava il Pacifico a caccia dei ribelli. Ma gli sforzi degli ammutinati per trovare una nuova patria fallirono miseramente.

Due terzi dei marinai ammutinati insistettero per tornare a Tahiti, dove sbarcarono; i restanti nove uomini rapirono alcune ragazze indigene e levarono l’àncora, con a bordo 12 donne e 3 uomini tahitiani. L’equilibrio dei sessi fu sconvolto quando altri tre tahitiani emersero dalla stiva del vascello. Per quattro mesi il Bounty cercò nel vasto oceano un punto di approdo, e lo trovò nel gennaio del 1790 sull’isola di Pitcairn.

Dato alle fiamme il vascello, i nove bianchi si divisero il territorio e considerarono come schiavi i sei tahitiani. Nel giro di un anno, due donne degli ammutinati erano morte e i due rimasti senza compagna ne rapirono altre due che vivevano con i tahitiani. Costoro tramarono di uccidere i bianchi, ma vennero uccisi. Nel settembre del 1793 i quattro restanti tahitiani si ribellarono nuovamente e uccisero cinque bianchi (tra essi vi era Fletcher Christian), ma nuovi intrighi portarono alla morte degli ultimi quattro tahitiani.

Dopo sei mesi di pace, uno degli ammutinati scoprì un metodo per ricavare l’alcol da una pianta dell’isola. Nel giro di un anno, costui si era intossicato al punto tale che, in preda al delirio, si gettò da una scogliera. L’ubriachezza di un altro spinse al suicidio la sua donna e terrorizzò le sue compagne tanto che due ex marinai gli fracassarono il cranio con un’ascia.

Per reazione all’inenarrabile barbarie, i due ammutinati superstiti, Edward Young e Alexander Smith, istituirono un regime di sobrietà e lavoro nella colonia.

Oggi i poco più di 50 abitanti di questo lembo di terra conducono un’esistenza semplice, ed il loro dialetto abbraccia l’inglese e tahitiano, ricordo delle origini dei loro antenati.




venerdì 19 novembre 2021

Il soldato più particolare di Garibaldi


Marsala, maggio 1860.

Tra le camicie rosse appena sbarcate in Sicilia, c’è anche una donna, la quale, per partecipare alla spedizione senza dare nell’occhio, è costretta a travestirsi da uomo.

La coraggiosa signora in questione si chiama Rosalia Montmasson, ed è la consorte di un personaggio molto importante della Storia Italiana: Francesco Crispi.

Ma Rosalia, dopo aver chiesto al marito di poter lottare per quell’unificazione tanto agognata, le risponde con un secco “no”. Crispi però capisce che la donna è irremovibile, perciò la costringe a travestirsi per poter far parte dei garibaldini.

Combatte a Calatafimi, per poi congedarsi con onore.

Crispi seccato da quella sfrontata e poco ossequiosa compagna, trova conforto tra le braccia di un’altra donna. La sagace Rosalia però non solo lo scopre, ma lo lascia anche.


Decisione coraggiosa per i tempi, ma come avete potuto rilevare, la donna ne aveva da vendere.

Preferisce morire sola e dimenticata nella capitale, ma con l’integrità morale incorruttibile, piuttosto che vivere negli agi con un uomo che non la rispetta.


giovedì 18 novembre 2021

Uno degli atti più eroici di un’intera comunità

Eyam, settembre 1665.

George Viccars è un sarto che sta per compiere un gesto inconsapevolmente catastrofico: aprire un pacco di stoffa nella sua casa e appenderlo davanti al fuoco per farlo asciugare. Con quel semplice gesto scatena sulla comunità una terribile pandemia, perché il pacco proviene da Londra, dove la peste bubbonica infierisce per mesi e la stoffa ospita pulci infette.



L’uomo muore nel giro di una settimana e alla fine di quello stesso mese l’elenco di contagiati è giunto a 23 casi; la peste è scoppiata nel remoto villaggio di Eyam.

Gli abitanti, colti dal panico, si preparano ad abbandonare il borgo per emigrare in luoghi più sicuri, ma temendo che ciò non facesse altro che diffondere il morbo nelle campagne, i pastori anglicani del paese si adoperano per impedire l’esodo della popolazione.

William Mompesson e Thomas Stanley perciò convincono i cittadini a restare in paese, che si chiudono in casa, interrompendo ogni comunicazione con il mondo. Costruiscono un muro di pietre per delimitare i confini del villaggio e a nessuno è consentito varcarlo.

Verso la fine di agosto del 1666, due terzi della popolazione muoiono di peste; ormai non si celebrano più i riti funebri e quando i posti nel cimitero esauriscono, i cadaveri vengono seppelliti nei giardini e nei campi. La chiesa viene chiusa nel tentativo di arginare il contagio e si prega l’altissimo all’aperto.

Bisogna aspettare novembre per non registrare nuovi casi nella cittadina: dei 350 abitanti, solo 90 sopravvivono tra i quali i due pastori.

Il volontario isolamento del paese di Eyam fu un atto di inaudito eroismo, ricordato ancora oggi.



mercoledì 17 novembre 2021

Qual è stato uno dei nobili più eccentrici di sempre?

Matthew Robinson Morris era un nobile inglese di grande acume e vasta cultura, vissuto nel ‘700.



Profondamente democratico nelle sue opinioni politiche e convinto sostenitore dell’uguaglianza di tutti gli uomini, aveva però delle stranezze che sconcertavano i suoi contemporanei.

Innanzitutto era l’unico gentiluomo in Gran Bretagna a sfoggiare la barba, ed era ossessionato da moltissime credenze, come il fallimento della Banca d’Inghilterra, anche se il temuto disastro non avrebbe avuto gravi conseguenze, visto che la Terra di lì a poco “sarebbe stata arsa dal fuoco”.

Si opponeva allo sfruttamento intensivo del suolo e lasciò che le sue tenute tornassero alla natura, con uccelli e animali di ogni genere che popolavano le sue terre in piena libertà.

Respingeva con veemenza il consumo di cibi “esotici”, detestava lo zucchero, il caffè, alcolici e si nutriva solo di brodo di carne e grandi quantità d’acqua. Maniaco delle virtù dell’acqua, il lord elargiva monetine a tutti coloro che vedeva intenti a berla.

Adottò uno stile di vita semi acquatico, trascorrendo ore a nuotare in mare molto prima che il turismo balneare diventasse uno svago di massa.

Odiava i medici e quando si ammalò minacciò di diseredare il nipote se ne avesse chiamato uno.

Morì a 88 anni.


martedì 16 novembre 2021

L'esercito inglese è mai stato sconfitto nella guerra rivoluzionaria americana?

Spesso e male. Allo stesso modo, gli americani furono sconfitti spesso e malamente.

Le due parti hanno combattuto un gran numero di battaglie e scaramucce proprio sul territorio americano. Gli inglesi ne vinsero alcuni e ne persero altri. Alla fine, gli americani potevano sostituire le loro perdite, in particolare perché la maggior parte erano volontari locali, ma gli inglesi dovevano reclutare i loro sostituti in Europa tra una dubbia sottoclasse economica e spedirli attraverso l'Oceano Atlantico. È stato un processo rovinosamente costoso.


lunedì 15 novembre 2021

Chi nella storia è stato visto come un eroe quando in realtà era una persona terribile?

Un criminale che è costato la vita di varî milioni di persone, tra soldati e civili, seminando la guerra, la distruzione e la morte in tutto il continente europeo.

Drogato della propria immagine e della posizione di comando.

Applicò la più plateale possibile espressione del familismo nell'assegnazione delle cariche, dando titoli di governo ai suoi fratelli e parenti.

Sto parlando di lui:



domenica 14 novembre 2021

Un fatto poco noto sui coloni americani

Erano praticamente degli alcolizzati. Non sto scherzando, lo stesso Washingston dichiarò che l'alcol era la rovina dei lavoratori americani, e non stiamo parlando certo di un astemio: era un buon bevitore e possedeva la distilleria più grande degli Stati Uniti. Eppure si rendeva conto di quanto l'alcolismo fosse una piaga della società americana del XVII, XVIII e XIX secolo. Ma vediamo nel dettaglio…

La maggior parte dei coloni americani era convinta che l'alcol potesse curare le malattie, dare forza ai deboli, dare vigore agli anziani, tenere calde le persone durante le stagioni fredde, aiutare la digestione, e aumentare la forza. Il whiskey poteva curare le coliche e le laringiti. Il punch bollente con il brandy curava il colera. Le ciliegie immerse nel rum curavano il raffreddore. Addirittura le donne incinte ricevevano un bicchierino di alcol al lavoro per aiutarle a sopportare i dolori della gravidanza. L'acqua, al contrario, ti faceva ammalare. Questo a dir la verità era vero in parte. Molti fiumi erano inquinati nei pressi delle città, e berne le acque poteva causare diversi problemi. Per dissetarsi era molto comune bere sidro o birra, piuttosto che acqua.



Molti americani iniziavano a bere già dal primo mattino e smettevano solo per andare a letto. Si beveva alle feste, ai matrimoni, ai funerali, alle elezioni, e persino sul lavoro. Addirittura, tra gli studenti era diffuso il consumo di birra. Nel 1639, il primo professore dell'Harvard College di Cambridge, in Massachussetts, fu licenziato perché la sua scuola non servì birra agli studenti per una intera settimana, e questo era inaccettabile. Anche i Padri Fondatori erano ottimi bevitori. John Adams beveva un bicchiere di sidro ogni mattina. Thomas Jefferson importava vini dalla Francia. Samuel Adams gestì la birreria del padre. Benjamin Franklin addirittura inventò oltre 200 termini per definire lo stato di ebbrezza, tanta era la sua passione per il bere.

Gli americani chiaramente non conoscevano né gli effetti negativi dell'alcol sulla salute, né la dipendenza da alcol. Per molti di loro, l'eccesso nel bere era semplice mancanza di forza di volontà, non certo una patologia.

Nel tardo 1700, Benjamin Rush, un fisico di Philadelphia, iniziò a studiare le malattie mentali, in particolare la dipendenza da alcol. Rush osservò che "L'uso di liquori forti è all'inizio effetto del libero arbitrio. Da abitudine diventa poi necessità." Il suo consiglio agli alcolizzati, valido anche oggi, era quello di astenersi completamente, di non assaggiare neanche l'alcol. Tuttavia Rush non era favorevole alla totale astinenza (consigliata appunto solo a chi aveva problemi di dipendenza). Fu anzi autore di un curioso schema che riassumeva gli effetti dell'alcol.


Nel 1790, il neonato governo degli Stati Uniti stimò che il consumo annuo pro-capite di alcol fosse di 130 litri di birra e sidro, 18 litri di distillati (il triplo del consumo odierno), e 4 litri di vino.

Nel 1770, c'erano oltre 140 distillerie di rum nelle colonie americane, e producevano circa 4.8 milioni di galloni annui, circa 18 milioni di litri. Era un rum inferiore di qualità a quello dei Caraibi, ma era più economico e si trovava in maggiori quantità. Fino agli anni della Rivoluzione, fu il rum la bevanda più diffusa. Quando la Royal Navy iniziò a rendere più difficili i commerci via mare, e quindi anche l'importazione delle materie prime per produrre il rum, gli americani spostarono la produzione sul whiskey. Il whiskey era già diffuso in precedenza, ma era prodotto solo da contadini che avevano grano in eccesso. Con la Rivoluzione divenne invece il liquore di punta e ben presto divenne il simbolo dell'unità nazionale americana. Lo stesso George Washington, intuito che il whiskey sarebbe stato il liquore del futuro, dopo la sua presidenza si dedicò alle distillerie. Nell'anno della sua morte, il 1799, le sue distillerie producevano 11.000 galloni annui (circa 42.000 litri).

I coltivatori di cereali avevano infatti compreso che gli conveniva molto di più usare i loro cereali per produrre e vendere whiskey, poiché era meno costoso da spedire, non andava a male se stoccato nei magazzini, e faceva guadagnare di più. Si arrivò quindi al punto che quasi ogni americano produceva whiskey direttamente o aveva almeno un parente impegnato in questa attività. Nel 1830, le distillerie sul territorio americano era oltre 20.000. Il consumo di alcol ebbe una diminuzione solo dopo la metà del XIX secolo, quando vari movimenti religiosi protestanti introdussero la virtù dell'astinenza o della moderazione nel bere.