Metodico e disciplinato, Immanuel Kant divenne famoso per la sua proverbiale abitudinarietà.
Da quando acquistò casa, nel 1783, fino alla sua morte (1804), si attenne a una rigida routine.
Si svegliava alle 5 del mattino, beveva una tazza di tè e fumava la pipa.
Teneva le lezioni, che teneva dalle 7 alle 11, poi si dedicava ai suoi scritti fino all’1 del pomeriggio, quando pranzava.
Faceva una passeggiata, ed era talmente preciso che gli orologi venivano regolari sul suo passaggio.
Infine rincasava e si trincerava nel suo studio per scrivere e pensare. Ne usciva per un’altra pipata e un bicchiere di vino.
Cenava alle 20:00 e alle 22:15 si addormentava nel buio più completo.
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