Questa è l'immagine che, soprattutto in Occidente, è passata degli harem
In verità la situazione era un po' più complessa.
In molte civiltà orientali l'harem (notare l'etimologia da ḥarām:"proibito") era il luogo riservato alle donne, severamente vietato agli uomini, eccetto, ovviamente, il proprietario dell'harem stesso. Di guardia, solitamente, venivano messi gli eunuchi, proprio per evitare che stringessero relazioni sentimentali con le donne.
Negli Stati che praticavano la poligamia, le donne spesso mogli o amanti del potente di turno, erano a sua esclusiva disposizione.
Erano però anche luoghi che, proprio
per la loro particolarità, fungevano da rifugio per le donne parenti
del sovrano, non per forza sue amanti.
Soprattutto nell'epoca
ottomana, negli harem le figlie del Sultano venivano istruite e
ricevevano un'educazione consona al loro rango.
Sempre negli harem
potevano verificarsi manovre di palazzo e giochi di potere, colpi di
Stato inclusi, a opera delle principesse o favorite più
ambiziose.
Era, in un certo senso, anche un luogo dove si potevano
prendere decisioni importanti per la nazione.
Quindi il significato di luogo di depravazione e lussuria è passato nell'immaginario occidentale sul finire dell'Ottocento, quando la Turchia veniva vista come il malato d'Europa e, non facendo più così paura, veniva parodizzata.
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