lunedì 11 ottobre 2021

Perché Napoleone invase la Russia, e quale fu il risultato


Napoleone non aveva altra scelta. Il suo dominio dopo la pace di Tilsit si basava sull'alleanza con la Russia dello zar Alessandro e sul blocco continentale che doveva mettere in ginocchio l'unica rivale rimasta: l'Inghilterra.
Il sistema funzionò all'inizio, ma poi cominciò a mostrare le sue crepe. Napoleone distolto dall'infausta invasione della Spagna non poteva esercitare al meglio il suo controllo sull'Europa centrale.
Lo Zar e i suoi consiglieri cominciarono a pensare che l'accordo con Napoleone non fosse per loro vantaggioso. Il nuovo accordo di Erfurt non migliorò la situazione.


Nel 1812 era chiaro che lo zar e Napoleone erano diventati avversari. Bonaparte stimava Alessandro, probabilmente il suo intento era una grande dimostrazione di forza con il suo esercito di 600.000 uomini che doveva portare lo zar a una nuova pace e a un rinnovato accordo.
Le cose, come sappiamo non andarono così, i Russi non diedero battaglia, ma si ritirarono fino alle porte di Mosca. Lo scontro alla Moscova non fu decisivo.
L'incendio di Mosca, l'errore di Napoleone di procrastinare la ritirata fino a ottobre, sempre con la speranza di un ravvedimento dello zar portarono al disastro della ritirata in pieno inverno che decimò l'armata di Napoleone e che significò il suo declino definitivo.
Napoleone, infatti non si riprese mai da quella campagna. Aveva perso i suoi migliori uomini, non aveva più una cavalleria e le nazioni alleate cominciarono a defilarsi.


Anche all'interno la Nazione era stanca di guerre e morti.
Gli eventi successivi, Lipsia, la campagna di Francia, la prima e la seconda abdicazione e infine Waterloo furono la diretta conseguenza dell'invasione della Russia.


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