Aveva
un carattere molto fiero. Durante i suoi anni accademici fu posto in
arresto con l'ordine del giorno 12 agosto 1823 per aver detenuto due
libri proibiti, i
Débats
e la
Gazette de France
secondo il rapporto ufficiale,
Fanny ou l’orpheline
e
L’ile inconnue
secondo lo stesso Cavour. In ogni
caso, Cavour dichiarò che i libri non potevano essere cattivi in
quanto provenienti dalla biblioteca del padre (nobile
rispettabilissimo) e che non intendeva chiedere scusa. Alla fine fu
costretto a chiedere scusa con una lettera nella quale pare abbia
fatto numerosi giri di parole.
Fu
scomunicato da papa Pio IX per aver approvato (e in realtà anche
voluto) la cosiddetta "legge sui conventi", che prevedeva
la soppressione di tutti gli ordini religiosi non dediti
all'assistenza dei mendicanti o dei malati.
Era
un assiduo giocatore di scacchi e frequentava alcuni dei più famosi
giocatori dell'epoca, come Deschapelles. Le sue partite abituali
avvenivano al Caffè Florio di Torino, raduno di molti giocatori
d'azzardo.
Nonostante
sia considerato uno dei padri dell'unità d'Italia, Cavour parlava
molto male l'italiano (e se ne rammaricava spesso), poiché la
lingua parlata in casa sua (come in tutte le case dei nobili legati
ai Savoia) era il francese.
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