La maschera per nascondere il viso piu'
famosa e sicuramente piu' importante della storia e : La maschera di
ferro.
Il mistero dell’uomo dalla maschera
di ferro. L’identità del prigioniero politico più famoso
dell’epoca del Re Sole ha dato origine a innumerevoli leggende e
supposizioni.
Negli anni ‘80 del 1600 iniziò a
circolare in Francia e nei Paesi limitrofi la strana voce di un uomo
che, già da molti anni, viveva rinchiuso in un carcere di “massima
sicurezza” per ordine del sovrano Luigi XIV e che, cosa più
intrigante di tutte, indossava sempre una maschera di ferro che gli
copriva interamenente il volto.

Questa incisione del 1789 identifica
l’uomo dalla maschera di ferro con il conte di Vermandois, un
figlio illegittimo di Luigi XIV
Nel 1687 una gazzetta manoscritta
raccontava il suo trasferimento al carcere dell’isola di Santa
Margherita, di fronte a Cannes, sotto la custodia di un ex
moschettiere, Benigne de Saint-Mars. In precedenza entrambi erano
stati nelle fortezze di Pinerolo ed Exilles, sulle Alpi. Nel 1698 la
scena si ripeté quando Saint-Mars fu nominato governatore della
Bastiglia. Un ufficiale della prigione parigina ricordava nelle sue
memorie la sorpresa nel vedere arrivare il suo nuovo superiore
accompagnato da un detenuto «che il governatore tiene sempre
mascherato, e il cui nome non pronuncia».
La storia di questo misterioso
prigioniero ebbe fine un pomeriggio di novembre del 1703 nel cimitero
di Saint-Paul a Parigi, con la sepoltura di un tale Marchiali, nome
dato al detenuto morto poco prima nella Bastiglia, dopo 34 anni di
prigionia. Alle prime luci dell’alba i suoi vestiti ed effetti
personali furono bruciati e si iniziarono a levigare e imbiancare le
pareti tra le quali era stato nascosto dal momento del suo arrivo
alla torre, appena cinque anni prima.
Un parente del re?
Le testimonianze di chi aveva visto il
prigioniero alimentarono le speculazioni sul nome del personaggio che
si celava dietro la maschera e sul motivo della reclusione. In realtà
non erano pettegolezzi innocenti, poiché nascondevano la volontà di
criticare il re Luigi XIV e in generale l’assolutismo francese.
Così, durante la guerra dei nove anni (1688-1697) la propaganda
olandese tentò di sfruttare questa voce per minare la legittimità
di Luigi XIV, affermando che il prigioniero mascherato era un ex
amante della regina madre e, a sua volta, il vero padre del monarca.
In Francia i sospetti sull’identità
del personaggio caddero su diversi membri della numerosa famiglia
reale. Si ipotizzò che fosse Luigi di Borbone, conte di Vermandois,
figlio del Re Sole e di Louise de la Vallière. Luigi fu bandito
dalla corte dopo essere stato scoperto mentre praticava il “vizio
italiano”, com’era a quel tempo chiamata l’omosessualità. In
seguito cercò di riconquistare il favore reale nelle campagne delle
Fiandre, dove si ammalò e morì durante l’assedio di Courtrai
(1683), anche se alcuni credevano che in realtà fosse stato
imprigionato da suo padre.

Nel XVI e XVII secolo
erano di moda le maschere di velluto che le donne indossavano durante
i viaggi per proteggere la loro pelle dal sole e mantenerla bianca
Un altro candidato fu Francesco di
Borbone, duca di Beaufort. Questo cugino del re era stato uno dei
capi della Fronda, che tra il 1648 e il 1653 aveva congiurato contro
il re, ancora minorenne. Allontanato dal sovrano,partecipo' alle
campagne in aiuto dei veneziani contro l'impero ottomano, e
condusse l’assedio di Creta nel 1669. Morì in combattimento, ma il
suo corpo non fu mai ritrovato, dando adito alla tesi del suo
rapimento e incarcerazione da parte del re.
Nel XVIII secolo l’argomento della
maschera di ferro divenne incredibilmente popolare tra i critici
dell’assolutismo e le speculazioni sui candidati non fecero che
aumentare. Si diceva che il prigioniero fosse un figlio bastardo che
Anna d’Austria, madre di Luigi XIV, ebbe da uno dei suoi amanti,
tra i quali c’era anche il cardinale Mazzarino. Alcuni libellisti
[diffamatori], immaginarono che la maschera fosse la pena inflitta da
Luigi XIV agli amanti della moglie, la bigotta Maria Teresa
d’Austria. Per illuministi e rivoluzionari, la maschera era un
esempio di oppressione e tirannia che generava l’assolutismo del Re
Sole.
Voltaire, nel suo libro Il
secolo di Luigi XIV (1751), tramanda la versione più famosa
di questa storia. Il filosofo suppose che il prigioniero della
Bastiglia nascondesse il suo volto dietro una maschera di ferro che
sul mento "aveva molle di acciaio che gli permettevano di
mangiare". Voltaire, rinchiuso nella torre nel 1717, affermava
di conoscere la storia dell’uomo misterioso grazie a ciò che gli
avevano raccontato i detenuti di più lunga data. Senza mai rivelare
la sua identità, parlò di «un prigioniero di statura più alta
rispetto alla media, giovane e dalla figura nobile e bella». Era un
uomo «senza dubbio importante», dai modi raffinati e che suonava la
chitarra. Gli era servito dell'ottimo cibo, lo tenevano lontano
da qualsiasi contatto con gli altri detenuti e riceveva visite solo
dall’ufficiale giudiziario.
Sono state formulate molte ipotesi
sull’uomo dalla maschera di ferro, per esempio che fosse il
cavaliere di Rohan, capo di una cospirazione contro il re, anche se
le date della sua reclusione o morte non coincidono con quelle
dell’uomo mascherato. Secondo un’invenzione romanzesca, l’uomo
dalla maschera di ferro sarebbe Nabo, un famoso paggio pigmeo che
avrebbe messo incinta la regina Maria Teresa.
Gli storici più rigorosi, d’altro
canto, hanno preso in considerazione altri candidati. Uno di loro è
Nicolas Fouquet, il potente sovrintendente alle finanze che cadde in
disgrazia nel 1661 e, dopo essere stato condannato per tradimento e
corruzione, fu imprigionato nella fortezza di Pinerolo, casualmente
la stessa in cui Saint-Mars iniziò a fare la guardia al misterioso
prigioniero mascherato. Nonostante il fatto che la morte di Fouquet
fosse avvenuta in carcere nel 1680, alcuni autori hanno ipotizzato
che le autorità ne avessero simulato il decesso per poter prolungare
la sua detenzione.
Tuttavia, il candidato indicato dagli
ultimi ricercatori è un personaggio molto più modesto: un tal
Eustache Dauger, servo o valet
de chambre alla corte del Re Sole. Si crede che Dauger
avesse avuto accesso a documenti segreti di certi negoziati
diplomatici tra Francia e Inghilterra del 1669 e che, quando iniziò
a spifferarlo, il re Luigi XIV ordinò di rinchiuderlo nella fortezza
di Pinerolo. Pochi anni dopo, il valletto entrò al servizio del
detenuto più famoso della prigione, lo stesso Fouquet. Alla morte di
quest’ultimo, il governo ordinò di far credere che Dauger fosse
stato liberato, anche se in realtà il valletto era ancora
prigioniero nella fortezza. In seguito, per evitare che fosse
identificato, il suo volto fu nascosto dietro la famosa maschera, di
velluto o di ferro, che indossava in modo permanente o solo durante i
trasferimenti.