Sfatiamo un falso mito: la cosiddetta Restaurazione non fu tale se non per una sparuta manciata di Stati che tornarono esattamente nei confini pre 1789
In verità, con la caduta di Napoleone, le principali potenze vincitrici si spartirono la torta Europa (né più né meno di quello che faranno 130 anni dopo i tre Grandi).
Tutti volevano ottenere più vantaggi possibili dalla nuova spartizione, vista come occasione per ingrandirsi a spese dei vicini più deboli, e quanto scaturì a Vienna fu una sorta di compromesso.
Di tutte le "repubbliche" europee prenapoleoniche si salvarono soltanto Svizzera (che era una Confederazione) e l'Olanda che divenne una monarchia.
Tutte le altre: Venezia, Genova, Lucca, Ragusa e Malta persero completamente la loro secolare o millenaria indipendenza per essere aggregate a Stati più grandi.
Veniamo nello specifico a Venezia.
L'Austria era una delle potenze vincitrici, anche se non contribuì così nettamente come altre alla sconfitta napoleonica, anzi, fino a un certo punto figurava persino una sua alleata. Ricordiamo pure che Napoleone si era perfino imparentato con gli Asburgo.
Prima comunque delle occupazioni francesi, l'Austria controllava direttamente i "Pasi Bassi Austriaci" che, a dispetto del nome, comprendevano anche parti degli odierni Belgio, Lussemburgo e Germania.
Con il Trattato di Campoformio (1797) l'Austria rinunciò formalmente a essi in cambio dei territori dell'ex Repubblica di Venezia, arresasi al Bonaparte.
Al Congresso di Vienna si preferì mantenere questa situazione e, anziché ridare all'Austria questi territori, si decisero di dividerli: una parte (corrispondente all'attuale Belgio) unita all'Olanda e parti più piccole ad altri Stati tedeschi.
Per accontentare l'Austria dei
territori ceduti, le si diede il contentino di annettersi in toto
l'ex Repubblica di Venezia con quasi tutto il suo residuo "Stato
da Mar".
Così l'Austria avrebbe potuto controllare meglio i
nuovi territori, confinando direttamente con essi, avere più sbocchi
sul mare e poter controllare così anche il resto della Penisola
italiana.
Le fu perfino concesso di arrotondare con Valtellina e
Valchiavenna, in precedenza elvetiche.
Il fatto che altri Stati furono
eliminati quasi del tutto e accorpati a quelli più grandi fu per
certi versi una scelta obbligata.
Da un lato, non esistendo più
il SRI (che non venne restaurato) molti principati, contee, città
libere e imperiali, principati vescovili, ecc. teoricamente a lui
sottoposti non avevano più senso di esistere.
Dall'altro lato le potenze maggiori,
come sempre capita, vollero spartirsi il Continente, trascurando i
diritti delle più deboli.
Venezia, nonostante nel Medioevo fosse
stata una superpotenza economica e navale, ormai era completamente
decaduta.
Oltretutto aveva perso anche la sua tradizionale
funzione di contenimento turco.
In pratica dalla fine del 400
agli inizi del 700 Venezia era considerata un baluardo dell'Occidente
nella sua lotta contro gli Ottomani.
Ora che anche la potenza
turca era stata di molto ridimensionata, Venezia semplicemente non
serviva più, e all'Austria faceva comodo allungarsi sulla Pianura
Padana.
Lo stesso principio si può estendere a tutti gli altri Stati non reintegrati.
Svizzera e Olanda vennero mantenute soltanto per fare da cuscinetto tra Prussia, Austria e Francia. Idem per il Regno di Sardegna (cuscinetto tra Francia e Austria).
Il resto non serviva più.