martedì 1 febbraio 2022

Quale fu uno degli scioperi più singolari in Italia?

Milano, 1848.

I cittadini lombardi sfidarono il dominio austriaco in maniera singolare: con lo sciopero del fumo.



L'obiettivo era molto furbo in realtà, ovvero boicottare un'attività economica da cui gli austriaci traevano enormi profitti, stimati intorno ai 4 o 5 milioni di lire all'anno.

Fu così che per le strade di Milano smisero tutti improvvisamente di fumare e i pochi che ignorarono lo sciopero dovettero adeguarsi a suon di minacce e disprezzo.

Per tutta risposta le autorità austriache distribuirono sigari ai soldati, che iniziarono a fumare con atteggiamento provocatorio di fronte ai cittadini.

Seguirono alcuni scontri violenti che, oltre a causare 6 morti e una sessantina di feriti, non fecero che aumentare la tensione tra milanesi e austriaci, tanto che un paio di mesi dopo la città insorse nelle famose cinque giornate di Milano.


lunedì 31 gennaio 2022

Da dove deriva l'espressione "dopo di noi il diluvio"?

Questa espressione deriva dall’omologa espressione francese, "Après nous, le déluge".



Venne utilizzata per la prima volta dalla favorita del re di Francia Luigi XV, la celebre Madame de Pompadour per confortarlo, dopo la sconfitta da lui subita a Rossbach il 5 novembre 1757 contro Federico il Grande.

Oggi viene utilizzata per sostenere l’inevitabile disastro della dipartita (reale o metaforica) di chi la pronuncia, denotando nel contempo una debordante considerazione di sé stessi e disinteresse per gli altri.


domenica 30 gennaio 2022

Com'era Napoleone Bonaparte con la sua amata?

Non lavarti, arrivo!”

Messaggio che Napoleone Bonaparte inviò alla moglie Joséphine, prima di tornare in Francia.

Il loro inizialmente fu un matrimonio di interesse che successivamente sfociò in una passione sfrenata.



Napoleone, non aveva un buon carattere e neppure dei modi raffinati, desiderava essere introdotto dalla consorte, che invece era molto amata e ben inserita negli ambienti nobiliari, per guadagnarsi quel consenso necessario all’ascesa al potere che aveva in mente e che lo avrebbe portato a cingere la corona.

Giuseppina d’altro canto aveva notato le potenzialità dell’uomo e volle diventare la consorte di un uomo potente, migliorando ancora di più la sua scalata sociale.

Fu nei primi mesi di matrimonio che i due iniziarono a conoscersi meglio e divampò la passione.

Napoleone durante le sue campagne militari non mancò mai di mandarle lettere d’amore appassionate.

Giuseppina era un’appassionata coltivatrice di rose e il marito era solito portarle tante varietà di questo fiore dai suoi viaggi.

A Napoleone piacevano gli odori e i sapori forti: si narra che raccomandasse la moglie di non lavarsi più fino al momento dell’incontro.

Quando i dottori, dissero che Giuseppina a causa di una menopausa precoce non poteva avere più figli, il divorzio fu inevitabile, anche se Napoleone continuò ad amarla ed a incontrala.

Giuseppina morì nel 1814, quando Napoleone era già in esilio e la sua disperazione fu grande, non potendole aver detto addio. Il generale non la dimentico’ mai, rimembrandola anche nei suoi ultimi attimi di vita.


sabato 29 gennaio 2022

La sorella di quale generale “faceva l’amore con tutti, qualche volta anche con il marito”?

Parole di Indro Montanelli, che sintetizzano magistralmente l’essenza di questa donna, l’unica Bonaparte che preferiva l’amore al potere: Maria Paola.



Nacque nel 1780 ad Ajaccio, sesta di otto figli. Le peregrinazioni familiari la portarono a Marsiglia, dove si fece conoscere con il nome di Pauline. Sedicenne, intraprese una relazione sentimentale con il docente Fréron, ma il fratello Napoleone pose fine alla relazione.

Quest’ultimo le fece conoscere un suo amico, il generale Charles Victor Leclerc, con cui si sposò. Ma a causa delle continue assenze del marito, impegnato a scrivere la Storia d’Europa, rimediava alla solitudine frequentando diversi uomini, attratti dalla sua seducente bellezza non meno che dal suo nome, che ogni impresa di Napoleone rendeva più scintillante.

Nel 1801 Leclerc, per sedare una rivolta, partì con tutta la sua famiglia alla volta di Santo Domingo. Sull’isola il cibo per gli appetiti sessuali della donna non mancavano e così continuò a mietere “vittime” anche tra la popolazione locale.

Leclerc morì l’anno dopo a causa della febbre gialla, e Paolina si reimbarcò per la Francia. Non passò troppo tempo prima che la donna si mostrasse sensibile alle attenzioni di un nuovo corteggiatore, il principe Camillo Borghese.

La sposò nel 1803 e si trasferirono a Roma; le scappatelle extraconiugali proseguirono imperterrite.

Dopo Waterloo fece ritorno a Roma mettendosi sotto la protezione di papa Pio VII e morì il 1825 a Firenze.

Si concluse così la storia di una delle più belle e chiacchierare donne del suo tempo; il suo atteggiamento ribelle e provocatorio sconvolse i salotti di mezza Europa in cui tutti erano basiti dall’incedere militare del fratello mentre lei si accontentava soltanto di scandalizzarli.


venerdì 28 gennaio 2022

Quali erano le peggiori abitudini del Rinascimento?

 


Quando si visita la Reggia di Versailles a Parigi, si nota che il sontuoso palazzo non ha bagni. Nel medioevo non c'erano spazzolini da denti, profumi, deodoranti, per non parlare della carta igienica.

Escrementi umani furono lanciati dalle finestre del palazzo. In una vacanza, la cucina del palazzo poteva preparare un banchetto per 1.500 persone, senza la minima igiene.


Nei film di oggi vediamo persone di allora che si agitano o si sventolano. La spiegazione non è nel caldo, ma nel cattivo odore che emettevano sotto le gonne (che erano state fatte apposta per contenere l'odore delle parti intime, poiché non c'era igiene). Inoltre non era consuetudine fare la doccia a causa del freddo e della quasi inesistenza dell'acqua corrente. Solo i nobili avevano lacchè che li sventolassero, per dissipare il cattivo odore esalato dal corpo e dalla bocca, oltre che per scacciare gli insetti.


Chi è stato a Versailles ha ammirato gli immensi e bellissimi giardini che, all'epoca, non solo si vedevano, ma usavano come gabinetto nelle famose ballate promosse dalla monarchia, perché mancavano i servizi igienici.



Nel Medioevo, la maggior parte dei matrimoni si svolgeva a giugno (per loro, l'inizio dell'estate). Il motivo è semplice: il primo bagno dell'anno si faceva a maggio; quindi a giugno l'odore di gente era ancora tollerabile. Tuttavia, poiché alcuni odori cominciavano già a infastidire, le spose portavano mazzi di fiori vicino al corpo per coprire il fetore. Da qui la spiegazione dell'origine del bouquet da sposa.


I bagni venivano fatti in un'unica enorme vasca piena di acqua calda. Il capofamiglia ebbe il privilegio del primo bagno in acqua pulita.

Poi, senza cambiare l'acqua, arrivarono alla casa gli altri, in ordine di età, le donne, anche per età e, infine, i bambini. I bambini furono gli ultimi a fare il bagno. Quando fu il suo turno, l'acqua nella vasca era così sporca che era possibile uccidere un bambino all'interno.


I tetti delle case non avevano soffitto e le travi di legno che li sostenevano erano il posto migliore per gli animali: cani, gatti, topi e scarafaggi per tenersi al caldo.

Quando ha piovuto, le perdite hanno costretto gli animali a saltare a terra. Quelli con i soldi avevano piatti di latta. Alcuni tipi di cibo hanno ossidato il materiale, causando la morte di molte persone per avvelenamento.


Ricordiamoci che le abitudini igieniche dell'epoca erano terribili. I pomodori, essendo acidi, sono stati a lungo considerati velenosi, i boccali di latta venivano usati per bere birra o whisky; questa combinazione lasciava talvolta l'individuo "per terra" (in una sorta di narcolessia indotta dalla miscela di bevande alcoliche con ossido di stagno).

Qualcuno di passaggio per strada avrebbe pensato che fosse morto, così hanno raccolto il corpo e si sono preparati per il funerale. Il corpo sarebbe stato poi deposto sul tavolo della cucina per alcuni giorni e la famiglia avrebbe guardato, mangiato, bevuto e aspettato per vedere se il morto si sarebbe svegliato o meno. Da qui quello su cui i morti sono vegliati (veglia o veglia), che è la veglia accanto alla bara.


L'Inghilterra è un piccolo paese, dove non c'era sempre un posto dove seppellire tutti i morti. Le bare furono quindi aperte, le ossa rimosse, poste negli ossari e la tomba utilizzata per un altro cadavere. A volte, aprendo le bare, si notava che c'erano dei graffi sui coperchi all'interno, indicando che il morto era stato, infatti, sepolto vivo.

Così, quando si chiudeva la bara, è nata l'idea di legare una striscia dal polso del defunto, farla passare attraverso un foro praticato nella bara e legarla a una campana. Dopo la sepoltura, qualcuno è stato lasciato in servizio presso la tomba per alcuni giorni. Se l'individuo si svegliava, il movimento del suo braccio suonava il campanello. E sarebbe stato "salvato dalla campagna", espressione da noi usata ancora oggi.


giovedì 27 gennaio 2022

Thomas Fuller la calcolatrice umana del 1724



Thomas Fuller, un africano venduto come schiavo nel 1724 all'età di 14 anni, era talvolta conosciuto come il "Calcolatore della Virginia" per la sua straordinaria capacità di risolvere complessi problemi matematici nella sua testa. Gli è stato chiesto quanti secondi ci fossero in un anno e ha risposto brevemente 31.536.000 secondi

Gli è stato chiesto ancora quanti secondi ha vissuto un uomo che ha 70 anni, 17 giorni e 12 ore, ha risposto in un minuto e mezzo 2.210.500.800. Uno degli uomini stava risolvendo i problemi con la carta e ha informato Fuller che si sbagliava perché la risposta era molto più piccola. Fuller ha risposto frettolosamente: "Ma no, hai dimenticato gli anni bisestili, quando gli anni bisestili sono stati aggiunti al conto, le somme coincidono".

Fuller fu uno dei primi casi registrati nella letteratura della sindrome del saggio, quando nel 1789 Benjamin Rush, il padre della psichiatria americana, descrisse la sua incredibile capacità di calcolare, senza avere un'istruzione e una formazione in matematica, la sua abilità fu usata come la prova che gli afroamericani ridotti in schiavitù erano uguali ai bianchi nell'intelligenza il che ha alimentato alcune discussioni pro-abolizioniste.

mercoledì 26 gennaio 2022

Perché ad alcun lettere di Maria Antonietta vennero cancellate delle parole?

Per nascondere un amante.



Sulla presunta e molto chiacchierata relazione trala moglie di Luigi XVI e il nobile svedese conte Axel von Fersen gli storici non hanno mai trovato prove, ma ora la ricerca dell’Università della Sorbona sembra confermare i sospetti.

I ricercatori francesi hanno analizzato con il metodo della spettrofotometria a raggi X quindici lettere scambiate tra Maria Antonietta e il conte svedese tra il giugno 1791 e l’agosto 1792.

In otto di queste è stato possibile riportare alla luce le parole che un misterioso censore (secondo alcuni lo stesso conte) aveva cancellato con l’inchiostro.

I termini scoperti dai ricercatori sono “amato”, “tenero amico”, “adoro” e “folle”, indizi quasi certi di un’intima relazione tra i due prima che Maria Antonietta venisse ghigliottinata nel 1793.