domenica 30 maggio 2021

I britannici commisero molte atrocità durante la Guerra d'Indipendenza americana - dal 1775 al 1783



Le navi da guerra britanniche bombardarono le cittadine che si affacciavano sulla costa; Falmouth, ad esempio, fu ridotta ad un ammasso di macerie fumanti. Le giubbe rosse derubarono tutte le persone di quei villaggi - indipendentemente dal fatto che si opponessero o meno, rubando i raccolti dei proprietari terrieri e talvolta pure appropriandosi illegittimamente delle loro terre; e se vi erano delle donne nelle loro famiglie, queste venivano stuprate senza ritegno.
Bombardati, saccheggiati ed umiliati.
E dal momento che diversi comandanti britannici raccomandavano ai propri uomini di non fare nessun prigioniero, ai soldati americani gravemente feriti sul campo di battaglia veniva semplicemente dato il colpo di grazia. Non servivano a nessuno delle bocche in più da sfamare. E nei pochissimi casi in cui alcuni soldati venivano catturati e resi prigionieri, questi soffrivano in condizioni così terribili che il tasso di mortalità andava addirittura oltre il 70%.”


“Lo storico Hoock, infatti, ci ricorda che il saccheggio e le terribili condizioni carcerarie dei prigionieri erano la conseguenza della limitata disponibilità di risorse dell’esercito impegnato a combattere su un fronte lontano migliaia di km dalla madre patria, per cui l’abuso dei civili e l’esecuzione dei soldati sconfitti era quasi una ‘necessità’ per i britannici, sopratutto se si pensa al fatto che i coloniali venivano sempre visti come dei folli ribelli che dovevano essere soppressi con tutti i mezzi necessari, fondamentalmente perché troppo pericolosi per chi deteneva il potere.”


“Ma sfortunatamente per i britannici, queste tattiche brutali diedero agli americani un’occasione d’oro per indire una propaganda che ottenne un incredibile consenso da parte del popolo, ormai già stremato dalla schiavitù e desideroso di ottenere l'indipendenza a tutti i costi e una volta per tutte. La guerra era appena iniziata quando, a gennaio del 1777, il Congresso nominò una commissione per investigare sulle accuse dei crimini di guerra commessi dalla Gran Bretagna; un caso giudiziario senza precedenti, fino ad allora.”


“Il rapporto del comitato, il quale includeva parecchie testimonianze alquanto scomode per il potere britannico “arrecò dei cambiamenti politici e morali inevitabili, sia in patria britannica che all’estero,” asserisce Hoock. Fu perciò principalmente merito dei rivoluzionari e delle loro strategie coraggiose per far fuori gli oppressori britannici, i quali non facevano altro che usare un’eccessiva violenza verso le loro colonie, mentre il generale George Washington e le sue truppe, dalla loro, si attenevano a tutte le regole vigenti all’epoca per le guerriglie civilizzate.”


“Analizzando le parole di Hoock, Washington viene sempre rappresentato in modo piuttosto bilanciato e senza troppi fronzoli, apparendo carico di principi morali (seppur con importanti lacune) e brutalmente pragmatico. I soldati ‘continentali’ che venivano sorpresi a saccheggiare venivano condannati alle frustate, e Washington supplicò più volte il Congresso per massimizzare il numero delle frustate che dovevano essere inflitte al trasgressore. Un punto curioso è che Hoock insistette parecchio sul fatto che gli americani ci tenessero a trattare i propri criminali di guerra sempre e comunque con rispetto, perché sbagliare è umano (e solitamente era davvero così), ma quando si trattava degli alleati britannici… beh, diciamo che non li mettevano certamente sullo stesso piano degli altri esseri umani! Viene perciò da pensare che provassero quasi un odio incondizionato nei confronti di questo popolo.


Il capitolo più interessante del libro di Hoocks infatti si chiama proprio Town-Destroyer (distruttori dei villaggi - da cui ne deriva inoltre il nome del libro stesso). Sotto i suoi ordini, l’esercito continentale portò avanti una campagna punitiva che decimò le colture e le case dei villaggi irochesi, col dichiarato obiettivo di “totale rovina dei loro insediamenti.”


“La tattica della terra bruciata, già adottata in passato e con successo contro i nativi americani, non destò troppo stupore ai nuovi americani in un primo momento, ma quando gli attacchi si intensificarono diventando sempre più violenti (e sopratutto nelle zone del sud abitate dai bianchi), Hoock dice, “fu proprio dalla sofferenza di quest’atroce guerra che la popolazione americana riuscì a farsi forza ed usare quella RABBIA BUONA per cominciare a lottare seriamente per la propria legittima libertà.


Anche il razzismo giocò la sua buona parte in questa fase purtroppo; i meridionali (i quali erano prevalentemente neri) si erano fondamentalmente buttati tra le mani dei britannici che gli avevano garantito una futura libertà dalla schiavitù se avessero combattuto per loro e attaccato i bianchi e saccheggiato le loro piantagioni.
Divid et impera, ancora una volta.


Ed infine vi è un fatto fortissimamente simbolico che racchiude perfettamente il pensiero di Hoock in tutta la sua ‘americanicità’: Gli schiavi appartenenti a Washington e Thomas Jefferson furono proprio quelli che si schierarono dalla parte dei britannici, ed entrambi i Presidenti riuscirono a recuperare sfacciatamente i propri uomini-servi dopo che la Cornovaglia sventolò bandiera bianca sul suolo di Yorktown (La vecchia New York).”





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