L'artiglieria a cavallo
è una specialità dell'arma di
artiglieria nata nella seconda metà del XVIII secolo e perfezionata
durante l'epoca delle guerre napoleoniche; a differenza della normale
artiglieria da campagna, nell'artiglieria a cavallo sia le bocche da
fuoco che gli artiglieri si spostavano a cavallo, il che consentiva
una più rapida movimentazione dei pezzi sul campo di battaglia e in
particolare l'appoggio di fuoco alle unità di cavalleria: le bocche
da fuoco dell'artiglieria a cavallo erano generalmente cannoni o
obici di calibro leggero montati su affusti a due ruote, e tutti gli
artiglieri addetti al pezzo erano dotati di un proprio cavallo con
cui spostarsi.
L'artiglieria a cavallo veniva
generalmente impiegata per accompagnare gli attacchi della
cavalleria, in particolare quando questa veniva a imbattersi in
formazioni di fanteria schierate a quadrato; in un certo senso un
precursore dei più moderni semoventi d'artiglieria, l'artiglieria a
cavallo scomparve fondamentalmente dagli ordinamenti militari dopo
l'epoca della prima guerra mondiale, anche se varie unità mantennero
anche dopo, principalmente a titolo onorifico, tale appellativo (come
il Reggimento artiglieria a cavallo "Voloire" dell'Esercito
Italiano o la Royal Horse Artillery del British Army).
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