mercoledì 24 luglio 2024

Perché gli inglesi non impiccarono semplicemente Napoleone Bonaparte, invece di consentirgli una vita in esilio a Sant'Elena?


Gli inglesi non giustiziarono Napoleone Bonaparte, e la decisione di esiliarlo a Sant'Elena piuttosto che condannarlo a morte fu il risultato di una combinazione di fattori politici, diplomatici e culturali. Ecco perché:

1. La percezione politica e diplomatica

  • Un ex sovrano, non un criminale comune:
    Napoleone non era un semplice ribelle o un criminale di guerra, ma un ex imperatore riconosciuto da diversi stati europei. Giustiziarlo avrebbe potuto creare un precedente pericoloso, che poteva minare la stabilità politica in Europa, rendendo la sorte dei monarchi e dei leader deposti più incerta.

  • Evitare la martirizzazione:
    Napoleone era una figura estremamente popolare, non solo in Francia, ma anche in altre parti del mondo. Ucciderlo avrebbe potuto trasformarlo in un martire, galvanizzando i suoi sostenitori e rischiando nuove insurrezioni o tensioni politiche in Francia e altrove.

2. La sensibilità culturale e morale

  • L'era post-rivoluzionaria:
    Nel contesto dell'epoca, i leader europei cercavano di presentarsi come civilizzati e rispettosi del diritto. Impiccare un avversario sconfitto avrebbe potuto essere visto come un atto barbaro, contrario all'immagine che le monarchie europee volevano proiettare dopo le brutalità della Rivoluzione Francese.

  • L'onore militare:
    Anche se Napoleone era considerato un nemico, era rispettato come uno dei più grandi generali della storia. Le convenzioni dell'epoca tendevano a trattare i leader sconfitti con una certa misura di rispetto, soprattutto se erano stati sovrani legittimi.

3. L'esilio come soluzione pragmatica

  • Sant'Elena era una prigione naturale:
    Esiliare Napoleone a Sant'Elena, un'isola remota nell'Atlantico, era una soluzione pratica per garantirsi che non potesse tornare a minacciare l'Europa. La distanza e le difficoltà di fuga rendevano improbabile che potesse ripetersi quanto accaduto con il suo ritorno dall'Elba.

  • Un controllo discreto:
    Gli inglesi possono tenerlo sotto sorveglianza stretta senza dover affrontare le conseguenze politiche di una sua esecuzione. Sant'Elena era sotto totale controllo britannico, e il rischio di una fuga era estremamente basso.

4. Una vita "lussuosa" relativa

  • Condizioni non così dorate:
    Anche se Napoleone visse con un certo grado di comfort a Sant'Elena, le sue condizioni di vita erano tutt'altro che lussuose. Viveva nella residenza di Longwood House, un luogo freddo e umido, che lui stesso descrisse come malsano e deprimente. Era costantemente sorvegliato e isolato, con poche opportunità di comunicare con il mondo esterno.

  • La sua salute peggiorò rapidamente:
    Le condizioni ambientali, l'isolamento e la vigilanza costante contribuirono al deterioramento della sua salute, portando alla sua morte nel 1821. Il trattamento riservatogli era sufficiente a garantirne l'inattività senza provocazione reazioni eccessive da parte dell'opinione pubblica.



Esiliare Napoleone era una scelta pragmatica e politicamente accettabile per l'epoca. Gli inglesi riuscirono a neutralizzarlo senza dover affrontare le conseguenze di un'esecuzione, evitando di trasformarlo in un martire e rispettando, almeno in apparenza, le convenzioni morali e politiche dell'epoca. L'esilio a Sant'Elena fu, di fatto, una "condanna a morte lenta", garantendo che Napoleone non avrebbe mai più rappresentato una minaccia per l'Europa.






martedì 23 luglio 2024

Napoleone Bonaparte nacque francese o italiano (genovese)?

 


Napoleone Bonaparte nacque in Corsica, un'isola che all'epoca era stata recentemente ceduta dalla Repubblica di Genova alla Francia, nel 1768, poco prima della sua nascita. La Corsica era, quindi, un territorio che faceva parte della Repubblica di Genova, ma che sarebbe diventato francese poco dopo.

Napoleone nacque il 15 agosto 1769 ad Ajaccio, in Corsica, e, sebbene avesse origini italiane (i suoi genitori erano di origine genovese), lui stesso era francese per nascita, in quanto la Corsica divenne ufficialmente una colonia francese appena un anno prima della sua nascita.

Le sue origini italiane derivano dalla famiglia Bonaparte, che era di origine toscana e aveva radici a Sarzana, vicino a Genova. Tuttavia, la sua educazione e la sua carriera si sono sviluppate principalmente all'interno del sistema e della cultura francese, il che lo ha reso un simbolo della Francia piuttosto che un rappresentante delle sue radici italiane.

Pur avendo origini italiane, Napoleone Bonaparte è considerato a tutti gli effetti francese, sia per la sua nascita che per la sua carriera.





lunedì 22 luglio 2024

Se Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone Bonaparte e Annibale combattessero insieme in un torneo, chi vincerebbe?


Immaginare un torneo tra figure storiche come Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone Bonaparte e Annibale Barca è un intrigante esercizio di fantasia. Ognuno di questi leader possedeva straordinarie capacità militari, strategiche e politiche, ma determinarne il vincitore dipende da molti fattori: le condizioni del conflitto, le risorse disponibili e il contesto storico. Ecco un'analisi basata sui loro punti di forza e debolezza:

1. Alessandro Magno: il conquistatore visionario

  • Punti di forza:
    Alessandro è stato un genio tattico e strategico. Con l'uso innovativo della falange macedone e della cavalleria eterogenea, sconfisse forze enormemente superiori in numero, come quelli persiani. La sua capacità di adattare le strategie alle circostanze era leggendaria, così come la sua abilità di ispirare i soldati.

  • Debolezze:
    La sua spinta verso la conquista illimitata lo portò a scontrarsi con difficoltà logistiche. Inoltre, la sua morte precoce lasciò il suo impero frammentato, suggerendo difficoltà nella gestione a lungo termine.

2. Giulio Cesare: il politico stratega

  • Punti di forza:
    Cesare fu un maestro nell'integrazione di tattiche militari e strategie politiche. Durante la guerra in Gallia e la guerra civile, mostrerà una capacità unica di adattarsi al nemico, sfruttare le divisioni interne e utilizzare l'ingegneria militare per ottenere vantaggi strategici. La sua leadership carismatica cementò la lealtà delle sue legioni.

  • Debolezze:
    Anche se abile tatticamente, Cesare dipendeva fortemente dal sostegno delle sue truppe veterane e da alleanze politiche. In un torneo senza il supporto delle sue risorse romane, potrebbe essere svantaggiato.

3. Napoleone Bonaparte: il genio moderno

  • Punti di forza:
    Napoleone era il maestro della guerra moderna. Utilizzava una combinazione di velocità, concentrazione delle forze e flessibilità strategica. Il suo uso delle artiglierie e delle manovre su larga scala gli permetteva di sopraffare nemici più numerosi. Inoltre, era un eccellente motivatore, capace di ispirare i suoi uomini a compiere imprese impossibili.

  • Debolezze:
    La sua tendenza a rischiare tutto in campagne ambiziose (come quella in Russia) lo rese vulnerabile quando affrontò nemici coalizzati. La dipendenza dalle infrastrutture moderne potrebbe penalizzarlo in un contesto storico meno avanzato.

4. Annibale Barca: il maestro della sorpresa

  • Punti di forza:
    Annibale fu uno dei più grandi strateghi della storia. La sua capacità di sfruttare il terreno e sorprendere il nemico, come dimostrato a Canne, lo rese leggendario. La sua logistica innovativa (come attraversare le Alpi con gli elefanti) e la capacità di mantenere la coesione delle truppe in territorio ostile furono incredibili.

  • Debolezze:
    Annibale soffrì della mancanza di risorse a lungo termine e di un supporto politico sufficiente da Cartagine. Inoltre, non riuscì a capitalizzare completamente le sue vittorie decisive contro Roma, suggerendo difficoltà nel tradurre il successo tattico nella vittoria strategica.

Chi vincerebbe?

Scenario 1: Torneo tattico (battaglia su campo neutrale)

  • Probabile vincitore: Alessandro Magno o Annibale
    Alessandro potrebbe prevalere grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento e leadership carismatica, ma Annibale potrebbe sorprenderlo con le sue tattiche ingegnose.

Scenario 2: Guerra di lunga durata (campagne prolungate)

  • Probabile vincitore: Napoleone o Cesare
    In un contesto in cui logistica, gestione politica e strategia globale sono fondamentali, Napoleone e Cesare avrebbero un vantaggio grazie alla loro visione a lungo termine.

Scenario 3: Diplomatico e strategico

  • Probabile vincitore: Giulio Cesare
    Cesare era abilissimo nel combinare politica e guerra, costruendo alleanze che gli avrebbero permesso di sconfiggere gli altri sul lungo periodo.



Ognuno di questi comandanti brillava in contesti diversi, rendendo difficile decretare un vincitore assoluto. Tuttavia, se dovessimo scommettere su chi sarebbe il più completo, Alessandro Magno potrebbe emergere per la sua genialità tattica e la capacità di ispirare. Tuttavia, la vera battaglia sarebbe probabilmente tra Alessandro e Napoleone, entrambi visionari che combinavano strategia, audacia e carisma.


domenica 21 luglio 2024

Napoleone Bonaparte era davvero così cattivo?

Napoleone Bonaparte è una figura storica controversa, e giudicare se fosse "cattivo" dipende dal punto di vista e dal contesto. La sua vita e il suo operato oscillano tra luci e ombre, rendendo difficile etichettarlo semplicemente come un tiranno o un eroe. Ecco una panoramica delle sue azioni e motivazioni:

1. L'ascesa al potere: ambizione e pragmatismo

Napoleone non era un sovrano tradizionale, ma un uomo che si elevò dal rango di ufficiale corso fino a dominare l'Europa. La sua ambizione lo spinse a consolidare il potere in modo autoritario, proclamandosi imperatore nel 1804.

  • Pro: Promosse meritocrazia, stabilì l'uguaglianza davanti alla legge e diffonde il Codice Napoleonico, che resta una pietra miliare nel diritto moderno.

  • Contro: Centralizzò il potere, reprimendo libertà politiche e limitando la stampa.

2. Conquiste militari: genio o tiranno?

Napoleone è ricordato per le sue campagne militari, che cambiarono il volto dell'Europa.

  • Pro: Rivoluzionò l'arte della guerra, rendendola moderna e diffondendo idee illuministiche come la fine del feudalesimo.

  • Contro: Le sue guerre provocarono milioni di morti e devastarono intere regioni. La sua ambizione spinse l'Europa a un conflitto quasi continuo tra il 1803 e il 1815.

3. Il lato umano: empatia o calcolo?

Napoleone era noto per il suo carisma e la capacità di ispirare fedeltà nei suoi uomini. Era amato dai soldati, che lo vedevano come uno di loro.

  • Pro: Mostrava grande attenzione ai dettagli e cercava di migliorare le condizioni sociali, riformando sistemi educativi e giuridici.

  • Contro: Era capace di grande spietatezza, come dimostrato nel massacro dei prigionieri di Jaffa (1799) e nel ristabilimento della schiavitù nelle colonie francesi nel 1802, dopo che era stata abolita durante la Rivoluzione Francese.

4. Visionario o despota?

Napoleone si vedeva come il portatore di una nuova era, un uomo che doveva plasmare l'Europa secondo un modello razionale e moderno.

  • Pro: Distrusse antichi privilegi aristocratici e diffusi ideali di uguaglianza e razionalità. Molte sue riforme hanno avuto un impatto duraturo in Europa e oltre.

  • Contro: Il suo dominio era imperiale, e le nazioni conquistate furono spesso sfruttate per finanziare il suo impero. Governò con pugno di ferro, e chi si opponeva al suo regime venne eliminato.

5. Eredità: innovatore o oppressore?

Alla fine della sua carriera, Napoleone aveva trasformato l'Europa e il mondo.

  • Pro: Il Codice Napoleonico , le sue riforme amministrative e la diffusione dei principi della Rivoluzione Francese sono riconosciuti come pilastri della modernità.

  • Contro: Le sue guerre e il suo autoritarismo hanno lasciato un segno di sangue e sofferenza in gran parte del continente.

Napoleone non era un "cattivo" nel senso tradizionale, ma un leader straordinariamente complesso, mosso da ambizioni smisurate e da un senso di missione storica. Per alcuni, fu un genio che modernizzò il mondo; per altri, un tiranno che porterà dolore e distruzione. Come molte grandi figure storiche, fu un uomo del suo tempo, capace di grandi riforme e grandi errori.




sabato 20 luglio 2024

Quali sono alcuni dei luoghi comuni su Napoleone Bonaparte ?



Napoleone Bonaparte è una delle figure storiche più controverse e mitizzate, e la sua vita è circondata da molti luoghi comuni che spesso distorcono la realtà. Ecco alcuni dei più noti:

1. Basso

  • Il mito: Si crede che Napoleone fosse estremamente basso, tanto che le espressioni come "complesso di Napoleone" derivano da questa percezione.

  • La realtà: Napoleone era alto circa 1,69 m, una statura nella media per gli uomini dell'epoca in Francia. La confusione deriva dall'uso di misure francesi, leggermente diverse da quelle britanniche, e dalla propaganda dei suoi nemici, che lo rappresentavano come un uomo minuto per sminuirne l'immagine.

2. Napoleone mise fine alla Rivoluzione Francese

  • Il mito: Viene spesso detto che Napoleone tradì o "concluse" la Rivoluzione Francese.

  • La realtà: Napoleone consolidò molte delle conquiste rivoluzionarie, come la fine dei privilegi feudali, l'uguaglianza davanti alla legge e la laicità dello Stato, ma governò in maniera autoritaria. Il Codice Civile che introdusse fu una continuazione delle idee rivoluzionarie, anche se trasformò la Francia in un impero.

3. Era ossessionato dal dominio mondiale

  • Il mito: Napoleone è spesso dipinto come un tiranno che cercava di conquistare tutto il mondo.

  • La realtà: Sebbene ambisse a un'egemonia europea, Napoleone agì spesso in risposta alle coalizioni nemiche che cercavano di contenere la Francia. Non aveva interessi espansionistici globali, e molte delle sue campagne militari furono difensive o mirate a consolidare i confini dell'Impero Francese.

4. Fu sconfitto perché incompetente

  • Il mito: Alcuni credono che la sua caduta sia stata il risultato di errori strategici e della sua arroganza.

  • La realtà: Napoleone era un genio militare che rivoluzionò le tattiche di guerra. La sua caduta fu dovuta principalmente alla combinazione di fattori: la sconfitta nella disastrosa campagna di Russia (1812), il blocco economico della Gran Bretagna che indebolì la Francia e la coalizione di potenze europee unite contro di lui.

5. Napoleone fu avvelenato a Sant'Elena

  • Il mito: Si ritiene che Napoleone sia stato ucciso con l'arsenico durante il suo esilio a Sant'Elena.

  • La realtà: Anche se alcune analisi moderne hanno rilevato tracce di arsenico nei suoi capelli, molti storici concordano sul fatto che morì per cause naturali, probabilmente un cancro allo stomaco. L'ipotesi dell'avvelenamento è affascinante ma non confermata.

6. Era un tiranno che odiava la libertà

  • Il mito: Napoleone viene talvolta descritto come un dittatore oppressivo che distrusse ogni idea di libertà.

  • La realtà: Sebbene governasse in modo autoritario, Napoleone implementò riforme sociali ed economiche progressiste, come l'abolizione del feudalesimo e l'introduzione del Codice Napoleonico, che influenzò profondamente i sistemi giuridici moderni.

7. Napoleone era francese

  • Il mito: Si pensa comunemente che Napoleone fosse un "francese puro".

  • La realtà: Napoleone nacque in Corsica nel 1769, poco dopo che l'isola fu ceduta alla Francia dalla Repubblica di Genova. La sua identità era profondamente legata alla Corsica, anche se divenne un simbolo del nazionalismo francese.

8. Era crudele e senza scrupoli

  • Il mito: Napoleone è spesso rappresentato come un despota spietato.

  • La realtà: Sebbene fosse un leader ambizioso e disposto a sacrifici enormi per il suo impero, era anche noto per la sua umanità verso i soldati, l'attenzione alle riforme civili e la protezione delle arti e delle scienze. Tuttavia, alcune sue decisioni, come il ristabilimento della schiavitù nelle colonie francesi, rimangono controverse.

Napoleone è una figura complessa, che sfugge a qualsiasi categorizzazione semplice. I luoghi comuni su di lui spesso nascono dalla propaganda del suo tempo, sia dei suoi sostenitori sia dei suoi avversari. La sua eredità, tuttavia, resta indelebile nella storia mondiale.


venerdì 19 luglio 2024

Gli aspetti positivi dell'eredità di Napoleone Bonaparte

 

Napoleone Bonaparte, pur essendo spesso ricordato per le sue campagne militari e il suo ruolo nella guerra e nella conquista, ha lasciato un'impronta significativa anche in ambiti civili, sociali ed economici. La sua eredità va ben oltre il campo di battaglia, influenzando profondamente la Francia e il mondo intero.

1. Riforme legali: il Codice napoleonico

Uno dei contributi più duraturi di Napoleone è stato il Codice napoleonico, promulgato nel 1804. Questo corpo di leggi stabilì principi fondamentali come:

  • L'uguaglianza davanti alla legge: eliminare i privilegi legali basati sulla nascita o sulla classe sociale.

  • Protezione della proprietà privata: rafforzò i diritti di proprietà, garantendo stabilità economica e giuridica.

  • Laicità dello Stato: consolidata la separazione tra la Chiesa e lo Stato.

Il Codice influenzò profondamente i sistemi legali di molti paesi europei e delle colonie, costituendo la base di molti ordinamenti giuridici moderni.

2. Efficienza amministrativa

Napoleone riorganizzò la burocrazia francese, creando un sistema centralizzato che garantiva maggiore efficienza e riduceva la corruzione. Introdusse un'amministrazione moderna, con prefetti e funzionari statali che rispondevano direttamente al governo centrale. Questo modello è stato poi adottato da molti altri Stati.

3. Riforme educative

Conscio dell'importanza dell'istruzione, Napoleone istituì i lycées (scuole secondarie) e le università imperiali, promuovendo una formazione laica e meritocratica. Questo sistema educativo mirava a creare una società istruita e competente, con l'obiettivo di preparare sia leader militari che civili.

4. Riforme economiche

Napoleone implementò politiche economiche che stabilizzarono la Francia dopo il caos della Rivoluzione. Tra le sue riforme:

  • Creazione della Banca di Francia (1800), che fornì una struttura finanziaria stabile.

  • Introduzione del franco come valuta, garantendo stabilità monetaria.
    Questi interventi ripristinarono la fiducia nell'economia e consentirono lo sviluppo commerciale e industriale.

5. Meritocrazia

Napoleone valorizzò il talento e l'impegno, premiando individui capaci indipendentemente dalla loro origine sociale. Questo principio meritocratico fu applicato tanto nell'amministrazione civile quanto nell'esercito, favorendo l'ascesa di individui eccezionali e rompendo con i privilegi dell'Antico Regime.

6. Promozione del nazionalismo

Napoleone rafforzò il senso di identità nazionale in Francia, consolidando il patriottismo e ispirando movimenti nazionalisti in tutta Europa. Le sue conquiste diffusero i principi della Rivoluzione francese, come libertà, uguaglianza e fraternità, che avrebbero influenzato le lotte per l'indipendenza e l'unificazione in vari paesi.

7. Patrocinio delle arti e delle scienze

Napoleone fu un grande sostenitore della cultura e della scienza. Durante il suo regno:

  • Finanziò istituzioni artistiche e scientifiche.

  • Commissionò opere d'arte monumentali, molte delle quali celebravano il suo impero.

  • Promosse scoperte scientifiche, come la celebre spedizione in Egitto, che portò importanti progressi nell'archeologia e nella storia.

8. Sviluppo delle infrastrutture

Sotto Napoleone, la Francia vide un'intensa attività di costruzione di infrastrutture. Tra i progetti:

  • Strade e ponti per migliorare la mobilità e il commercio.

  • Canali che facilitarono i trasporti interni e lo sviluppo economico.

Napoleone fu una figura poliedrica: una geniale stratega militare, ma anche un innovatore nel campo civile e sociale. Sebbene le sue campagne militari abbiano avuto un impatto devastante in molti casi, le sue riforme interne hanno avuto un'influenza duratura. Il Codice napoleonico, il sistema educativo e le riforme amministrative restano esempi di come il suo genio abbia contribuito a plasmare il mondo moderno, rendendo la sua eredità un argomento di continua riflessione storica.

giovedì 18 luglio 2024

Gli errori che segnarono la caduta di Napoleone Bonaparte

 

Napoleone Bonaparte, una figura centrale nella storia europea, è passato alla storia non solo per la sua brillante ascesa al potere e le sue vittorie militari, ma anche per gli errori che ne determinarono la caduta. Dietro la gloria della sua Grande Armata e il mito dell'imperatore imbattibile, si celavano dinamiche e scelte che resero inevitabile il suo declino.

L'ascesa di Napoleone fu alimentata da un esercito rivoluzionario senza precedenti. Gli eserciti della Rivoluzione francese, composti da volontari e coscritti, non combattevano per un monarca, ma per la patria. Questo fervore nazionalistico consentì alla Francia di dispiegare forze enormi, alimentate da un sistema meritocratico che premiava il talento piuttosto che il nepotismo. Napoleone stesso emerse come un giovane ufficiale brillante, salito alla ribalta dopo la vittoria a Tolone.

Tuttavia, questo sistema aveva un lato oscuro. L'economia francese divenne sempre più dipendente dalla guerra. Le armate francesi si sostenevano saccheggiando territori conquistati, rendendo le campagne militari non solo una strategia di espansione, ma una necessità economica. Questo ciclo di guerre continue, però, generò un numero crescente di nemici e, alla lunga, portò un logoramento delle risorse e delle forze.

Un punto di svolta fu la decisione di invadere la Spagna e deporre la monarchia borbonica per installare sul trono suo fratello Giuseppe Bonaparte. Questo atto scatenò una feroce resistenza popolare e una lunga guerra di guerriglia che drenò sangue e risorse francesi. La cosiddetta "Guerra d'Indipendenza spagnola" dimostrò che l'Impero napoleonico non era invincibile, incoraggiando gli oppositori e minando la legittimità del sovrano.

L'errore forse più fatale fu la decisione di invadere la Russia. La Grande Armata, composta da oltre 600.000 uomini, attraversò migliaia di chilometri per affrontare lo zar Alessandro I, ma fu intrappolata da una strategia russa spietata: la terra bruciata. Mosca fu incendiata, privando i francesi di rifornimenti, e il terribile inverno russo completò l'opera. Solo una frazione dell'armata sopravvisse alla ritirata, segnando un colpo devastante per il prestigio e la forza militare di Napoleone.

A partire dal 1813, Napoleone affrontò una coalizione sempre più ampia: Russia, Prussia, Austria e infine Inghilterra unirono le forze contro di lui. La sconfitta nella Battaglia delle Nazioni a Lipsia fu un colpo mortale. Napoleone non seppe riconoscere che il sistema che lo aveva portato al potere non era più sostenibile. L'orgoglio e la testardaggine lo spinsero a combattere guerre sempre più disperate, nonostante l'esaurimento delle sue risorse e il crescente isolamento politico.

La Royal Navy britannica giocò un ruolo cruciale nel contenere Napoleone, distruggendo le flotte francesi e rendendo impraticabile un'invasione dell'Inghilterra. Inoltre, gli inglesi finanziarono le coalizioni europee contro la Francia, mantenendo una pressione costante sull'imperatore.

Dopo la sconfitta a Lipsia, Napoleone fu esiliato sull'isola d'Elba, ma il suo spirito indomabile lo portò a tentare un ultimo colpo di mano: i Cento Giorni. Tuttavia, la sconfitta definitiva nella battaglia di Waterloo nel 1815 segnò la fine del suo impero e del sogno di dominare l'Europa.

Gli errori di Napoleone non furono solo tattici o strategici, ma anche strutturali. L'Impero napoleonico si basava su una macchina militare insaziabile, alimentata da una continua necessità di conquiste. Tuttavia, questa dinamica si rivelò insostenibile nel lungo periodo. Le sue scelte, unite a un contesto europeo che non poteva tollerare una Francia dominante, portarono al tracollo di uno dei leader più rappresentativi della storia.

Se da un lato Napoleone lasciò un segno indelebile nella storia con il suo Codice civile e le sue riforme, dall'altro i suoi errori dimostrano come anche i più grandi leader siano vulnerabili all'arroganza, all'eccesso di ambizione e all'incapacità di adattarsi ai cambiamenti.