mercoledì 24 luglio 2024

Perché gli inglesi non impiccarono semplicemente Napoleone Bonaparte, invece di consentirgli una vita in esilio a Sant'Elena?


Gli inglesi non giustiziarono Napoleone Bonaparte, e la decisione di esiliarlo a Sant'Elena piuttosto che condannarlo a morte fu il risultato di una combinazione di fattori politici, diplomatici e culturali. Ecco perché:

1. La percezione politica e diplomatica

  • Un ex sovrano, non un criminale comune:
    Napoleone non era un semplice ribelle o un criminale di guerra, ma un ex imperatore riconosciuto da diversi stati europei. Giustiziarlo avrebbe potuto creare un precedente pericoloso, che poteva minare la stabilità politica in Europa, rendendo la sorte dei monarchi e dei leader deposti più incerta.

  • Evitare la martirizzazione:
    Napoleone era una figura estremamente popolare, non solo in Francia, ma anche in altre parti del mondo. Ucciderlo avrebbe potuto trasformarlo in un martire, galvanizzando i suoi sostenitori e rischiando nuove insurrezioni o tensioni politiche in Francia e altrove.

2. La sensibilità culturale e morale

  • L'era post-rivoluzionaria:
    Nel contesto dell'epoca, i leader europei cercavano di presentarsi come civilizzati e rispettosi del diritto. Impiccare un avversario sconfitto avrebbe potuto essere visto come un atto barbaro, contrario all'immagine che le monarchie europee volevano proiettare dopo le brutalità della Rivoluzione Francese.

  • L'onore militare:
    Anche se Napoleone era considerato un nemico, era rispettato come uno dei più grandi generali della storia. Le convenzioni dell'epoca tendevano a trattare i leader sconfitti con una certa misura di rispetto, soprattutto se erano stati sovrani legittimi.

3. L'esilio come soluzione pragmatica

  • Sant'Elena era una prigione naturale:
    Esiliare Napoleone a Sant'Elena, un'isola remota nell'Atlantico, era una soluzione pratica per garantirsi che non potesse tornare a minacciare l'Europa. La distanza e le difficoltà di fuga rendevano improbabile che potesse ripetersi quanto accaduto con il suo ritorno dall'Elba.

  • Un controllo discreto:
    Gli inglesi possono tenerlo sotto sorveglianza stretta senza dover affrontare le conseguenze politiche di una sua esecuzione. Sant'Elena era sotto totale controllo britannico, e il rischio di una fuga era estremamente basso.

4. Una vita "lussuosa" relativa

  • Condizioni non così dorate:
    Anche se Napoleone visse con un certo grado di comfort a Sant'Elena, le sue condizioni di vita erano tutt'altro che lussuose. Viveva nella residenza di Longwood House, un luogo freddo e umido, che lui stesso descrisse come malsano e deprimente. Era costantemente sorvegliato e isolato, con poche opportunità di comunicare con il mondo esterno.

  • La sua salute peggiorò rapidamente:
    Le condizioni ambientali, l'isolamento e la vigilanza costante contribuirono al deterioramento della sua salute, portando alla sua morte nel 1821. Il trattamento riservatogli era sufficiente a garantirne l'inattività senza provocazione reazioni eccessive da parte dell'opinione pubblica.



Esiliare Napoleone era una scelta pragmatica e politicamente accettabile per l'epoca. Gli inglesi riuscirono a neutralizzarlo senza dover affrontare le conseguenze di un'esecuzione, evitando di trasformarlo in un martire e rispettando, almeno in apparenza, le convenzioni morali e politiche dell'epoca. L'esilio a Sant'Elena fu, di fatto, una "condanna a morte lenta", garantendo che Napoleone non avrebbe mai più rappresentato una minaccia per l'Europa.






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