venerdì 7 gennaio 2022

Cosa è successo a Giuseppina di Beauharnais dopo la sconfitta e l'esilio di Napoleone?

Morì il 29 maggio 1814, quindi un anno prima di Waterloo.

Dopo il divorzio con Napoleone visse una vita appartata ma piuttosto benestante, grazie anche al ricco appannaggio assegnatole dall'ex marito.

Anche se Napoleone e Giuseppina si tradirono molte volte, tuttavia si può dire che per entrambi fu un'unione ricca di passione e il loro legame non venne meno neppure con il divorzio.

Pare che le ultime parole di Napoleone, sul letto di morte furono: «La Francia, l'esercito, il capo dell'esercito, Josephine!»





 




giovedì 6 gennaio 2022

Un fatto inquietante ma allo stesso tempo interessante su Jamestown

Jamestown, la prima colonia inglese permanente in Nord America, fu fondata nel maggio del 1607 da 104 coloni che giunsero a bordo di tre navi: la Susan Constant, la Discovery e la Godspeed. Fondarono la propria colonia in una sottile penisola del fiume James, costruirono un forte di legno, un magazzino, una chiesa e tot abitazioni. I coloni di Jamestown soffrirono molto di fame e malattia, e faticarono a coltivare piantagioni per via della siccità della regione e dell'inesperienza. Affidavano la sopravvivenza alle scorte che portarono successive navi di coloni e agli scambi con tribù locali di nativi americani, stabiliti grazie alle negoziazioni tra il Capitano John Smith e il leader algonchino Capo Powhatan. Nell'ottobre del 1609, Smith si ustionò per sbaglio con della polvere da sparo e fu costretto a tornare in Inghilterra per curarsi; non fece mai ritorno in Virginia. Qui sotto la foto di Jane di Jamestown.



Durante l'inverno che seguì, la situazione dei coloni di Jamestown rimasti si fece ancora più disperata. Le relazioni con i membri del clan Powhatan diventavano ogni giorno più ostili, e la debilitante siccità continuava. George Percy, che ebbe il ruolo di governatore di Jamestown durante il Periodo della Fame, scrisse nel 1625 che i coloni mangiavano i propri cavalli per sopravvivere e che poi erano passati ai cani, ai gatti e a parassiti come topi e ratti. Alla fine, scrisse Percy, finirono per praticare cannibalismo: "… Nulla fu risparmiato per rimanere in vita e si fecero cose che sembravano incredibili, come dissotterrare corpi morti dalle fosse e mangiarli. E alcuni leccarono il sangue sgorgato dai corpi dei loro compagni più deboli." Oltre a quella di Percy, altre cinque testimonianze fanno riferimento al fatto che a Jamestown si sia praticato cannibalismo in quel periodo.

Primi scavi nel sito di Jamestown hanno rivelato carcasse di cani, gatti e cavalli consumati durante l'inverno 1609–10, ma nessuna prova di resti di cadaveri cannibalizzati. Poi, durante l'agosto scorso, gli archeologi che lavoravano come parte del progetto di preservazione della Virginia e riscoperta di Jamestown (cominciato nel 1994) hanno scoperto frammenti di scheletro appartenenti a una ragazza di circa 14 anni sepolta in una cantina piena di detriti nel forte di Jamestown. Dopo aver esaminato le ossa, Douglas Owsley, un fisico antropologo del Museo di Storia Naturale Nazionale Smithsonian a Washington, ha scoperto che i resti dello scheletro della ragazza - che includono un teschio, la mandibola e un osso della gamba - presentano tutti i segni di un'accetta o di una mannaia o di un coltello, che lui ha descritto come segni rivelatori di attività cannibali. La foto sotto mostra i segni di taglio sul teschio di Jane di Jamestown.



Oswley e il capo archeologo William Kelso hanno presentato le proprie scoperte in una conferenza stampa del Museo Nazionale di Storia Naturale. Usando tecnologia come la computer grafica e lo scanner CT, insieme a materiale scultoreo e demografico, sono stati in grado di ricostruire come doveva apparire il volto della ragazza. Credono che probabilmente provenisse dalla colonia di una delle sei navi di rifornimenti arrivata nel giugno del 1609. Poteva trattarsi di una serva, anche se un'analisi a isotopi sulle ossa ha rivelato che la sua dieta doveva essere altamente proteica, suggerendo la possibilità che fosse in realtà la figlia di un gentiluomo, e uno dei colonizzatori. Visto che gli scienziati non hanno trovato prove che sia stata uccisa, è probabile che i suoi affamati compagni l'abbiano mangiata dopo che è morta per cause naturali. La foto sotto mostra la mandibola di Jane di Jamestown con segni di taglio.




mercoledì 5 gennaio 2022

BATTAGLIA DI CARÁNSEBES


Durante la guerra turco-austriaca del 1787–1791 una forza asburgica di circa 100.000 uomini, si era accampata nella città di Caransebes per attraversare il fiume Timis. Fu allora che avvenne l'incidente.


L'incidente

Il 17 settembre 1788, l'avanguardia, composta prevalentemente da ussari, attraversò il fiume per cercare qualche possibile presenza degli ottomani. Non ce n’era traccia, ma si imbatterono in un gruppo di rom, da cui acquistarono dei liquori. Poco dopo un reparto di fanteria attraversò il fiume e, imbattutosi negli ussari ormai ubriachi, chiese che fosse dato anche a loro del liquore.

Iniziò quindi una rissa. A quel punto i fanti, per far fuggire gli ussari, iniziarono a gridare Turcii! Turcii! che in romeno significa "I turchi! I turchi!".

Subito il panico si impadronì dei soldati e uno di essi accidentalmente sparò. Lo sparo innestò una reazione a catena; infatti gli ussari e i fanti credevano che i rispettivi compagni fossero dei turchi travestiti da austriaci o da rumeni.

Per calmare il subbuglio arrivarono allora gli ufficiali austriaci con la cavalleria, gridando Halt! ovvero "Stop!" in tedesco.

Le unità romene, a cui si erano unite unità lombarde e slovacche, non capirono il segnale degli ufficiali ed equivocarono l'Halt! degli ufficiali per un “Allah!” e scambiarono la cavalleria in arrivo per delle equivalenti unità turche che avessero iniziato una carica.

Come se non fosse bastato ciò, anche un comandante di corpo d'armata si confuse e ordinò all'artiglieria di aprire il fuoco.

Ogni soldato oramai stava fuggendo sparando a qualsiasi cosa vedesse muoversi; lo stesso imperatore Giuseppe II fu scaraventato dal suo cavallo in un ruscello.

Due giorni dopo l'esercito ottomano arrivò sul posto, e vide circa 10.000 soldati morti o gravemente feriti, senza che avessero effettivamente mosso alcun attacco bellico.


martedì 4 gennaio 2022

Quali fatti sono rimasti impressi nella storia?

"la famosa frase "Obbedisco" proferita da Giuseppe Garibaldi a Vittorio Emanuele II a Teano (26 Ott.1860) , dopo di che depose le armi e se ne andò in assoluto ritiro, e modesta rendita, a Caprera. Quale altro "Fedele servitore dello Stato" o generale lo avrebbe mai fatto?

"Da T Plus"- All’alba del 26 ottobre del 1860 avviene lo storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Taverna Catena, presso Teano. Il re sabaudo ha occupato i territori pontifici nelle Marche e nell’Umbria ed è andato incontro a Garibaldi, che nel frattempo, ha respinto il tentativo di controffensiva dell’esercito borbonico nella battaglia del Volturno completando, in tal modo, la conquista del Regno delle Due Sicilie. L’incontro tra il generale e il sovrano sabaudo rappresenta formalmente la fine della spedizione dei mille e la consegna del Regno delle Due Sicilie.


"Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano, 1860"


lunedì 3 gennaio 2022

TERESA - LANTI LA CANTANTE CASTRATO E GIACOMO CASANOVA

Teresa Lanti e una figura quasi sconosciuta ai non addetti ai lavori di lei conosciamo solo un presunto ritratto ,che si trova nel teatro alla scala lasciato in un angolo appeso al muro damascato.



Non tutti sanno che la signora in questione si fingeva un CASTRATO.

Perchè, bè, per poter lavorare, considerando che i ruoli delle prime donne venivano dati ai castrati in passato nelle chiese romane, escludendo quindi le donne da questo ruolo, la sua famiglia cosi potè inserirla coi fratelli e avviarla alla carriera musicale per garantirle da vivere, e venir pagata quanto un uomo.

Quindi senza che nessuno sapesse la verita venne soprannominata BELLINO, un uomo molto giovane dal viso efebico e androgino molto bello, cosi fu finchè Giacomo Casanova, il girovago

donnaiolo


che era anche Attore e insegnante di italiano, Violinista e ballerino si trovava ad Ancona e il caso li fece incontrare in una locanda annessa al teatro assieme alla sua famiglia che viaggiava per lavoro, e quando si trovò di fronte un'uomo cosi etereo e bello ebbe un colpo di fulmine, lo scrive lui stesso nelle sue memorie nel 2° libro, ma Casanova non poteva credere che quel viso cosi bello fosse di un uomo.

Quindi un bel giorno il Casanova ormai infatuato mise le sue mani nei suoi calzoni, cosi lo descrive Il Casanova nelle sue Memorie, invase i calzoni di Bellino e scoprì un pene falso.

Lo descrive così, "lungo, floscio e grosso come un pollice, pallido e di pelle molto morbida".

Bellino era davvero una femmina.

Salimbeni, un valido cantante castrato, era stato il suo maestro di musica e aveva contribuito a sviluppare la sua bella voce da soprano.

Ha incolpato la sua sfortunata situazione per gli intrighi di sua madre.

Dietro il travestimento c'erano due problemi.

Poiché i teatri all'interno del dominio politico del papa bandivano le donne dal palcoscenico, i castrati cantavano i ruoli di prima donna a Roma e in altre città dello Stato Pontificio, inclusa Ancona dove Casanova incontrò Bellino.

A Venezia e in altri centri musicali più progressisti, le donne presero il posto che le spettava come primadonna, ma furono pagate in doloroso contrasto con la stella regnante dei castrati.

Perciò si spacciò per uomo. Casanova racconta che la sua relazione con Teresa, che a volte veniva chiamata Angiola sui cartelloni d'opera, era carica di incertezza da parte sua.

Tuttavia, è durata abbastanza a lungo da rimanere incinta di suo figlio, Cesarino Lanti, che ha poi cresciuto come suo fratello.

Alla fine la coppia si separò.

Casanova mandò Teresa a Napoli, affermando che non poteva convincersi a negarle la carriera che meritava, e continuò per la sua strada fin troppo allegra.

Teresa sposò Cirello Palesi, un giovane romano, e viaggiò per l'Italia cantando ruoli da prima donna nei principali teatri d'opera.

Qualche anno dopo Teresa e Casanova si incontrarono ancora una volta, ma la magia era svanita.

E, a un certo punto, si è fatta dipingere il ritratto.


domenica 2 gennaio 2022

Chi fu l'eroe della rivoluzione francese: signor Merda?


Il Colonello Merda (poi detto Meda) con Robespierre


Charles-André Merda era un gendarme della Guardia nazionale francese, che, la notte tra il 27 e il 28 luglio 1794 (il 9-10 termidoro del calendario rivoluzionario), fracassò la mascella di Robespierre con un colpo di pistola all'Hôtel de Ville.

La ferita che provocò al giacobino fu notevole, tanto che il giorno successivo, Robespierre venne trascinato alla ghigliottina ormai moribondo e con una vistosa fasciatura al volto.

Alcuni storici ritengono che non sia da scartare l'ipotesi del tentato suicidio, ma da recenti studi, eseguiti sul calco del volto di Robespierre, sembra molto improbabile tale ipotesi, dal momento che è stato scoperto che il colpo di pistola che colpì l'Incorruttibile partì da una distanza di circa due metri.

Rappresentazione dell'arresto di Robespierre Litografia di Jean-Joseph-François Tassaert


Durante il Primo Impero, Napoleone lo promosse colonnello e Barone dell'Impero, e il suo cognome fu cambiato in "Méda" (per l'imbarazzo del cognome).

Ferito gravemente durante la battaglia della Moscova, spirò il giorno seguente, dopo essere stato promosso a generale sul letto di morte.

Documento con il nuovo titolo Meda


sabato 1 gennaio 2022

Perché Giuseppe Bonaparte venne chiamato fantoccio?

Perché fu uno dei cosiddetti ''Re-parenti di Napoleone'': Napoleone non si fidava degli altri sovrani e così, per consolidare il suo dominio, mise sui troni d'Europa tutti i suoi fratelli e sorelle. Giuseppe fu proclamato Re di Spagna dopo che Napoleone costrinse il legittimo Re Carlo IV e il figlio Ferdinando ad abdicare. É ovvio che per uno spagnolo del tempo il vero Re fosse Carlo e non un francese imposto dall'usurpatore.



Qui la famiglia di Carlo IV rappresentata da Francisco Goya. Sembrano tutti delle scimmie, vero? Questo perché Goya, sebbene fosse pittore di corte, era un afrancesado, cioè un sostenitore di Bonaparte e dei francesi.