Sì, Sissi aveva una brutta dentatura e ne era ben consapevole, infatti non la vediamo mai sorridere nelle foto e testimoni affermano che quando parlava a malapena aprisse la bocca al punto che era difficile sentire cosa dicesse.
Sì, Sissi aveva una brutta dentatura e ne era ben consapevole, infatti non la vediamo mai sorridere nelle foto e testimoni affermano che quando parlava a malapena aprisse la bocca al punto che era difficile sentire cosa dicesse.
Durante il dominio coloniale britannico del subcontinente indiano, l'antica tradizione indù della Sati era ancora praticata: Il bruciare vive le vedove, sulle pire funerarie dei loro mariti morti, con la forza se necessario.
Questo ha scatenato forse la minaccia più britannica di sempre.
Rappresentazione dell'usanza Sati; mentre le fiamme consumano la donna, questa è circondata da uomini pronti a costringerla a tornare tra le fiamme.
Gli inglesi - inorriditi da queste pratiche barbariche - approvarono delle leggi, rendendo illegale la Sati e l'altrettanto ripugnante tradizione di lapidare i lebbrosi a morte. Questo fece infuriare i sacerdoti indù, che radunarono una grande folla per protestare contro l'interferenza nella loro religione.
"Sia come sia. Questo bruciare le vedove è la vostra usanza; preparate la pila funeraria. Ma anche la mia nazione ha un'usanza. Quando gli uomini bruciano vive le donne, noi le impicchiamo e confischiamo tutti i loro beni. I miei falegnami erigeranno dunque dei gibbets su cui impiccare tutti gli interessati quando la vedova sarà consumata. Agiamo tutti secondo le usanze nazionali".
Sì è vero, ma la faccenda è meno pruriginosa di quello che sembra.
La cocaina era infatti normalmente prescritta come rimedio alla depressione, patologia di cui l'imperatrice soffriva. La sostanza veniva iniettata tramite una siringa e ovviamente non se ne conoscevano gli effetti collaterali.
La siringa originale.
Questa è la testa di Robespierre al Madame Tussaud’s (per farci un’idea)
Sicuramente la fine peggiore la fece la principessa di Lamballe.
Maria Teresa Luisa di Savoia, principessa di Lamballe fu un'amica fedele fino alla morte di Maria Antonietta e per questo pagò. Scappata durante la rivoluzione per ordine del re, che per impedire che gli amici corressero rischi ordinò loro di lasciare la Francia, ritornò a causa di un falso messaggio della regina (inviato invece dal duca di Orléans cugino del re che odiava la famiglia reale).
La principessa fu catturata e costretta in un processo sommario a giurare per l'uguaglianza e la libertà del popolo francese, ma rifiutò di giurare di odiare la monarchia: ”Non è nel mio cuore”.
Fu torturata, probabilmente violentata decapitata e squartata, la sua testa fu issata su una picca ma non prima di essere stata ripulita pettinata e imbellettata. La picca fu portata di proposito sotto il Tempio dove era prigioniera Maria Antonietta che affacciatasi fu costretta a vedere cosa ne era stato fatto della sua cara amica, naturalmente il colpo fu troppo duro e la regina svenne.
“Non lavarti, arrivo!”
Messaggio che Napoleone Bonaparte inviò alla moglie Joséphine, prima di tornare in Francia.
Il loro inizialmente fu un matrimonio di interesse che successivamente sfociò in una passione sfrenata.
Napoleone, non aveva un buon carattere e neppure dei modi raffinati, desiderava essere introdotto dalla consorte, che invece era molto amata e ben inserita negli ambienti nobiliari, per guadagnarsi quel consenso necessario all’ascesa al potere che aveva in mente e che lo avrebbe portato a cingere la corona.
Giuseppina d’altro canto aveva notato le potenzialità dell’uomo e volle diventare la consorte di un uomo potente, migliorando ancora di più la sua scalata sociale. Fu nei primi mesi di matrimonio che i due iniziarono a conoscersi meglio e divampò la passione. Napoleone durante le sue campagne militari non mancò mai di mandarle lettere d’amore appassionate.
Giuseppina era un’appassionata coltivatrice di rose e il marito era solito portarle tante varietà di questo fiore dai suoi viaggi. A Napoleone piacevano gli odori e i sapori forti: si narra che raccomandasse la moglie di non lavarsi più fino al momento dell’incontro.
Quando i dottori, dissero che Giuseppina a causa di una menopausa precoce non poteva avere più figli, il divorzio fu inevitabile, anche se Napoleone continuò ad amarla ed a incontrala.
Giuseppina morì nel 1814, quando Napoleone era già in esilio e la sua disperazione fu grande, non potendole aver detto addio.
Il generale non la dimentico’ mai, rimembrandola anche nei suoi ultimi attimi di vita.
Fonti dal libro: “Napoleone e Giuseppina” di Theo Aronson
Stefania di Beauharnais fu adottata (nonostante avesse un padre) da Napoleone con un decreto nel 1804.
Napoleone mancava di propri discendenti legittimi. Adottò Stefania e la nominò "Princesse Française" con il trattamento di Altezza Imperiale. La ragione fu politica, nonostante le volesse bene, non esitò a darla in al figlio del Duca di Baden per ottenere un'alleanza strategica.
Il matrimonio non fu felice (lui era un noto donnaiolo), ma il marito morì presto e la principessa creò uno dei salotti più celebri d'Europa.
Morì nel 1860.
Zamor
Madame du Barry, la giovane e bellissima amante di Luigi XV fu decapitata alla ghigliottina, tradita dal suo servo Zamor che lei stessa aveva reso ricco e famoso dopo averlo istruito all'Occendentale e fatto battezzare.
Se in un primo momento sembrò dimostrare coraggio, con l'avvicinarsi della data dell'esecuzione sopraggiunse un indomabile panico che la portò a rivelare dove si trovassero le sue ricchezze, (sperando di barattarle con la propria salvezza) compromettendo però la vita di altre persone a lei vicine che così la seguirono al patibolo.