martedì 18 maggio 2021
Campagna di Germania (1805)
lunedì 17 maggio 2021
Arthur Wellesley, I duca di Wellington
«È picchiar sodo, questo, signori. Staremo a vedere chi picchierà più a lungo.»
(il Duca di Wellington durante la Battaglia di Waterloo)
Sir Arthur Wellesley, I duca di Wellington; Dublino, 1º maggio 1769 – Walmer, 14 settembre 1852), è stato un generale e politico britannico di origine irlandese.
Dopo aver iniziato la carriera militare combattendo in India, comandò le forze anglo-portoghesi durante la guerra d'indipendenza spagnola espellendo, dopo una serie estenuante di campagne dal 1809 al 1813, l'esercito francese dalla Spagna e raggiungendo la Francia meridionale.
Vittorioso e salutato come un eroe in patria, prese parte come rappresentante del suo paese al Congresso di Vienna. Dopo il ritorno di Napoleone Bonaparte dall'isola d'Elba, assunse il comando delle forze anglo-alleate schierate in Belgio e vinse, insieme all'esercito prussiano del feldmaresciallo Gebhard Leberecht von Blücher, la battaglia di Waterloo, che determinò la sconfitta definitiva dell'imperatore francese.
Wellington fu anche per due volte primo ministro del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.
Generale avveduto, metodico e riflessivo, alieno da slanci offensivi ma prudente e sagace nella manovra, il duca di Wellington adottò abili tattiche di battaglia sfruttando le capacità difensive delle sue truppe e nella penisola iberica ottenne una serie di brillanti vittorie contro i luogotenenti di Napoleone, nonostante le grandi difficoltà organizzative e la limitatezza dei suoi mezzi.
Nella campagna del 1815 in Belgio fu sorpreso dalla rapidità delle manovre iniziali di Napoleone e dovette combattere una drammatica battaglia difensiva a Waterloo; la sua solidità di spirito e il coraggio dei suoi soldati gli permisero di resistere fino all'intervento decisivo dell'esercito prussiano.
Il suo nome è stato associato a un tipo di stivale (lo stivale Wellington), a un bombardiere inglese della seconda guerra mondiale (il Vickers Wellington) e ad un secondo piatto (il filetto alla Wellington).
Il nome inglese della capitale della Nuova Zelanda (prima fu "Port Nicholson") è "Wellington", in onore del duca di Wellington, vincitore della battaglia di Waterloo.
Wellington nacque con il nome di Arthur Wesley a Dublino, presso la tenuta di Mornington House, o nella residenza familiare di Dungan Castle, vicino a Trim, contea di Meath, da una famiglia protestante della piccola nobiltà, di lontane radici inglesi. Era il terzo dei cinque figli di Garret Wesley, I conte di Mornington. L'esatta data di nascita è avvolta da un alone di incertezza; egli stesso celebrava il suo compleanno il 1º maggio, ma il registro parrocchiale di St. Peter, a Dublino, riporta il battesimo al 30 aprile. La famiglia cambiò più tardi la forma del cognome in "Wellesley", che il fratello maggiore Richard considerava l'antica e propria grafia, nel 1798.
Il giovane Arthur fu educato ad Eton dal 1781 al 1785, ma la sua poco brillante condotta negli studi e alcune traversie economiche lo costrinsero a proseguire la sua istruzione a Bruxelles, in Belgio.
Prima dei vent'anni Wellington non mostrò segni di distinzione. Sua madre lo avviò alla carriera militare. Divenne un accanito giocatore d'azzardo, dedito al bere, e un gran donnaiolo. S'innamorò della figlia di un altro nobile anglo-irlandese, Miss Catherine Pakenham, chiedendone la mano, ma la famiglia di lei rigettò la proposta, asserendo che egli era un giovane senza prospettive. Lo shock di questo rifiuto destò in lui la volontà di cambiare le smodate abitudini: diminuì notevolmente il bere, smise di giocare d'azzardo e, episodio rimasto assai famoso, bruciò il suo amato violino che era abituato a suonare durante le baldorie giovanili. Incominciò anche da autodidatta un rigido studio dell'arte della guerra, cosa che non era insegnata nelle accademie britanniche.
Partì volontario per le campagne militari nei Paesi Bassi e nelle Indie Orientali, ottenendo spettacolari successi e salendo in un decennio sino al rango di maggior generale, vincendo tutte le battaglie e ricavando una fortuna dalle considerevoli ricompense in denaro da parte dei vari raja, alleati della Corona.
Nel 1787 sua madre e suo fratello Richard acquistarono per il giovane Arthur il grado di alfiere nel 73º Reggimento di fanteria. Dopo aver ricevuto l'addestramento in Inghilterra, frequentò l'Accademia militare di equitazione di Angers, in Francia. Il suo primo incarico fu quello di aiutante di campo di due viceré d'Irlanda, tra il 1787 ed il 1793, ma i suoi uffici erano più politici che militari. Fu promosso tenente nel 1788. Due anni più tardi venne eletto come membro indipendente per la sede familiare di Trim nella Camera dei Comuni irlandese, posizione che ricoprì per sette anni. Salì rapidamente di grado (in buona misura attraverso il sistema dell'acquisto, a quei tempi permesso e perfino richiesto per quel che riguardava gli ufficiali dell'esercito britannico), diventando tenente colonnello nel 33º Reggimento di fanteria nel 1793. Partecipò alla sfortunata campagna anti-francese guidata dal Duca di York nei Paesi Bassi tra il 1794 ed il 1795 e fu presente alla battaglia di Boxtel. Ricordò in seguito: «Appresi ciò che non dovevo fare, e questa è una notevole lezione».
Nel 1796, dopo la promozione a colonnello, seguì il suo reggimento nelle Indie Orientali. L'anno seguente suo fratello maggiore Richard fu nominato governatore generale dell'India e, allo scoppio della guerra (1798) contro il sultano di Mysore, Arthur Wellesley divenne comandante di divisione. Al contempo, fu nominato governatore di Shrirangapattana e di Mysore, incarichi conservati fino al 1805. Combatté a Shrirangapattana, Assaye, Argaum ed assalì la fortezza di Gawilghur.
A seguito di tale vittoriosa campagna, gli fu affidato il comando supremo, politico e militare, del Deccan; occupando tale posizione, sconfisse il capo predone Dhundia Wagh (che per ironia della sorte evase da Seringapatam durante l'ultima battaglia della guerra contro Mysore) e sbaragliò i principi Marathi (popolazione del Maharashtra che parla una lingua indo-aria) nella sanguinosa battaglia di Assaye (1803).
Nel 1804, ricevette l'onorificenza di cavaliere, la prima di numerose altre che avrebbero costellato la sua vita. Al termine dell'incarico di governatore delle Indie del fratello, 1805, entrambi fecero ritorno in patria, e furono costretti a difendere il loro imperialistico (e dispendioso) impiego delle forze inglesi in India (il primo discorso di Wellington in Parlamento fu proprio in difesa del fratello).
Wellington fu eletto membro del parlamento per Rye (Sussex) nella Camera dei Comuni per sei mesi nel 1806; l'anno successivo ebbe la stessa nomina per Newport, zona che rappresentò per due anni. Era un esponente del Partito Tory per il quale rivestì anche molti altri importanti incarichi nel medesimo periodo.
Tuttavia, la sua carriera politica era destinata ad interrompersi bruscamente, poiché dovette prendere parte alle guerre napoleoniche, nell'ambito di una spedizione in Europa continentale.
Negli anni successivi Wellington affrontò gli eventi che ne determinarono il grande rilievo storico. Dal 1789 in Francia aveva avuto luogo la Rivoluzione e, dopo aver assunto il governo nel 1799, Napoleone Bonaparte aveva ben presto raggiunto un potere tale da minacciare con i suoi eserciti gran parte dell'Europa. Il governo inglese si affannava alla ricerca di una via per far cessare la minaccia Napoleone e Wellington contribuì a fornire una risposta definitiva a questa esigenza.
Dapprima fu nominato vice-comandante della spedizione in Danimarca (1807), che presto lo condusse alla promozione a tenente generale ed a un trasferimento nella campagna della guerra d'indipendenza spagnola. Sebbene tale campagna non stesse andando particolarmente bene, era l'unico luogo in cui inglesi e portoghesi fossero riusciti ad impegnare in combattimento sulla terraferma la Francia e i suoi alleati. Wellington aveva sottoposto a lord Castlereagh un memorandum sulla difesa del Portogallo ed egli lo mise a capo di una forza di spedizione.
Subito Wellesley sconfisse i francesi del generale Junot a Roliça ed a Vimeiro nel 1808. La conseguente convenzione di Sintra stabilì che l'esercito inglese avrebbe trasportato i francesi fuori da Lisbona con tutto il bottino; le conseguenti polemiche in patria fecero sì che Wellesley fu per breve tempo richiamato in Inghilterra.
Nel frattempo Napoleone stesso aveva guidato la riconquista della Spagna con i suoi veterani e quando sir John Moore, comandante in capo dell'esercito anglo-portoghese in Spagna, morì durante la battaglia di La Coruña, Wellington gli succedette nella guida di tutte le forze britanniche in Portogallo.
Tornato in Spagna nell'aprile del 1809, sconfisse gli eserciti di Giuseppe Bonaparte (fratello maggiore di Napoleone) nella battaglia de Talavera. Per tale vittoria, fu insignito del titolo nobiliare di "Visconte Wellington" di Talavera e di Wellington (città dell'Inghilterra sud-occidentale nella Contea di Somerset).
Quando i francesi al comando del maresciallo Massena invasero di nuovo il Portogallo (1810), Wellington ne rallentò l'avanzata nella battaglia del Buçaco, per poi impedire loro la conquista della penisola di Lisbona grazie all'efficacia delle linee difensive di Torres Vedras appena terminate, unitamente alla protezione navale fornita dalla Marina di Sua Maestà (l'incruenta battaglia di Lisbona). Le forze d'invasione francesi, demoralizzate ed affamate, furono costrette a ripiegare dopo sei mesi. Lord Wellington continuò la sua marcia fino ad espellere completamente i francesi dal Portogallo nel 1811, con le battaglie di Fuentes de Oñoro e Albuera.
Nel maggio 1811 divenne "Conte di Wellington" per i servigi resi alla Corona in Portogallo. Compì delle rapide spedizioni in Spagna, appoggiato dai ribelli, e penetrò in Castiglia dove fece letteralmente a pezzi l'armata del maresciallo Marmont nella battaglia di Salamanca (ove tra l'altro morì il grande generale di cavalleria inglese John Gaspard Le Marchant). Per tale grande vittoria fu nominato "Marchese di Wellington" il 3 ottobre. Entrò così trionfalmente a Madrid, tra le ovazioni della popolazione, e qui ottenne la resa della città da parte di Giuseppe Bonaparte (1812).
Ritornato in Portogallo, un contrattacco francese mise gli inglesi in momentanea difficoltà, ma lord Wellington riprese subito il comando delle forze alleate in Spagna. Approfittando del ritiro di molte truppe francesi impegnate nella campagna di Russia, Wellington condusse una nuova offensiva su larga scala nel 1813, che culminò nella battaglia di Vitoria (celebrata da Beethoven ne La vittoria di Wellington op. 91), dove con un'abile manovra strinse in una tenaglia tre intere armate francesi poste sotto il comando nominale di Giuseppe Bonaparte; respinti così i francesi dalla Spagna, venne promosso maresciallo di campo e valicò con l'intero esercito i Pirenei, dove si scontrò nuovamente con le armate francesi. Annientata ogni resistenza, invase la Francia ed alla fine sconfisse i francesi nella battaglia di Tolosa (1814), mentre intanto Napoleone, battuto a Lipsia il 14 ottobre, firmava la propria abdicazione a Fontainebleau e veniva esiliato sull'isola d'Elba.
Salutato come un eroe conquistatore, Wellington divenne duca, un titolo tuttora vantato dai suoi successori. Fu presto nominato ambasciatore in Francia, poi prese il posto di lord Castlereagh quale primo plenipotenziario al Congresso di Vienna ed appoggiò la richiesta di Talleyrand affinché fosse concesso alla Francia di mantenere il proprio posto nell'equilibrio delle potenze europee.
Il 26 febbraio 1815 Napoleone fuggì dell'Elba eludendo la sorveglianza della flotta britannica e fece ritorno in Francia, acclamato dalla popolazione. Ripreso il controllo del paese, dovette affrontare una risorta alleanza contro di lui.
Wellington lasciò Vienna per assumere il comando dell'Armata dei Paesi Bassi (formata da contingenti britannici, olandesi e di vari principati tedeschi) durante la campagna di Waterloo. Arrivò in Belgio ai primi di aprile, con le forze prussiane guidate dal feldmaresciallo Gebhard Leberecht von Blücher.
Wellington venne sorpreso dalla improvvisa e massiccia offensiva di Napoleone a nord di Charleroi e, avendo interpretato male i piani dell'imperatore, inizialmente diramò ordini totalmente errati alle sue truppe che prevedevano di effettuare una concentrazione a ovest di Bruxelles, a copertura di Mons e delle coste della Manica. Manovrando in questo modo egli si sarebbe allontanato dall'esercito prussiano, favorendo i piani di Napoleone di avanzata al centro per sconfiggere separatamente i due eserciti avversari. Egli inoltre trascurò di far presidiare l'importante incrocio stradale di Quatre-Bras, che fu occupato dai britannici solo grazie a un'azione personale non autorizzata di un ufficiale subordinato. Nelle prime ore del 16 giugno, dopo aver partecipato al ballo della duchessa di Richmond a Bruxelles, il duca, raggiunto da nuove informazioni, comprese finalmente l'errore commesso e diramò nuovi ordini per raggruppare le sue forze sul lato orientale, cercando di collegarsi con i prussiani.
Respinti i francesi del maresciallo Ney nella sanguinosa battaglia di Quatre-Bras (16 giugno), ove perì anche il duca Federico Guglielmo di Brunswick, Wellington fu costretto a ritirarsi verso Bruxelles (da dove nel frattempo la corte reale se ne era andata alla volta di Anversa) a causa della sconfitta subita dai prussiani a Ligny ad opera di Napoleone stesso. Due giorni dopo, il 18 giugno, Wellington affrontò Napoleone presso Mont-Saint-Jean, non lungi da Waterloo, dove, con il determinante aiuto dei corpi prussiani dei generali Friedrich Wilhelm von Bülow e Hans von Ziethen sconfisse infine l'imperatore. Napoleone abdicò di nuovo il 22 giugno e si arrese agli inglesi che, per evitare altre sue fughe, lo deportarono nella remota isola di Sant'Elena nell'Oceano Atlantico.
In seguito Wellington salvò Bonaparte dalla vendetta prussiana e si schierò contro il Congresso di Vienna, opponendosi risolutamente a qualsiasi decisione di condanna a morte per l'imperatore francese.
Wellington fu per due volte primo ministro del Regno Unito (dal 22 gennaio 1828 al 22 novembre 1830 e dal 17 novembre al 9 dicembre 1834) ed un importante esponente della fazione dei Tories. In tale veste, Wellington fece approvare dal Parlamento una nuova legge sul grano che autorizzava le importazioni in qualunque momento e introduceva un sistema di dazi governativi variabili, avvantaggiando così i consumatori, ma suscitando forte malcontento tra i grandi proprietari fondiari. Un provvedimento importante del suo gabinetto fu però il decreto, varato nel 1829 su proposta del Ministro dell'Interno Robert Peel, di emancipazione dei cattolici, che riconosceva loro il diritto di sedere alla Camera dei Comuni. Questa decisione era stata presa per meglio sedare le varie agitazioni politiche interne dell'Irlanda cattolica, insofferente al dominio di Londra, ma la situazione sull'isola, benché migliorasse, rimase estremamente tesa e confusa.
In politica estera Wellington cercò di porre il Regno Unito come ago della bilancia nel delicato scacchiere europeo, scosso dalla Rivoluzione di Luglio del 1830 che aveva spodestato dal trono francese Carlo X e che aveva acceso le rivendicazioni nazionalistiche in Belgio, allora unito ai Paesi Bassi nel Regno Unito dei Paesi Bassi. Per questo, il 4 novembre 1830 convocò a Londra una conferenza di grandi potenze europee per decidere una soluzione accettabile: all'inizio del 1831 la conferenza infine decise di riconoscere le richieste indipendentistiche belghe e di trasformare il Paese in un regno indipendente, separato dai Paesi Bassi e sotto la corona di Leopoldo di Sassonia-Coburgo-Gotha. Wellington però non poté assistere alla conclusione, perché si dimise il 17 novembre dello stesso anno, dopo le elezioni parlamentari che riportarono al potere il partito dei Whig dopo oltre cinquanta anni; si formò dunque un governo di coalizione tra whig e torie liberali presieduto da lord Charles Grey. Wellington tornò brevemente alla ribalta politica nel biennio 1834 - 1835, quando fu ministro degli Esteri del gabinetto Peel e poi, dal 1841 al 1846, ministro senza portafoglio nello stesso governo. Ritiratosi infine dalla vita pubblica, il militare inglese nel 1842 fu nominato comandante supremo a vita dell'esercito britannico, in riconoscimento dei suoi meriti di guerra.
Morì nel 1852 e ricevette sepoltura nella cattedrale di San Paolo a Londra.
Al suo ritorno in Irlanda dalle Indie orientali nel 1804, rinnovò subito la proposta di matrimonio a Catherine Pakenham prima di rivederla e probabilmente senza aver avuto alcuna corrispondenza con lei per quasi dieci anni.
La famiglia di lei accettò ma, vedendo come ormai la bellezza di miss Pakenham era in parte svanita, Wellington sembrò essersi piuttosto pentito della sua decisione, ma una promessa era una promessa. Il matrimonio durò sino alla morte di lei, avvenuta nel 1831, dando alla coppia due figli. Il primogenito Arthur ereditò il titolo di duca, mentre il più giovane Charles divenne un uomo politico.
domenica 16 maggio 2021
François Barbé-Marbois
François Barbé-Marbois marchese di Barbé-Marbois (Metz, 31 gennaio 1745 – Parigi, 12 febbraio 1837) è stato un politico francese.
Nato a Metz, cominciò la sua carriera di funzionario come governatore della colonia di Santo Domingo sotto l'Ancien Régime. Alla fine del 1789 tornò in Francia, e si mise al servizio del governo della Rivoluzione francese. Nel 1791 venne inviato a Ratisbona per aiutare il marchese di Noailles, l'ambasciatore francese. Sospettato di tradimento, al suo ritorno venne arrestato ma riguadagnò presto la libertà.
Nel 1795 fu eletto al Consiglio degli Anziani, dove la generale moderazione del suo atteggiamento, specialmente per quanto riguardava la sua opposizione all'esilio dei nobili e dei parenti degli emigrati dalla vita pubblica, gli valsero il sospetto di essere un monarchico, nonostante avesse pronunciato un elogio nei confronti di Napoleone Bonaparte in occasione del suo successo in Italia.
Dopo il colpo di Stato monarchico del 18 fruttidoro (4 settembre) 1797, venne arrestato e portato nella Guyana Francese. Trasferito sull'isola di Oléron nel 1799, fu liberato da Napoleone Bonaparte dopo il colpo di Stato del 18 brumaio. Nel 1801, sotto il Consolato, divenne consigliere di Stato e Ministro del Tesoro, e nel 1813 senatore.
Nel 1803 negoziò l'Acquisto della Louisiana, trattato grazie al quale la Louisiana venne ceduta agli Stati Uniti, che in cambio pagarono al Primo console una somma di 152.000 franchi.
Fedele al Primo Impero, fu proclamato grand'ufficiale della Legion d'onore e conte nel 1805, e nel 1808 divenne presidente della Corte dei Conti. La sua carriera come Ministro del Tesoro si concluse nel 1806. In cambio di questi favori, egli lodò incondizionatamente Napoleone; eppure, nel 1814, contribuì a redigere l'atto di abdicazione dell'imperatore, e dichiarò davanti alla Corte dei Conti, riferendosi all'invasione della Francia da parte della Sesta coalizione:
«...uniti per la più bella delle cause, da molto tempo non siamo così liberi come lo siamo adesso, in presenza dello straniero in armi»
A giugno di quell'anno, durante la prima restaurazione, Barbé-Marbois fu proclamato Pari di Francia da re Luigi XVIII, e confermato nella sua carica di presidente della Corte dei Conti. Privato della sua posizione da Napoleone durante i Cento giorni, fu nominato Ministro della Giustizia sotto il duca di Richelieu (agosto 1815), cercò senza successo di conquistare la fiducia degli ultrarealisti, e rinunciò dopo nove mesi (10 maggio 1816).
Nel 1830, quando la rivoluzione di luglio portò al potere Luigi Filippo e la monarchia d'Orléans, Barbé-Marbois si recò, come presidente della Corte dei Conti, a complimentarsi con il nuovo re, e venne confermato nella sua posizione. Mantenne la sua carica fino al mese di aprile 1834.
Nel 1829 scrisse il libro Histoire de la Louisiane et la cession de cette colonie par la France aux Etats-Unis de l'Amérique septentrionale; précédée d'un discours sur la constitution et le gouvernement des Etats-Unis (Storia della Louisiana e della sua cessione agli Stati Uniti d'America Settentrionali; preceduto da un discorso sulla costituzione e sul governo degli Stati Uniti).
Pubblicò molti testi, tra cui:
Reflexions sur la colonie de Saint-Domingue ("Riflessioni sulla colonia di Santo Domingo", 1794)
De la Guyane, etc. ("Sulla Guyana", 1822)
Journal d'un deporté non jugé ("Diario di un deportato non processato", 1834).
sabato 15 maggio 2021
Consiglio degli Anziani (Francia)
Il Consiglio degli Anziani era composto da 250 membri, rinnovati per un terzo ogni anno. Essi dovevano avere i seguenti requisiti:
età minima di quarant'anni;
essere sposati o vedovi;
essere domiciliati da almeno quindici anni nel territorio della Repubblica.
Nel 1799, la maggioranza dei suoi membri era favorevole al colpo di Stato del 18 brumaio che diede pieni poteri al Generale Napoleone Bonaparte.
Il Consiglio fu soppresso il 10 novembre 1799.
venerdì 14 maggio 2021
Catasto napoleonico
Il catasto napoleonico o piano catastale del 1812 è un catasto unico e centralizzato, istituito in Francia con la legge del 15 settembre 1807, basato sul cadastre-type definito il 2 novembre 1802.
Esso riunisce in una mappa omogenea un centinaio di milioni di parcelle territoriali, è il primo strumento legale e fiscale per tassare equamente i cittadini sui contributi fondiari.
Seguendo piante territoriali molto eterogenee nella loro presentazione e anche nelle loro unità di misura, il piano catastale venne stabilito usando metodi di agrimensura. Venne rivisto dalla legge del 16 aprile 1930.
giovedì 13 maggio 2021
Battaglia di Shubra Khit
La battaglia di Shubra Khit, conosciuta anche come la battaglia di Chobrakit, fu il primo grande impegno della campagna di Napoleone in Egitto che ebbe luogo il 13 luglio 1798. Durante la loro marcia al Cairo, l'esercito francese incontrò un esercito ottomano composto da cavalleria mamelucca e ha redatto Fellahins sotto Murad Bey. Napoleone schierò le sue forze nelle piazze di fanteria, una tattica che aiutò a respingere la cavalleria mamelucca, in gran parte a causa della loro incapacità di penetrarle senza subire gravi perdite. Si verificò anche una battaglia navale, con una flottiglia ottomana respinta da una flottiglia francese.
Per respingere la cavalleria mamelucca che avanzò sulle posizioni francesi e superò pesantemente la cavalleria francese, Napoleone formò la sua fanteria in rettangoli. Formati da fanteria da sei a dieci gradi di profondità, i rettangoli avevano un piccolo gruppo di cavalleria e bagagli al centro, con artiglieria posta ad ogni angolo. Per circa le prime tre ore, i Mamelucchi girarono intorno ai rettangoli, cercando un posto dove attaccare. Poi, quando le flottiglie francese e ottomana si incontrarono al largo, i mamelucchi finalmente attaccarono. Furono immediatamente fermati dal fuoco dell'artiglieria e della fanteria francesi. I Mamelucchi si raggrupparono e attaccarono una piazza diversa, ma furono nuovamente fermati dall'artiglieria francese e dal fuoco di fanteria.
Dopo circa un'ora sulla difensiva, Napoleone ordinò alle sue truppe in un assalto di dare il cambio alla flottiglia navale francese, respingendo i Mamelucchi nel villaggio di Embabeh, dove in seguito ingaggiarono Napoleone nella battaglia delle Piramidi. Lì, Napoleone basò i suoi piani di battaglia sulle formazioni rettangolari utilizzate a Shubra Khit.
La flottiglia francese, comandata da Jean-Baptiste Perrée, composta da tre cannoniere e con uno xebec e una galea, fu attaccata dalla flottiglia mamelucca composta da sette cannoniere, all'incirca nello stesso momento in cui iniziarono le cariche di cavalleria mamelucca. La flottiglia mamelucca, con sette cannoniere presidiate da marinai greci, inizia a ingaggiare la flottiglia francese. In breve tempo, due cannoniere e la galea dovettero essere abbandonate dai francesi a causa del fuoco dell'artiglieria ottomana, lasciando solo lo xebec e la terza cannoniera in condizioni di combattimento, entrambi carichi di civili e soldati che avevano abbandonato le altre navi.
Queste navi militari rimasero sotto attacco dalla flottiglia mamelucca, insieme al fuoco di armi leggere ottomane dalla riva. Tuttavia, una nave francese è riuscita a segnare un colpo sul caricatore dell'ammiraglia mamelucco, che ha preso fuoco ed è esplosa, affondando la cannoniera. Più o meno in questo periodo la cavalleria mamelucco stava per caricare di nuovo, ma l'esplosione, insieme al contrattacco della fanteria francese, mandò sia la flottiglia ottomana che le forze di terra in una ritirata completa.
Con le forze ottomane in rotta, Napoleone e le sue forze proseguirono e vinsero una battaglia decisiva vicino alla Piramide di Giza.
mercoledì 12 maggio 2021
Codice napoleonico
Il codice napoleonico, ufficialmente il codice civile dei francesi istituito dal Consolato francese nel 1804 e ancora in vigore, anche se frequentemente modificato.
Fu redatto da una commissione di quattro eminenti giuristi ed entrò in vigore il 21 marzo 1804. Il Codice, con la sua enfasi su una legge chiaramente scritta e accessibile, fu un passo importante per sostituire il precedente mosaico di leggi feudali. Lo storico Robert Holtman lo considera uno dei pochi documenti che hanno influenzato il mondo intero. Il codice napoleonico non è stato il primo codice legale ad essere istituito in un paese europeo con un sistema giuridico di diritto civile; è stato preceduto dal Codex Maximilianeus bavaricus civilis ( Baviera, 1756), dall'Allgemeines Landrecht (Prussia, 1794) e dal Codice della Galizia occidentale (Galizia, allora parte dell'Austria, 1797). Fu, tuttavia, il primo codice giuridico moderno ad essere adottato con una portata paneuropea e influenzò fortemente il diritto di molti dei paesi formati durante e dopo le guerre napoleoniche. Il codice napoleonico ha influenzato i paesi in via di sviluppo al di fuori dell'Europa, in particolare in America Latina e Medio Oriente, tentando di modernizzare e defeudalizzare i loro paesi attraverso riforme legali.
Le categorie del codice napoleonico non erano tratte dalle precedenti leggi francesi, ma invece dalla codificazione del diritto romano del VI secolo da parte di Giustiniano, dal Corpus Juris Civilis e, al suo interno, dagli Istituti. Gli Istituti dividono la legge nella legge di:
persone
cose
Azioni.
Allo stesso modo, il codice napoleonico divideva la legge in quattro sezioni:
persone
proprietà
acquisto di proprietà
procedura civile (spostata in un codice separato nel 1806).
Prima del codice napoleonico, la Francia non aveva un unico insieme di leggi; la legge consisteva principalmente di costumi locali, che a volte erano stati ufficialmente compilati in "custumals" (coutumes), in particolare l'usanza di Parigi. C'erano anche esenzioni, privilegi e carte speciali concesse dai re o da altri signori feudali. Durante la rivoluzione furono abolite le ultime vestigia del feudalesimo.
In particolare, per quanto riguarda il diritto civile, i molti diversi corpi di diritto utilizzati in diverse parti della Francia dovevano essere sostituiti da un unico codice giuridico. L'Assemblea Costituente, il 5 ottobre 1790, votò per una codificazione delle leggi della Francia, la Costituzione del 1791 ne prometteva una, e l'Assemblea Nazionale adottò una risoluzione unanime il 4 settembre 1791, prevedendo che "ci sarà un codice di leggi civili comune per l'intero regno". Tuttavia, fu la Convenzione nazionale del 1793 a istituire una commissione speciale guidata da Jean-Jacques Régis de Cambacérès per supervisionare il processo di redazione. Le sue bozze del 1793 (per le quali gli era stata data una scadenza di un mese), 1794 e 1796 furono tutte respinte da una Convenzione Nazionale e da un Direttorio più preoccupati per i disordini derivanti dalle varie guerre e conflitti con altre potenze europee. Il primo conteneva 719 articoli ed era molto rivoluzionario, ma fu respinto perché troppo tecnico e criticato per non essere abbastanza radicale o filosofico. Il secondo, con solo 297 articoli, è stato respinto perché troppo breve ed è stato criticato per essere un mero manuale di morale. Il terzo, ampliato a 1.104 articoli, è stato presentato sotto il Direttorio, un regime conservatore, ma non è mai stato nemmeno discusso.
Un'altra commissione, istituita nel 1799, presentò in dicembre un quarto schema redatto in parte da Jean-Ignace Jacqueminot (1754-1813). La bozza di Jacqueminot, la cosiddetta loi Jacqueminot, trattava quasi esclusivamente di persone e sottolineava la necessità di riformare le leggi rivoluzionarie sul divorzio, per rafforzare la potestà genitoriale e aumentare la libertà del testatore di disporre della parte gratuita del suo patrimonio. Fu, ovviamente, rifiutato.
Napoleone si proponeva di riformare il sistema giuridico francese secondo le idee della Rivoluzione francese, perché le vecchie leggi feudali e reali sembravano confuse e contraddittorie. Dopo molteplici bozze respinte da altre commissioni, si ricominciò dopo che Napoleone salì al potere nel 1799. Una commissione di quattro eminenti giuristi fu nominata nel 1800, tra cui Louis-Joseph Fauré e presieduta da Cambacérès (ora Secondo Console), e talvolta da il Primo Console, lo stesso Napoleone. Il Codice è stato completato nel 1801, dopo un attento esame da parte del Consiglio di Stato, ma non è stato pubblicato fino al 21 marzo 1804. È stato promulgato come il "Codice civile francese" (Code civil des Français), ma fu ribattezzato "Codice Napoleonico" ( Code Napoléon ) dal 1807 al 1815, e ancora una volta dopo il Secondo Impero francese.
Il processo si è sviluppato principalmente dai vari costumi, ma è stato ispirato dalla codificazione del diritto romano di Giustiniano del VI secolo, dal Corpus Iuris Civilis e, all'interno di questo, dal Codice di Giustiniano (Codex). Il Codice napoleonico, tuttavia, differiva da quello di Giustiniano per aspetti importanti: includeva tutti i tipi di regole precedenti, non solo la legislazione; non era una raccolta di estratti modificati, ma una riscrittura completa; la sua struttura era molto più razionale; non aveva contenuto religioso ed era scritto in volgare.
Lo sviluppo del codice napoleonico è stato un cambiamento fondamentale nella natura del sistema di diritto civile, rendendo le leggi più chiare e più accessibili. Sostituì anche il precedente conflitto tra il potere legislativo reale e, in particolare negli ultimi anni prima della Rivoluzione, le proteste dei giudici che rappresentavano punti di vista e privilegi delle classi sociali a cui appartenevano. Tale conflitto ha portato i rivoluzionari ad avere una visione negativa dei giudici che fanno legge.
Ciò si riflette nella disposizione del codice napoleonico che vieta ai giudici di decidere un caso introducendo una regola generale (articolo 5), poiché la creazione di regole generali è un esercizio di potere legislativo e non giudiziario. In teoria, non esiste quindi alcuna giurisprudenza in Francia. Tuttavia, i tribunali dovevano ancora colmare le lacune nelle leggi e nei regolamenti e, in effetti, era vietato rifiutare di farlo (articolo 4). Inoltre, sia il codice che la legislazione hanno richiesto l'interpretazione giudiziaria. Così è nato un vasto corpo di giurisprudenza. Non esiste una regola di stare decisis.
L'articolo preliminare del codice stabilisce alcune disposizioni importanti riguardanti lo Stato di diritto. Le leggi potevano essere applicate solo se erano state debitamente promulgate, e quindi solo se erano state pubblicate ufficialmente (comprese le disposizioni per i ritardi di pubblicazione, visti i mezzi di comunicazione disponibili al momento). Pertanto, nessuna legge segreta era autorizzata. Ha vietato le leggi ex post (cioè le leggi che si applicano agli eventi verificatisi prima della loro introduzione). Il codice vietava inoltre ai giudici di rifiutare la giustizia per motivi di insufficienza della legge, incoraggiandoli così a interpretare la legge. D'altra parte, proibiva ai giudici di emettere sentenze generali di valore legislativo.
Per quanto riguarda la famiglia, il Codice stabiliva la supremazia del marito sulla moglie e sui figli, che all'epoca era la situazione giuridica generale in Europa. Le donne avevano ancora meno diritti dei bambini. Il divorzio consensuale fu abolito nel 1804.
Il progetto di codice militare fu presentato a Napoleone dalla Commissione speciale presieduta da Pierre Daru nel giugno 1805; tuttavia, con il progredire della Guerra contro la Terza Coalizione, il Codice fu messo da parte e non venne mai applicato.
Nel 1791, Louis Michel le Peletier de Saint-Fargeau presentò un nuovo codice penale all'Assemblea nazionale costituente. Ha spiegato che mette fuori legge solo "veri crimini", e non "reati fasulli creati dalla superstizione, dal feudalesimo, dal sistema fiscale e dal dispotismo [reale]".Non ha elencato i crimini "creati dalla superstizione". Il nuovo codice penale non menzionava la blasfemia, l'eresia, il sacrilegio, la stregoneria, l' incesto o l'omosessualità, che portarono alla rapida depenalizzazione di questi reati precedenti. Nel 1810, un nuovo codice penale è stato rilasciato sotto Napoleone. Come per il codice penale del 1791, non conteneva disposizioni per crimini religiosi, incesto o omosessualità.
Mentre l'intero sistema legale era in fase di revisione, il nuovo codice di procedura civile fu adottato nel 1806.
Il codice commerciale (code de commerce) è stato adottato nel 1807. Il nocciolo del codice commerciale è il LIBRO III, "Dei diversi modi di acquisto di proprietà", del codice napoleonico. È una norma sui contratti e le transazioni.
Nel 1808 fu pubblicato un codice di istruzione criminale (codice d'istruzione criminelle). Questo codice prevedeva la procedura penale. Il sistema parlamentare, da prima della Rivoluzione, si era reso colpevole di molti abusi, mentre i tribunali penali istituiti dalla Rivoluzione erano un sistema complesso e inefficace, soggetto a molte pressioni locali. La genesi di questo codice ha provocato molti dibattiti. Il codice risultante è alla base del moderno cosiddetto "sistema inquisitorio" dei tribunali penali, utilizzato in Francia e in molti paesi di diritto civile , sebbene notevolmente cambiato dai tempi di Bonaparte (soprattutto per quanto riguarda l'espansione dei diritti dell'imputato).
La Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino della Rivoluzione francese dichiarava che si presumeva che i sospettati fossero innocenti fino a quando non fossero stati dichiarati colpevoli da un tribunale . Una preoccupazione di Bonaparte era la possibilità di un arresto arbitrario o di una custodia cautelare eccessiva (reclusione prima di un processo). Bonaparte ha osservato che occorre prestare attenzione a preservare le libertà personali, soprattutto quando il caso era davanti alla Corte Imperiale: "queste corti avrebbero una grande forza, dovrebbe essere loro vietato abusare di questa situazione contro cittadini deboli senza legami". Tuttavia, la custodia cautelare era ancora la procedura abituale per gli imputati sospettati di reati gravi come l'omicidio.
La possibilità di lunghi periodi di custodia cautelare è stata una delle ragioni per cui il Codice napoleonico è stato criticato per la sua presunzione de facto di colpevolezza, in particolare nei paesi di common law. Un altro motivo era la combinazione di magistrato e procuratore in una posizione. Tuttavia, i procedimenti legali non avevano la presunzione de jure di colpevolezza; per esempio, il giuramento del giurato richiedeva esplicitamente che la giuria non tradisse gli interessi degli imputati e non ignorasse i mezzi di difesa.
Le norme che disciplinano i procedimenti giudiziari, secondo gli standard odierni, conferivano un potere significativo all'accusa; tuttavia, la giustizia penale nei paesi europei a quei tempi tendeva a schierarsi con la repressione. Ad esempio, fu solo nel 1836 che i prigionieri accusati di un crimine ottennero un diritto formale a un avvocato, in Inghilterra. In confronto, l'articolo 294 del codice di procedura penale napoleonico consentiva al convenuto di avere un avvocato dinanzi alla Corte d'assise (giudicare i crimini) e ha incaricato la corte di nominare un avvocato per l'imputato se l'imputato non ne aveva uno (mancato in tal modo annullato il procedimento).
Se la Cour d'assises, il cui compito era quello di giudicare i crimini gravi, dovesse o meno operare con una giuria è stato un argomento di considerevole controversia. Bonaparte sostenne i processi con giuria (o petit jury) e alla fine furono adottati. Bonaparte, invece, si è opposto alla giuria d'accusa ("gran giuria" dei paesi di common law), e ha preferito affidare questo compito alla sezione penale della Corte d'Appello. Furono creati tribunali speciali per giudicare i criminali che potevano intimidire la giuria.
I codici francesi, ora più di 60 in numero, vengono frequentemente modificati, oltre che reinterpretati giuridicamente. Pertanto, per oltre un secolo tutti i codici in vigore sono stati documentati nelle edizioni riviste annualmente pubblicate da Dalloz (Parigi). Queste edizioni consistono in annotazioni approfondite, con riferimenti ad altri codici, statuti pertinenti, decisioni giudiziarie (anche se non pubblicate) e strumenti internazionali. La versione "piccola ( petit )" del codice civile in questa forma è di quasi 3.000 pagine, disponibile in formato cartaceo e online. Materiale aggiuntivo, inclusi articoli accademici, viene aggiunto nel più grande "expert ( expert) "e la versione ancora più grande" mega (méga)", entrambe disponibili in versione cartacea e su CD-ROM ricercabile. A questo punto, è stato suggerito, il codice civile è diventato" meno un libro che un database ".
L'enorme numero di codici, insieme alla digitalizzazione, ha portato la Commissione supérieure de codification a riflettere nella sua relazione annuale per il 2011:
La Commissione osserva che l'era dell'elaborazione di nuovi codici sta probabilmente volgendo al termine. L'obiettivo di una quasi completa codificazione della legge non è più perseguito, per tre ragioni: in primo luogo, gli sviluppi tecnici con cui i testi sono forniti in forma non fisica offrono agli utenti modalità di accesso paragonabili per molti versi a quelle disponibili attraverso un codice; in secondo luogo, la creazione di nuovi codici incontra una sorta di legge di rendimenti decrescenti in quanto più progressi si fanno nello sviluppo di nuovi codici, più difficile diventa determinare in quale codice devono essere collocate particolari disposizioni; e, infine, è chiaro che alcuni tipi di disposizioni [...] non sono idonee alla codificazione, poiché la codificazione ha senso solo quando si tratta di disposizioni che possiedono una generalità sufficiente.
Un anno dopo, la Commissione ha raccomandato che, una volta completati i suoi attuali progetti di codificazione, non dovrebbero esserci altri codici; un motivo in più era il ritardo del governo nella pubblicazione delle riforme che la Commissione aveva completato. Il governo ha risposto in modo incoraggiante nel marzo 2013, ma la Commissione lamenta che ciò non è stato seguito; in particolare, che il governo ha abbandonato il suo progetto per un codice di servizio pubblico ( code général de la fonction publique ).
Anche se il codice napoleonico non era il primo codice civile e non rappresentava tutto il suo impero, era uno dei più influenti. Fu adottato in molti paesi occupati dai francesi durante le guerre napoleoniche e costituì così la base dei sistemi di diritto privato di Italia, Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Portogallo (e le loro ex colonie) e Polonia (1808-1946). Nelle regioni tedesche sulla riva occidentale del Reno (Palatinato renano e provincia del Reno prussiano), l'ex Ducato di Berg e il Granducato di Baden, il codice napoleonico fu in uso fino all'introduzione del Bürgerliches Gesetzbuch nel 1900 come primo codice civile comune per l'intero impero tedesco.
Arvind e Stirton hanno dimostrato che una serie di fattori hanno avuto un ruolo determinante nella decisione degli stati tedeschi di ricevere il Codice, comprese le preoccupazioni territoriali, il controllo e l'influenza napoleonica, la forza delle istituzioni statali centrali, un'economia e una società feudali, governo di governanti liberali (dispotici illuminati), nativismo (patriottismo locale) tra le élite di governo e sentimento popolare antifrancese.
Un codice civile con forti influenze napoleoniche è stato adottato anche nel 1864 in Romania, ed è rimasto in vigore fino al 2011. Il codice è stato adottato anche in Egitto come parte del sistema di corti miste introdotto in Egitto dopo la caduta di Khedive Ismail. Il codice è stato tradotto in arabo dal francese da Youssef Wahba Pasha tra il 1881 e il 1883. Altri codici con una certa influenza a sé stanti erano i codici svizzero, tedesco e austriaco, ma anche lì si può sentire una certa influenza del codice francese, poiché il codice napoleonico è considerato la prima codificazione riuscita.
Così, i sistemi di diritto civile dei paesi della moderna Europa continentale, con l'eccezione della Russia e dei paesi scandinavi, sono stati influenzati, in misura diversa, dal Codice napoleonico. I sistemi legali del Regno Unito diversi dalla Scozia, così come l'Irlanda e il Commonwealth, derivano dalla common law inglese piuttosto che dalle radici romane. La legge scozzese, sebbene sia anche un sistema di diritto civile, non è modificata; fu fortemente influenzato dal pensiero giuridico romano-olandese e, dopo l' Atto di Unione del 1707, dalla legge inglese.
Il termine "codice napoleonico" è utilizzato anche per riferirsi a codici legali di altre giurisdizioni che sono influenzati dal Code Napoléon francese , in particolare il codice civile del Canada inferiore (sostituito nel 1994 dal codice civile del Quebec), principalmente derivato dal Coutume de Paris, che gli inglesi continuarono a usare in Canada in seguito al Trattato di Parigi del 1763. La maggior parte delle leggi nei paesi latinoamericani sono anche fortemente basate sul codice napoleonico, ad esempio il codice civile cileno e il codice civile portoricano.
Negli Stati Uniti, il sistema legale è in gran parte basato sulla common law inglese. Ma lo stato della Louisiana è unico per avere una forte influenza dal codice napoleonico e dalle tradizioni legali spagnole sul suo codice civile. Le forze coloniali spagnole e francesi litigarono per la Louisiana durante la maggior parte del 1700, con la Spagna che alla fine cedette il territorio alla Francia nel 1800, che a sua volta vendette il territorio agli Stati Uniti nel 1803. Il decimo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti concede degli stati controllo delle leggi non specificatamente dato al governo federale, quindi il sistema legale della Louisiana mantiene molti elementi francesi. Esempi di differenze legali pratiche tra la Louisiana e gli altri stati includono ilesame di abilitazione e standard legali di pratica per gli avvocati in Louisiana che sono significativamente diversi dagli altri stati; La Louisiana è l'unico stato americano a praticare l'eredità forzata del patrimonio di una persona deceduta; e alcune delle leggi della Louisiana che si scontrano con il codice commerciale uniforme praticato dagli altri 49 stati.
Il "Codice Napoleone" è menzionato nel romanzo Maurice (1971) pubblicato postumo di EM Forster, con riferimento al fatto che la Francia è un rifugio sicuro per i gay o, come dice Maurice, "indicibili del tipo Oscar Wilde."
Il codice napoleonico è menzionato da Stanley Kowalski in A Streetcar Named Desire di Tennessee Williams, nel tentativo di assicurarsi che potesse beneficiare di qualsiasi eredità che sua moglie Stella potesse condividere con sua sorella Blanche DuBois.
"Nessuno possiede il terreno tra l'argine e il fiume. È di proprietà di tutte le persone. Questo è il Codice Napoleonico. Lo affittate dal popolo, rappresentato dall'Autorità Portuale o dal Consiglio di Levee. Questo è il Codice Municipale." spiega Tubby Dubonnet (riferendosi a New Orleans, LA) in Lucky Man , un romanzo del 2013 di Tony Dunbar.



