sabato 27 novembre 2021

Re Carlo XII di Svezia

Per molti è Carolus Rex, l'eroe di Narva, l'adolescente che ha distrutto due grandi potenze e ne ha quasi distrutto una terza.

Tuttavia, come tattico e soprattutto come stratega aveva dei difetti piuttosto gravi.

In primo luogo, amava troppo la guerra. Amava mettersi sulla linea di tiro, godendosi il pericolo che correva, che spesso era del tutto inutile e non contribuiva in alcun modo alla battaglia. A Narva, per esempio, ha trascorso la battaglia a fare casino in un fossato russo e ha evitato per un pelo di farsi sparare. È stato un miracolo che sia durato tanto a lungo senza farsi male in questo modo, ma alla fine gli hanno sparato al piede mentre faceva qualcosa di pericoloso durante l'invasione della Russia e questo lo ha messo in gran parte fuori combattimento durante la fuga verso Poltava. Non riuscì poi a trasmettere adeguatamente i suoi piani di battaglia ai suoi subordinati Rehnskjold e Lewenhaupt, che cercarono di attaccare frontalmente diverse linee di fortificazioni russe, facendo così emergere un varco nelle linee svedesi che fu rapidamente occupato dai russi.


Re Carlo XII di Svezia e il suo alleato, il cosacco ucraino Hetman Ivan Mazeppa, all'indomani di Poltava


Naturalmente, alla fine si è fatto ammazzare in Norvegia, mettendosi inutilmente in pericolo.

Aveva ottenuto alcuni incredibili successi nelle prime fasi della guerra e, di conseguenza, era diventato troppo sicuro di sé nelle ultime parti della guerra. Mentre la tattica svedese rimaneva in gran parte la stessa, non necessariamente un problema a sé stante, i suoi nemici, specialmente i russi, stavano rapidamente e radicalmente rinnovando i propri eserciti - cosa che Carlo trascurava, sottovalutandoli. Era anche molto aggressivo, e almeno una volta questo fu sfruttato dagli avversari per metterlo in posizioni strategiche sfavorevoli.

Sviluppò la fervida convinzione che lo zar di Russia e soprattutto il re di Polonia dovessero essere puniti, il che lo portò a perseguire quella che considerava una guerra giusta ben oltre ciò che i più consideravano ragionevole, compresi coloro che nella sua stessa nazione dovevano combattere e pagarne le conseguenze.

Carlo XII era un tattico decente, con dei subalterni decenti, al comando di un ottimo esercito, non fraintendetemi. Il successo, però, ha generato un eccesso di fiducia e questo alla fine lo ha fatto precipitare.


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