martedì 4 gennaio 2022

Quali fatti sono rimasti impressi nella storia?

"la famosa frase "Obbedisco" proferita da Giuseppe Garibaldi a Vittorio Emanuele II a Teano (26 Ott.1860) , dopo di che depose le armi e se ne andò in assoluto ritiro, e modesta rendita, a Caprera. Quale altro "Fedele servitore dello Stato" o generale lo avrebbe mai fatto?

"Da T Plus"- All’alba del 26 ottobre del 1860 avviene lo storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Taverna Catena, presso Teano. Il re sabaudo ha occupato i territori pontifici nelle Marche e nell’Umbria ed è andato incontro a Garibaldi, che nel frattempo, ha respinto il tentativo di controffensiva dell’esercito borbonico nella battaglia del Volturno completando, in tal modo, la conquista del Regno delle Due Sicilie. L’incontro tra il generale e il sovrano sabaudo rappresenta formalmente la fine della spedizione dei mille e la consegna del Regno delle Due Sicilie.


"Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II a Teano, 1860"


lunedì 3 gennaio 2022

TERESA - LANTI LA CANTANTE CASTRATO E GIACOMO CASANOVA

Teresa Lanti e una figura quasi sconosciuta ai non addetti ai lavori di lei conosciamo solo un presunto ritratto ,che si trova nel teatro alla scala lasciato in un angolo appeso al muro damascato.



Non tutti sanno che la signora in questione si fingeva un CASTRATO.

Perchè, bè, per poter lavorare, considerando che i ruoli delle prime donne venivano dati ai castrati in passato nelle chiese romane, escludendo quindi le donne da questo ruolo, la sua famiglia cosi potè inserirla coi fratelli e avviarla alla carriera musicale per garantirle da vivere, e venir pagata quanto un uomo.

Quindi senza che nessuno sapesse la verita venne soprannominata BELLINO, un uomo molto giovane dal viso efebico e androgino molto bello, cosi fu finchè Giacomo Casanova, il girovago

donnaiolo


che era anche Attore e insegnante di italiano, Violinista e ballerino si trovava ad Ancona e il caso li fece incontrare in una locanda annessa al teatro assieme alla sua famiglia che viaggiava per lavoro, e quando si trovò di fronte un'uomo cosi etereo e bello ebbe un colpo di fulmine, lo scrive lui stesso nelle sue memorie nel 2° libro, ma Casanova non poteva credere che quel viso cosi bello fosse di un uomo.

Quindi un bel giorno il Casanova ormai infatuato mise le sue mani nei suoi calzoni, cosi lo descrive Il Casanova nelle sue Memorie, invase i calzoni di Bellino e scoprì un pene falso.

Lo descrive così, "lungo, floscio e grosso come un pollice, pallido e di pelle molto morbida".

Bellino era davvero una femmina.

Salimbeni, un valido cantante castrato, era stato il suo maestro di musica e aveva contribuito a sviluppare la sua bella voce da soprano.

Ha incolpato la sua sfortunata situazione per gli intrighi di sua madre.

Dietro il travestimento c'erano due problemi.

Poiché i teatri all'interno del dominio politico del papa bandivano le donne dal palcoscenico, i castrati cantavano i ruoli di prima donna a Roma e in altre città dello Stato Pontificio, inclusa Ancona dove Casanova incontrò Bellino.

A Venezia e in altri centri musicali più progressisti, le donne presero il posto che le spettava come primadonna, ma furono pagate in doloroso contrasto con la stella regnante dei castrati.

Perciò si spacciò per uomo. Casanova racconta che la sua relazione con Teresa, che a volte veniva chiamata Angiola sui cartelloni d'opera, era carica di incertezza da parte sua.

Tuttavia, è durata abbastanza a lungo da rimanere incinta di suo figlio, Cesarino Lanti, che ha poi cresciuto come suo fratello.

Alla fine la coppia si separò.

Casanova mandò Teresa a Napoli, affermando che non poteva convincersi a negarle la carriera che meritava, e continuò per la sua strada fin troppo allegra.

Teresa sposò Cirello Palesi, un giovane romano, e viaggiò per l'Italia cantando ruoli da prima donna nei principali teatri d'opera.

Qualche anno dopo Teresa e Casanova si incontrarono ancora una volta, ma la magia era svanita.

E, a un certo punto, si è fatta dipingere il ritratto.


domenica 2 gennaio 2022

Chi fu l'eroe della rivoluzione francese: signor Merda?


Il Colonello Merda (poi detto Meda) con Robespierre


Charles-André Merda era un gendarme della Guardia nazionale francese, che, la notte tra il 27 e il 28 luglio 1794 (il 9-10 termidoro del calendario rivoluzionario), fracassò la mascella di Robespierre con un colpo di pistola all'Hôtel de Ville.

La ferita che provocò al giacobino fu notevole, tanto che il giorno successivo, Robespierre venne trascinato alla ghigliottina ormai moribondo e con una vistosa fasciatura al volto.

Alcuni storici ritengono che non sia da scartare l'ipotesi del tentato suicidio, ma da recenti studi, eseguiti sul calco del volto di Robespierre, sembra molto improbabile tale ipotesi, dal momento che è stato scoperto che il colpo di pistola che colpì l'Incorruttibile partì da una distanza di circa due metri.

Rappresentazione dell'arresto di Robespierre Litografia di Jean-Joseph-François Tassaert


Durante il Primo Impero, Napoleone lo promosse colonnello e Barone dell'Impero, e il suo cognome fu cambiato in "Méda" (per l'imbarazzo del cognome).

Ferito gravemente durante la battaglia della Moscova, spirò il giorno seguente, dopo essere stato promosso a generale sul letto di morte.

Documento con il nuovo titolo Meda


sabato 1 gennaio 2022

Perché Giuseppe Bonaparte venne chiamato fantoccio?

Perché fu uno dei cosiddetti ''Re-parenti di Napoleone'': Napoleone non si fidava degli altri sovrani e così, per consolidare il suo dominio, mise sui troni d'Europa tutti i suoi fratelli e sorelle. Giuseppe fu proclamato Re di Spagna dopo che Napoleone costrinse il legittimo Re Carlo IV e il figlio Ferdinando ad abdicare. É ovvio che per uno spagnolo del tempo il vero Re fosse Carlo e non un francese imposto dall'usurpatore.



Qui la famiglia di Carlo IV rappresentata da Francisco Goya. Sembrano tutti delle scimmie, vero? Questo perché Goya, sebbene fosse pittore di corte, era un afrancesado, cioè un sostenitore di Bonaparte e dei francesi.


venerdì 31 dicembre 2021

Cosa sarebbe potuto cambiare a Waterloo se Napoleone avesse avuto Davout, il suo miglior maresciallo, al posto di Ney?

Se Davout fosse stato a Quatre Bras il 16 giugno, Napoleone avrebbe vinto la campagna quel giorno.

Davout avrebbe compreso chiaramente la strategia di Napoleone di sopraffare una parte di una forza nemica divisa, e non avrebbe mai impedito al corpo di D'Erlon di muoversi per unirsi a Napoleone a Ligny nel modo incredibile di Ney.

Davout potrebbe anche aver ottenuto una vittoria difensiva tipo Auerstdat a Quatre-Bras.

A Waterloo, non avrebbe mai impegnato eccessivamente le riserve di cavalleria francese e probabilmente avrebbe convinto Napoleone a impiegare strategie di attacco ai fianchi.



giovedì 30 dicembre 2021

Chi fu “l’arcangelo della morte” ?

Questo fu il soprannome di Louis Antoine de Saint-Just, il più giovane dei protagonisti della Rivoluzione francese.



Nato nel 1767, studiò da avvocato e nel 1792, con la proclamazione della Repubblica, riuscì finalmente a farsi eleggere nella Convenzione e qui ebbe la prima vera occasione della sua vita: il processo a Luigi XVI.

La sua arringa finì per condannare a morte il sovrano nel 1793. Divenne amico di Robespierre, e si distinse subito come uno dei più strenui difensori dell’unità rivoluzionaria e nello stesso tempo come implacabile nemico di tutte le fazioni in cui si era frantumata la Rivoluzione.

Saint-Just sognava una società ispirata al filosofo Rousseau composta di piccoli coltivatori e artigiani indipendenti retta dall’amicizia e dalle virtù civiche. Fu anche uomo d’azione e partì per il fronte organizzando i rifornimenti, le gerarchie e gli armamenti adeguati per contrastare i prussiani.

Fu fautore delle leggi dei sospetti, che toglieva ogni diritto civile agli oppositori e li condannava alla ghigliottina al più lieve sospetto di infedeltà agli ideali rivoluzionari.

Questo clima del terrore gli si ritorse contro e divenne vittima della violenza rivoluzionaria: arrestato all’Hotel de la Ville, restò impassibile anche mentre fu portato al patibolo. Morì senza pronunciare alcuna parola all’età di ventisei anni.


mercoledì 29 dicembre 2021

Napoleone dipinse i francesi come musulmani quando invase l'Egitto?

Ecco cosa disse Napoleone:

"Non ho mai seguito nessuno dei principi di quella religione. Non ho mai pregato nelle moschee. Non mi sono mai astenuto dal vino, né sono stato circonciso, né l'ho mai professato. Ho detto semplicemente che eravamo amici dei musulmani, e che Ho rispettato Maometto, loro profeta, il che era vero, lo rispetto adesso.

Volevo che gli imam facessero pregare per me nelle moschee, in modo che la gente mi rispettasse ancora più di quanto non facesse in realtà e mi obbedisse più prontamente. Gli Imam risposero che c'era un grande ostacolo, perché il loro Profeta nel Corano aveva inculcato loro che non dovevano obbedire, rispettare o mantenere la fede con gli infedeli, e che ero sotto quella denominazione. Ho quindi chiesto loro di tenere una consultazione e vedere cosa era necessario fare per diventare un musulmano, poiché alcuni dei loro principi non potevano essere praticati da noi. Che, quanto alla circoncisione, Dio ci aveva resi inadatti a questo. Che, rispetto al bere vino, eravamo dei poveri freddi, abitanti del nord, che non potrebbero esistere senza di esso.

Si consultarono di conseguenza, e in circa tre settimane emisero una fatwa, dichiarando che la circoncisione poteva essere omessa, perché era semplicemente una professione; che in quanto a bere vino, potrebbe essere bevuto dai musulmani, ma che coloro che lo hanno bevuto non sarebbero andati in paradiso, ma all'inferno. Ho risposto che questo non avrebbe funzionato; che non avevamo occasione di farci musulmani per andare all'inferno, che c'erano molti modi per arrivarci senza venire in Egitto, e volevamo che si tenesse un'altra consultazione.

Dopo aver deliberato e combattuto insieme per credo tre mesi, alla fine decisero che un uomo poteva diventare un musulmano, e né circoncidere né astenersi dal vino; ma che, in proporzione al vino bevuto, si devono fare delle opere buone. Poi ho detto loro che eravamo tutti musulmani e amici del Profeta, cosa che credevano davvero, poiché i soldati francesi non andavano mai in chiesa e non avevano sacerdoti con loro. Perché devi sapere che durante la Rivoluzione non c'era alcuna religione nell'esercito francese. Menou," continuò Napoleon, "diventò davvero maomettano, motivo per cui l'ho lasciato indietro."

—(Voci da Sant'Elena.)]"