mercoledì 31 agosto 2022

Napoleone è un eroe o un dittatore?

 


Era decisamente un dittatore, in quanto governava da solo. Se fosse un eroe dipende dal punto di vista. Era religiosamente tollerante, ha investito molto nelle infrastrutture della Francia ed è stato uno dei generali di maggior successo di tutti i tempi. ha anche iniziato guerre per ambizione personale e ha ucciso centinaia di migliaia di persone.


martedì 30 agosto 2022

Quale famoso cavallo apparteneva a Napoleone?

Incontra Marengo!



Marengo era un piccolo, robusto, veloce, grigiastro destriero arabo, chiamato così per la vittoria di Napoleone a Marengo, dove per la prima volta portò il suo maestro al sicuro. Cavallo preferito di Napoleone, si dice che lo abbia cavalcato attraverso molte campagne tra il 1800 e il 1815. Fu portato in Francia dall'Egitto nel 1799, quando aveva circa 6 anni. Si diceva che potesse galoppare per 80 miglia in 5 ore. Marengo fu catturato dopo Waterloo e portato in Inghilterra dove trascorse il resto della sua lunga vita come celebrità equina e trofeo di guerra vivente, morendo nel 1831. Le sue ossa risiedono attualmente al National Army Museum UK, come una mostra di alto livello.




lunedì 29 agosto 2022

Hitler ha commesso gli stessi errori di Napoleone?

 


A Volte si. Ha sottovalutato i problemi logistici dell'invasione della Russia e ha scartato la possibilità di fare la pace con i soviet nel 1942-1943. Anche la sua dichiarazione di guerra agli Stati Uniti fu un errore simile all'attacco di Napoleone alla Spagna.


domenica 28 agosto 2022

Napoleone era considerato un grande leader militare solo dai paesi dell'Europa occidentale, ma non in Russia a causa del catastrofico fallimento della Grande Armata sullo sfondo dell'inverno russo nel 1812.


 

Molto in disaccordo. L'esercito di Napoleone sconfisse le forze russe più di una volta. L'unico motivo per cui non li hanno sconfitti completamente è a causa dell'inverno russo e del fatto che i rus hanno bruciato e distrutto ogni cosa mentre si ritiravano non lasciando nulla per i francesi sul loro cammino. Ma se non fosse stato per l'inverno l'esercito francese non avrebbe sofferto. I leader russi lo sapevano preferendo quindi ritirarsi invece di affrontare la testa dell'imperatore lasciando il freddo torrido per fare il loro lavoro. Direi che un segno di grande rispetto per la leadership dell'uomo.


sabato 27 agosto 2022

Se Russia, Prussia, Austria, Svezia e altre forze della Coalizione fossero state neutrali durante le guerre napoleoniche, allora Napoleone avrebbe potuto sconfiggere la Gran Bretagna?


In termini pratici, no.

L'esercito francese era molto più grande di quello britannico, quindi avrebbe vinto in una battaglia tra i due nell'Europa continentale, ma ciò non sarebbe mai accaduto, perché la Gran Bretagna non avrebbe messo il suo esercito in quella posizione.

Napoleone non poteva invadere la Gran Bretagna; aveva intenzione di farlo, ma aveva bisogno di controllare il Canale della Manica e Nelson distrusse la sua flotta a Trafalgar. La Royal Navy e il tempo nella Manica avrebbero distrutto le chiatte a fondo piatto da lui costruite.

Ha cercato di far morire di fame la Gran Bretagna economicamente facendola sottomettere dal suo sistema continentale di non consentire alle merci britanniche di entrare nell'Europa continentale, ma questo ha causato più danni alle nazioni europee rispetto alla Gran Bretagna ed è crollato quando la Russia ha smesso di obbedire, il che ha portato alla campagna del 1812 e all'eventuale caduta di Napoleone. Se Russia, Prussia, Austria e Svezia fossero neutrali, un tale sistema sarebbe impossibile.



venerdì 26 agosto 2022

Chi era il vero padre di Luigi XIV?

 


C'è una interessante ipotesi, non completamente campata in aria, secondo cui, non essendo Luigi XIII in grado di procreare, il cardinale Richelieu, per ragion di stato, fece ingravidare la regina Anna d'Austria da un discendente illegittimo di Enrico IV (quindi con un po' di sangue reale), per cui il padre naturale di Luigi XIV fu questa persona.

Egli venne quindi esiliato nell'America francese con una buona ricompensa in denaro, ma con la promessa che non si sarebbe mai vantato dell'impresa e non sarebbe mai più tornato in Europa. Ma qualche anno dopo tornò di nascosto, venne riconosciuto e imprigionato. Essendo egli comunque il padre del re, venne trattato bene, ma tenuto prigioniero e costretto a portare una maschera di ferro per evitare che qualcuno riconoscesse nelle sue fattezze il vero padre del re.

Questa persona con la maschera di ferro è un personaggio ben documentato, ma non ci sono prove certe della sua identità e del perché fosse costretto a portare questa maschera. Alexandre Dumas, invece suppose che fosse il fratello gemello segreto di Luigi XIV.

giovedì 25 agosto 2022

Chi era il generale o maresciallo più competente di Napoleone



"Alla Restaurazione ebbe l'audacia di rifiutare di presiedere il consiglio di guerra incaricato di giudicare il maresciallo Ney, il che gli valse tre mesi di prigione alla fortezza di Ham. Il 3 luglio 1816 fu reintegrato da Luigi XVIII nel suo grado e nella sua dignità, nuovamente nominato pari di Francia nel 1819.
Dal 1820 al 1830 comandò la 9ª divisione militare.
Nel 1833 fu nominato governatore dell'Hôtel des Invalides ed accolse il 15 dicembre 1840 le spoglie di Napoleone riportate in patria da Sant'Elena. Già gravemente malato, si racconta abbia detto al suo medico: «Dottore, fatemi vivere ancora un po', voglio ricevere l'Imperatore». Per la cerimonia si fece trasportare su una sedia sino al feretro, accarezzò l'impugnatura della spada di Napoleone e dichiarò infine: «Adesso andiamo a morire».
Morì il 20 aprile del 1842, e il maresciallo Soult ne pronunciò il discorso funebre. Il decano dei marescialli non viene citato che una volta nel Memoriale di Sant'Elena redatto da Emmanuel de Las Cases, con le parole: «Moncey è stato un onest'uomo»."
Chi fu il più competente non saprei; di sicuro il meno stimato da Napoleone fu Gioacchino Murat che subì sempre severe critiche dal suo imperatore, benchè ne fosse anche cognato. In una battaglia ricevette una pallottola in viso; la palla forò la guancia ed uscì dalla bocca fortunatamente per lui aperta e quindi con poco danno. Avuta notizia del fatto Napoleone così commentò."E' la prima volta che Gioacchino ha aperto la bocca a proposito!!".  

mercoledì 24 agosto 2022

Perché in epoca napoleonica le uniformi erano così sgargianti? E perché dopo si è iniziato a usare uniformi mimetiche?

UNIFORMI DELLE GUERRE NAPOLEONICHE. 2 VOLUMI IN COFANETTO



In epoca napoleonica non si era ancora compreso che il soldato armato con un fucile poteva essere molto più utile se aveva una grande mobilità. Esistevano alcuni reparti di cacciatori e fanteria leggera che si muovevano nella macchia, e infatti usualmente avevano uniformi verdi o marroni, ma il grosso delle truppe era composto da fanteria di linea. Ovviamente per un comandante era molto importante riuscire a distinguere i propri soldati nella confusione del campo di battaglia, quindi ogni potenza tentava di avere uniformi di colori diversi. Il soldato dopotutto non doveva nascondersi, ma restare in linea. Le tecniche insomma erano ancora quelle della guerra medievale classica, nonostante gli armamenti moderni.
La prima guerra mondiale fu il primo grande teatro dove il nuovo tipo di guerra fu sperimentato. Non esistevano ancora vere e proprie fantasie mimetiche, ma nei primi anni del novecento molti eserciti diedero ai propri soldati uniformi color cachi, grigie, o grigio-verdi. Infatti il miglioramento delle artiglierie aveva reso evidente l'obsolescenza delle tattiche napoleoniche: dei colpi di artiglieria ben piazzati potevano spazzare via intere formazioni di uomini allineati e ben visibili nelle loro giubbe colorate. Inoltre il miglioramento dei fucili e dell'armamento individuale del soldato, e l'invenzione della mitragliatrice, faceva sì che non occorresse più un fuoco di linea, ma era molto più efficiente avere mitragliatrici ben posizionate e soldati molto mobili sul campo.
Il camuffamento a questo punto divenne essenziale. La prima vera e propria mimetica fu francese, nel 1917, chiamata Leopard.
Il resto è ben noto a tutti. Dopo la prima guerra mondiale tutti gli eserciti procedettero a introdurre tute mimetiche e vernici mimetiche per i mezzi.


martedì 23 agosto 2022

Come si curavano i denti nell’antica Russia?


Poteva essere un’esperienza piuttosto scioccante e dolorosa, e spesso si ricorreva agli impiastri degli stregoni. La tecnica di sbiancamento a base di mercurio fece molti danni e fece nascere la moda del sorriso nero fuliggine

“Contro gengive deboli e denti sanguinanti, denti traballanti, alito cattivo e contro tutti gli altri problemi dentali, mescolate del corno di cervo ridotto in polvere con del vino, e cospargete di quel composto il dente, e smetterà di vacillare o far male”.

Tali erano le ricette contro il mal di denti presumibilmente create da Eupraxia Dobrodeja di Kiev (?-1131), la nipote di Vladimir II, detto Monomaco (1053-1125). Questa donna (nota anche come Zoe e Irene) è stata probabilmente la prima donna medico in Russia. Dobrodeja significa “che fa il bene di Dio”. Dopo aver sposato Alessio I Comneno, figlio maggiore e co-regnante dell’imperatore bizantino Giovanni II Comneno, proprio a Bisanzio scrisse un trattato intitolato “Unguenti”, che è considerato il primo trattato di medicina scritto da una donna. La ricetta presentata sopra è presa dal suo libro. Anche se, dobbiamo ammetterlo, gli storici non sono ancora sicuri che questa persona sia realmente esistita. Per molti anni a seguire, i russi non ebbero dentisti adeguati e continuarono a usare tali ricette, o medicamenti preparati dagli stregoni.

Dal dentista, XVI secolo


La prima licenza ufficiale data dal governo per esercitare la professione di dentista in Russia fu concessa nel 1710 a François Dubrel. Non è un caso che ciò sia accaduto sotto Pietro il Grande. Lo zar adorava cavare i denti alla gente, ed è anche cosa tipica che Dubrel non fosse russo. I primi dentisti nel Paese erano tutti stranieri. Lentamente, nel corso del XVIII secolo, anche alcuni russi iniziarono a fare interventi odontoiatrici, ma non ce n’erano molti attivi: a quanto pare 24 nel 1811 e 26 nel 1844. La prima scuola privata per la formazione di dentisti fu aperta solo nel 1881. Ma vediamo come i russi curavano i loro denti nei tempi antichi.


Miele, quercia, rafano

I russi medievali avevano sostanzialmente tre opzioni in caso di mal di denti: andare da un uomo di medicina straniero (quasi sempre un greco), visitare uno stregone o andare in chiesa.


Sant’Antipa di Pergamo


Sant’Antipa di Pergamo era il santo cristiano “specializzato” nel mal di denti. È venerato come il santo patrono dei dentisti e il popolo russo lo pregava quando aveva mal di denti. Gli zar Ivan il Terribile e Alessio Mikhajlovich fecero persino ricche donazioni alla chiesa di Sant’Antipa, costruita nel XVI secolo vicino al Cremlino di Mosca.

I medici stranieri non erano disponibili per nessuno tranne che per gli zar e i ricchi boiardi (gli unici che potevano permetterseli). Quindi, per la gente semplice, la chiesa o i guaritori e gli stregoni erano le uniche scelte disponibili. Il modo più popolare di trattare il mal di denti erano gli incantesimi. Eccone qui alcuni.


La chiesa di Sant’Antipa a Mosca


“Come questa fragola appassisce e si asciuga, possano i denti del servo di Dio seccarsi e diventare insensibili”, oppure: “Scendi, luna e portami via il mio mal di denti, portalo lontano come le nuvole”, e così via.

Sicuramente venivano usate anche pozioni e medicine fai-da-te, e la quercia era il rimedio più frequentemente usato. Gli stregoni consigliavano ai contadini che soffrivano di mal di denti di rosicchiare la corteccia di quercia o di bere tinture di corteccia di quercia. Questo aveva un che di utile, in realtà: la corteccia di quercia contiene tannino, che ha qualità antisettiche.

Gli antichi testi medici contenevano anche varie ricette per curare mal di denti e varie malattie della bocca. Il miele e il rafano erano usati contro la stomatite (infiammazione della mucosa del cavo orale), mentre l’allume e il salnitro erano usati per scopi antisettici.


Anticamente non esistevano poltrone speciali per curare i denti, e così i pazienti venivano fatti sedere per terra.

Tutte queste pozioni erano necessarie, perché un antico russo avrebbe letteralmente fatto qualsiasi cosa pur di evitare di finire sotto i rudimentali ferri del “dentista”. Ovviamente, non c’erano antidolorifici, quindi qualsiasi operazione era dolorosa in modo lancinante e, inoltre, non c’erano di fatto persone in grado di eseguire con successo tali interventi. Solo zar e grandi principi avevano accesso a un aiuto che potremmo definire professionale.


I dentisti dello zar


La collezione di denti di Pietro il Grande e una cassetta degli attrezzi di un dentista del XVIII secolo


Dopo che la principessa bizantina Zoe Paleologa divenne la moglie di Ivan III, detto il Grande, Gran Principe di Mosca e gosudar (“Sovrano di tutte le Russie), prendendo il nome di Sofia, la Corte di Mosca raggiunse nuovi livelli, anche in campo medico. Un dottore tedesco di nome Anton viveva alla corte di Ivan nel 1480, un medico ebreo di nome Leon, originario di Venezia, era noto a Mosca nel 1490. Nel XVI secolo, un medico straniero (il più delle volte inglese) si trovava di solito in servizio presso la corte di Mosca. Studiando i resti di Sofia Paleologa, gli studiosi hanno notato che nel 1503, quando Sofia morì, all’età di circa 50-60 anni aveva tutti i suoi denti tranne sei, e con una sola carie. Incredibile per quei tempi!


Nei resti dello zar Ivan il Terribile si possono notare i denti ancora intatti (foto scattata nel 1963)

Le ricette contro il mal di denti entrarono nel XVI secolo nel “Domostroj”, un manuale con un insieme di regole e istruzioni per la casa. Raccomandava il cavolo in salamoia contro le gengive deboli (efficace!), una tintura di sedano per pulire la bocca (utile!), e altre ricette abbastanza razionali. È opinione diffusa che il “Domostroj” sia stato scritto da Silvestro, mentore spirituale di Ivan il Terribile. Lo stesso Ivan IV aveva dei denti molto buoni, che si possono vedere chiaramente in una foto dei resti dello zar. A 53 anni, la sua salute subì un duro colpo a causa dell’avvelenamento da mercurio a lungo termine (molto probabilmente, veniva segretamente aggiunto a piccole dose al suo cibo dai suoi nemici, per causarne la morte), ma i suoi denti erano per lo più intatti. Detto questo, ricordiamo che il mercurio era ampiamente utilizzato nella Mosca del XVI e XVII secolo per rendere i denti bianchi, ed ebbe conseguenze devastanti.


La bellezza dei denti neri


Antico strumento utilizzato dai dentisti


I “denti bianchi come lo zucchero” sono stati spesso decantati nelle descrizioni delle bellezze russe del XVI secolo scritte dagli stranieri. Ma per tali denti, le nobildonne pagavano però un prezzo elevato. I denti venivano infatti sbiancati con il mercurio. Questo di solito veniva fatto mentre la donna cercava un marito, per catturare il povero ragazzo con una bellezza divina; ma i denti sbiancati dal mercurio perdevano lentamente lo smalto e diventavano poi disgustosi e grigi.

Per nascondere i brutti denti ormai ridotti in pessimo stato, le donne li annerivano completamente con la fuliggine, quindi se vedevi una bellezza con denti bianchi e lucenti, molto probabilmente era appena sposata o in cerca di marito; le donne sposate invece avevano i denti completamente neri.

Questa “moda” non durò a lungo, perché gli svantaggi per la salute divennero rapidamente evidenti; tuttavia, nella campagna russa, le mogli dei mercanti continuarono ad annerirsi i denti anche nel XVIII secolo. L’aiuto dentale professionale nella campagna russa rimase (quasi) inesistente fino alla fine del XIX secolo.


lunedì 22 agosto 2022

Durante l'epoca napoleonica che differenza c'era tra la fanteria francese e le altre nel modo di combattere?

Fanteria - Wikipedia



All'inizio dell'epopea napoleonica (poi con il tempo le differenze si sono attenuate, perché i coalizzati hanno imparato dagli errori, mentre i francesi mano a mano non riuscirono a mantenere la qualità a causa delle perdite) i francesi avevano una fanteria più agile e più veloce. Non vi era l'inquadratura nelle formazioni lenta e solenne dei loro nemici, che erano più disciplinati, ma troppo prevedibili. Inoltre i francesi puntavano di più sui tiragliatori, detti anche schermagliatori: ovvero una fanteria leggera di buoni fucilieri che stava davanti alle formazioni principali. Quando le colonne nemiche attaccavano i tiragliatori sparavano un paio di scariche puntando agli ufficiali, in tal modo disorganizzavano gli avversari prima del contatto col grosso della truppa.
Ma la principale forza degli eserciti napoleonici era la velocità. Sacrificando la logistica i francesi compivano marce incredibili per l'epoca, cogliendo spesso di sorpresa gli avversari. E come mangiavano i soldati? Saccheggiando selvaggiamente i territori attraversati.
Movimenti in colonna verso movimenti di linea.
I Francesi avevano tanti soldati, ma poco addestrati, non potevano utilizzare i collaudati attacchi per linea che richiedevano un enorme esercizio. Il vantaggio era la velocità e la possibilità di sfondare le linee avversarie in un punto. Lo svantaggio era che i soldati più indietro nella colonna non sparavano. Finché fu una novità, funzionò, ma alla fine gli Inglesi impararono a controbattere e con un addestramento superiore a rilasciare una potenza di fuoco molto più alta.
Altra novità fu l’invenzione del corpo d’armata, non più singole divisioni raggruppate in una pesante armata, ma gruppi costituiti da fanteria, cavalleria ed artiglieria che costituivano piccoli eserciti in grado di bastare a se stessi fino all'arrivo di altri corpi d’armata a rinforzo. Questo permetteva di essere più veloci, di non battere tutti la stessa via con un miglioramento logistico e di coprire un territorio più vasto, quindi generando più informazioni.
Infine, ricordiamoci che Napoleone fu un ufficiale d’artiglieria, quindi l’esercito francese diede ancora più importanza a quest’arma in cui già da Carlo VIII, nelle guerre d’Italia, aveva la supremazia. Nello specifico Napoleone inventò la Grande Batteria, ossia concentrò in un unico punto anche più di 100 cannoni per schiantare il nemico in un punto specifico.


domenica 21 agosto 2022

A lungo termine, Napoleone ha distrutto l'Europa e l'Occidente?

 

Forse da un quadro molto più ampio. L'Europa è stata inghiottita da guerre per 500 anni, che si sono concluse nel 1945. Anche per i vincitori queste guerre hanno sfruttato le risorse di tutti i paesi coinvolti.

Hanno sfruttato le risorse finanziarie, le risorse naturali, ma soprattutto le risorse umane. Centinaia di migliaia di persone hanno perso la vita in queste guerre. Persone che avrebbero potuto fare la differenza e cambiare il mondo.

Le finanze dei paesi coinvolti sono sempre state portate al limite. Erano soldi che avrebbero potuto essere usati per l'istruzione, la sanità e i lavori pubblici.

Per un paese fare questo per 500 anni richiede un pedaggio cumulativo per le persone e per il paese. Finalmente esauriscono le risorse, i soldati e il desiderio di continuare a fare la guerra. Questo è quello che è successo nell'Europa occidentale, anche se non certo per colpa di Napoleone.


sabato 20 agosto 2022

Come ha fatto un personaggio come Napoleone, a guadagnarsi il rispetto e la fedeltà del suo esercito ?


Nel Memoriale di Sant’Elena, Napoleone Bonaparte scrisse di sé: "Tutti nascono anonimi come me, in una anonima Ajaccio, in un'anonima isola, in un anonimo 15 agosto, di un anonimo 1769, da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino; solo dopo diventano qualcuno; e se prima di ogni altra cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina si manifesta su di loro."
Napoleone era un uomo sicuro di sé e ambizioso, stratega militare che si guadagnò il rispetto dei soldati sui campi di battaglia, dimostrando un carisma e un’audacia fuori dal comune. Il coraggio e la personalità di un uomo non si misurano certo dalla sua statura fisica. A volte le sue qualità si misurano da quella morale, ma non era il caso di Napoleone.
Dal profilo psicologico che è stato tracciato su di lui, leggiamo che “aveva capacità di leadership che si manifestarono presto nella vita, ma nessuna abilità sociale. Il suo successo è sempre associato alla sua capacità di persuasione e di esercitare dominio. Napoleone era assertivo, con una immensa autostima, e cercò sempre di controllare gli altri. Lo si vede in tutta la sua vita: era egoista, spesso sleale, inaffidabile, avido e senza scrupoli. Aveva apparentemente piccoli sentimenti per il suo prossimo, ma chiedeva completa obbedienza da chiunque gli fosse vicino. L’ambizione e l’intelligenza sono le parole chiave della psicologia di Napoleone.”
E ancora: “Da un punto di vista psicologico moderno, Napoleone Bonaparte era uno psicopatico, un tipo di persona capace di sopportare ogni sorta di stress e ansia. Dove gli individui più razionali erano cauti e timorosi, lì Napoleone non mostrava alcuna paura. Era un vero genio militare? Era intelligente, sapeva leggere le persone e prevederne le azioni. La sua audacia gli permise (quasi sempre) di agire di sorpresa e sopraffare i suoi nemici.”
Anche nell’ultimo esilio a Sant’Elena Napoleone non modificò mai le sue convinzioni ed il suo atteggiamento nei confronti della realtà. Continuò a credere che il popolo francese lo amasse e che sarebbe venuto in suo soccorso. Le guardie inglesi lo chiamavano generale Bonaparte, mentre lui costantemente chiedeva loro di essere trattato come l’imperatore Napoleone.
Per la sua grandezza, la sua storia, la sua fermezza e, probabilmente, per il fatto che le masse hanno bisogno di seguire sempre un leader forte (psicopatico o no), Napoleone è considerato dai francesi, ancora oggi, come il più grande francese che sia mai vissuto.



venerdì 19 agosto 2022

Chi era il Cicisbeo?

IL CICISBEO

Definito anche “cavalier servente”, era tendenzialmente una figura marginale appartenente all’aristocrazia, che aveva come compito quello di accompagnare una nobildonna sposata in occasioni mondane: essendo un giovane aristocratico decaduto, intraprendeva questa carriera di servizio presso una dama per fruire di un lusso e un’agiatezza che altrimenti non gli sarebbero mai stati possibili.

Egli si arrogava il compito di servire e accompagnare la nobili presso feste, teatri, ricevimenti, compere, visite, giochi e assisterla durante le incombenze personali. Doveva passare con lei gran parte della giornata e doveva elogiarla, sedersi accanto a lei durante pranzi e cene, accompagnarla e dilettarla nelle passeggiate e nei giri in città. Era richiesta di avere una certa avvenenza e buona educazione, di essere spiritoso e un ottimo affabulatore.

Poiché il matrimonio era, prima ancora che un auspicabile vincolo di affettività anche solo sporadica, un contratto economico, il cicisbeo non poteva che essere in buoni rapporti col marito della donna che serviva; era infatti una prassi consolidata quella di avere un proprio cicisbeo che entrava in questo modo nel nucleo familiare.

Questa figura ha avuto, soprattutto a Venezia, un ruolo molto importante tra il 1600 ed il 1700.



giovedì 18 agosto 2022

Il finale meno degno per uno dei più grandi geni della storia

Vienna, 7 dicembre 1791.

Al funerale, che si svolge nel cimitero di St Marx, partecipano poche persone. Avvolto in un semplice sudario e ricoperto di calce vergine, il cadavere veniva gettato nella fossa comune.

Nessuna targa indicava l'ultima dimora di uno dei più grandi geni musicali del mondo: Wolfgang Amadeus Mozart.

Il motivo?

Il suo mecenate, il barone van Swieten, noto per la sua avarizia, era in difficoltà al momento della morte di Mozart.


mercoledì 17 agosto 2022

L'ultimo addio...

E' un pomeriggio di settembre del 1814 e nell'isola d'Elba, dove Napoleone è relegato in esilio, sbarcano alcuni viaggiatori : sono la Contessa Maria Walewska e suo figlio Alessandro con il loro seguito.

Nell'isola si sparge la notizia, sbagliata, che all'Elba sia giunta l'Imperatrice Maria Luisa, moglie dell'Imperatore con il figlio, il piccolo Re di Roma.

Ma Maria Luisa non ci pensa affatto a raggiungere Napoleone, se ne sta in quel di Parma indifferente alla sorte di un marito che non ha mai amato.

Invece Maria ama sinceramente quell'uomo e lo dimostra proprio nel momento più triste della sua vita quando è caduto in disgrazia...

Piccola, snella, bionda, con occhi immensi azzurri, Maria ha conosciuto Napoleone ad un ballo a Varsavia , il 1° gennaio 1807, dopo la memorabile vittoria di Austerliz quando l'astro di Bonaparte era al massimo fulgore.

Lei ha appena 19 anni ed è sposata con il Principe Colonna Walewsky, che di anni ne ha 71, da cui ha avuto anche un figlio.

Appena la vede Napoleone se ne invaghisce e le chiede di incontrarla.

Dopo qualche resistenza, invogliata dai suoi conoscenti e con il placet del marito, Maria accetta l'incontro poiché vede in Napoleone il liberatore della sua patria ma, poi, finisce per amarlo davvero con tutta la passione dei suoi diciannnove anni.

E, definitivamente conquistata, lascia figlio e marito e segue il suo Imperatore stabilendosi a Parigi. Intanto scopre di essere incinta e spera di essere lei la prossima moglie di Napoleone, avendo quest'ultimo annullato il matrimonio con Giuseppina Beauharnais per mancanza di eredi.

Ma incombe la ragione di Stato e Napoleone sposa, infelicemente, Maria Luisa d'Austria e Maria apprende la notizia dai dispacci...

Ne rimane sconvolta, con il ricordo di un amore impossibile e con un figlio che dopo poco tempo vedrà la luce.

Ma per Napoleone , dopo la disastrosa campagna di Russia, arriva l'esilio nell'isola d'Elba e il vuoto totale si fa intorno al vincitore di tante battaglie.

E quel giorno di settembre , quando tutti lo rinnegano, solo Maria torna da lui ma, dopo un'ultima notte insieme i due si lasciano per sempre.

Maria gli esprime il desiderio di rimanere lì con lui ma Napoleone desiste, i suoi progetti non contemplano la sua presenza per cui la sera stessa Maria con il cuore a pezzi riparte.

Napoleone la saluta non senza emozione e bacia per l'ultima volta suo figlio.

Per tutti loro quello sarà l'addio definitivo, non si vedranno mai più...

Ma come la storia ci insegna, per Bonaparte arrivano i cento giorni, la disfatta di Waterloo e la prigionia a Sant'Elena. Maria in quel periodo, rimasta vedova del vecchio marito, cerca di rifarsi una vita e, sempre nel rimpianto del suo impossibile amore, si risposa con un cugino di Napoleone.

Quel matrimonio però sarà la sua sfortuna perché, nel 1817, a soli 31 anni, muore di parto.

La notizia della sua morte impiega quattro anni per giungere a Sant'Elena e vi arriva il 7 maggio 1821, due giorni dopo il fatale 5 maggio, quando Napoleone ha , ormai, definitivamente esalato "il suo mortal sospiro"...


* * * * *



martedì 16 agosto 2022

Quando George Washington si preparò ad attaccare le truppe britanniche a Trenton il giorno di Natale, l'attacco sarebbe stato in violazione di una tregua concordata tra le parti in guerra

Non c'è stata alcuna "tregua concordata" nel 1776 perché gli americani erano affamati e sconfitti e gli ufficiali britannico-assiani li avrebbero disprezzati troppo per prendere in considerazione una cosa del genere. È possibile che i soldati professionisti in Europa abbiano avuto un'intesa di questo tipo, se entrambe le parti erano protestanti o cattoliche. Il colonnello Rall aveva piazzato dei picchetti, ma non abbastanza. Credo che siano stati eliminati con spade e baionette.

Nonostante i problemi che gli uomini di Washington ebbero con i dettagli, dal punto di vista operativo fu un attacco a sorpresa perfettamente eseguito. Se Rall fosse sopravvissuto, avrebbe potuto essere rimproverato e basta.


Come la Russia schiacciò Napoleone nel 1812


Il maresciallo Ney a sostegno della retroguardia durante la ritirata da Mosca.

I francesi credevano che la conquista di Mosca avrebbe segnato la vittoria nella guerra. Ma la capitale si rivelò la tomba della Grande Armata…

Nella notte tra il 23 e il 24 giugno 1812, mentre pattugliava il confine dell'Impero Russo sul fiume Neman, vicino a Kovno (l'attuale Kaunas), una pattuglia del Reggimento Cosacco scoprì una compagnia di genieri francesi che sbarcavano sulla riva. “Chi va là?”, gridò loro in francese un ufficiale russo. “Francia”, risposero i soldati in un sussurro. “Cosa avete intenzione di fare qui?”, proseguì il russo. “Ve lo faremo vedere, dannazione!”. Davanti a questa risposta minacciosa, i cosacchi spararono una raffica contro i genieri e si ritirarono. Si concluse così la prima schermaglia della Guerra del 1812, un conflitto che avrebbe portato a un completo riassetto della mappa politica dell’Europa.


Napoleone Bonaparte sperava che la campagna militare in Russia sarebbe stata rapida e vittoriosa, e che alla fine, dopo il trionfo, sarebbe stato possibile imporre la propria volontà allo zar Alessandro I. L’imperatore cercò soprattutto di riportare la Russia al sistema di blocco continentale con cui la Francia cercava di strangolare economicamente l'Inghilterra.

Formalmente lo zar era stato costretto ad aderirvi già nel 1807 dopo la sconfitta dei francesi nella battaglia di Friedland. Tuttavia, per la Russia era estremamente poco redditizio interrompere i legami economici con la “nebbiosa Albione” (Albione è l’antico nome della Gran Bretagna, ndr), e continuava a commerciare segretamente. Questo stato di cose rendeva insensata l'idea stessa del blocco.


La Grande Armata invase l'Impero russo con oltre 400mila uomini, ai quali se ne aggiunsero altri 200mila nei mesi successivi. L'esercito comprendeva svizzeri, polacchi, tedeschi, spagnoli, portoghesi, olandesi e soldati di altre nazionalità. Molti di loro avrebbero preferito combattere contro Napoleone piuttosto che al suo fianco, ma con il dominio totale della Francia in Europa, non avevano altra scelta. I francesi stessi rappresentavano poco più della metà delle truppe.

L'aggressore si trovò di fronte tre eserciti russi eterogenei con una forza totale di 230.000 uomini. Per evitare la battaglia generale voluta da Bonaparte, gli schieramenti si ritirarono verso est, all’interno del Paese. Il 15 agosto, la 1° e la 2° armata occidentale si collegarono a Smolensk. Il principe Barclay de Tolly, feldmaresciallo russo e ministro della guerra durante la campagna di Russia del 1812, aveva intenzione di continuare la ritirata, ma sotto la pressione dell'opinione pubblica fu costretto a dare battaglia ai francesi. Dopo due giorni di scontri accaniti, la città di Smolensk, inghiottita dagli incendi, fu abbandonata.


La battaglia di Smolensk

Il quartier generale francese prima della battaglia


A questo punto la campagna di Russia per la Grande Armata non sembrava più una passeggiata. Nel tentativo di avanzare insieme a Napoleone verso il “cuore della Russia”, ovvero Mosca, le forze principali iniziarono a subire pesanti perdite negli scontri con le truppe russe.

“Il pane è finito, non c'è una goccia di vino né di vodka, la gente si nutre di sola carne bovina, proveniente dal bestiame sottratto agli abitanti e ai villaggi circostanti”, scriveva un ufficiale della guarnigione francese, di ritorno da Smolensk, il 27 agosto: “Ma anche la carne non basta, perché quando ci avviciniamo si disperdono e portano via con sé tutto ciò che possono prendere e si nascondono nelle fitte foreste, quasi inespugnabili. I nostri soldati abbandonano i loro stendardi e si disperdono in cerca di cibo; i contadini russi, quando li vedono, li uccidono con le loro mazze, le lance e i fucili”.



Le squadre di autodifesa nate spontaneamente nei villaggi affrontarono senza pietà gli invasori, mentre alcuni distaccamenti partigiani di ussari e cosacchi operavano nelle retrovie dell'esercito nemico. “Il pensiero dominante dei partigiani dell'epoca doveva essere quello di schiacciare, disturbare, molestare, fare a pezzi, e, per così dire, bruciare il nemico senza intoppi e senza sosta”, scrisse Denis Davydov, comandante di uno di questi distaccamenti, nel suo “Diario delle azioni partigiane”.



Il generale Mikhail kutuzov, che subentrò a Barclay de Tolly nella carica di comandante in capo dell'esercito russo, condivise la strategia del suo predecessore: schiacciare il nemico attraverso una massiccia ritirata nelle profondità nel Paese. Ma c’era chi chiedeva una grande battaglia e il 7 settembre, presso il villaggio di Borodino, a 125 chilometri da Mosca, i russi e i francesi si scontrarono in un ferocissimo combattimento.

Al termine di quella che fu una delle battaglie più sanguinose della storia del XIX secolo, sul campo rimasero i corpi inermi di 80mila persone. Nessuna delle due parti fu in grado di ottenere una vittoria decisiva. Napoleone in seguito avrebbe detto: “La battaglia di Borodino è stata la più bella e la più temibile, i francesi si sono dimostrati degni della vittoria e i russi hanno meritato di essere invincibili”.




La battaglia di Borodino


Kutuzov si rese conto che l'esercito russo, ormai dissanguato, non avrebbe retto a un nuovo scontro. Il 13 settembre, in un consiglio di guerra organizzato nel villaggio di Fili, fu presa una decisione difficile: ritirarsi, lasciando la capitale in mano al nemico. “Con la perdita di Mosca non si perde la Russia. Il primo compito, credo, è quello di preservare l'esercito”, disse il comandante in capo.


Dopo aver occupato Mosca, l'imperatore francese pensò di aver finalmente ottenuto la vittoria e attese gli ambasciatori dello zar Alessandro I con delle proposte di pace. Ma, al contrario, fu “accolto” da un terribile incendio che distrusse tre quarti degli edifici in legno della città. “Che spettacolo terribile! Sono loro che hanno dato fuoco a se stessi... Che determinazione! Che uomini!”, disse l'Imperatore guardando l'oceano di fuoco che imperversava dal Cremlino.

Davanti a quella città distrutta, l’esercito francese, un tempo “grande”, iniziò pian piano a perdere pezzi, con i soldati che si davano all’alcol e ai saccheggi. Non riuscendo a scendere a patti con i russi e dopo aver rifiutato la proposta dei suoi comandanti di passare l’inverno in città, Napoleone e le sue truppe lasciarono Mosca il 19 ottobre.


I francesi intendevano sfondare a sud-ovest, verso Kaluga, dove si trovavano i depositi di cibo dell'esercito russo. Ma il 24 ottobre, nella cittadina di Malojaroslavets, incontrarono le truppe inviate da Kutuzov per tagliargli la strada.

“A ogni passo si vedevano braccia e gambe strappate, teste schiacciate dall'artiglieria di passaggio - disse un testimone oculare della battaglia, Eugène Labome -. Delle case rimanevano solo rovine fumanti, con scheletri semidistrutti visibili sotto la cenere ardente".

Sebbene la città fosse ormai in mano ai francesi, essi non riuscirono ad avanzare a causa delle pesanti perdite subite. Napoleone tornò indietro verso la strada di Smolensk, che era già stata devastata dalle sue truppe.



11 Diverse armate russe si lanciarono dietro al nemico in ritirata, cercando un momento opportuno per attaccare. I distaccamenti partigiani “volanti” non lasciarono un attimo di tregua ai francesi.

A metà novembre, nei pressi della città di Krasny, le truppe russe riuscirono a tagliare la strada e a sconfiggere il corpo d'armata del principe Eugenio di Beauharnais, dei marescialli Louis-Nicolas Davout e Michel Ney. I francesi persero moltissimi uomini: 10.000 morti e altri 26.000 feriti. “Intere folle di francesi, alla sola vista dei nostri piccoli distaccamenti, si affrettavano a gettare le armi”, raccontò Davydov.


Il 24 novembre l'esercito francese di 80.000 uomini (di cui solo la metà in grado di combattere) si avvicinò al fiume Berezina. Al di là del fiume si trovava l’accesso diretto alla frontiera tra l'Impero Russo e il Ducato di Varsavia, alleato di Napoleone.

“Tutti si preoccupavano solo dell'autoconservazione personale - disse l'ufficiale Vionnet de Marengonet -, i vincoli della disciplina erano venuti meno; l'ordine non esisteva più: per raggiungere il ponte, il più forte rovesciava il debole e ne calpestava il cadavere”.


I russi cercarono di tendere una trappola ai francesi, ma l'Imperatore, il suo stato maggiore, le Guardie e parte delle truppe riuscirono comunque a sfondare verso ovest. Gli altri furono meno fortunati: circa 50.000 persone furono uccise nelle battaglie, catturate o annegate nelle fredde acque della Berezina.



La Grande Armata cessò di esistere, ma Napoleone, che aveva ricevuto un colpo terribile, non era ancora stato completamente piegato. Le truppe russe dovettero marciare attraverso l'Europa, versare molto sangue ed entrare a Parigi prima che l'imperatore francese abdicasse al trono.


lunedì 15 agosto 2022

Quale dipinto raffigura un periodo buio in cui l'umanità ha quasi perso l'amore?

"Il mercato degli schiavi" è un dipinto del 1882 dell'artista Gustave Boulanger. Descrive un'asta di schiavi nell'Antica Roma. Mostra la vendita di sette giovani schiavi, da bambini ad adulti.



Sia gli uomini che le tre donne hanno un aspetto simile, il che potrebbe far pensare che fossero membri della stessa famiglia costretti alla schiavitù a causa delle condizioni economiche.

Tutti indossano cartellini che indicano che sono in vendita. La donna più alta sullo sfondo indossa un abito traslucido che mostra chiaramente il seno e i peli pubici.

Cerca di coprirsi gli occhi perché, forse, tra i potenziali acquirenti ci sono amici o vicini che la vedono nuda per la prima volta. Il banditore pranza con un atteggiamento piuttosto disinvolto.

Dal punto di vista dell'arte d'epoca, il dipinto raffigura una scena erotizzata travestita da quadro storico, come si usava a Parigi all'epoca.

Boulanger ha visitato l'Italia, la Grecia e il Nord Africa e questa tela riflette la sua attenzione nel rappresentare accuratamente i dettagli culturali e la sua abilità nel dipingere le forme femminili.


domenica 14 agosto 2022

L'amore e l'igiene nel 1600-17000

Visitando il Palazzo di Versailles a Parigi, si osserva che il sontuoso palazzo non ha bagni.

Nel Medioevo non c'erano spazzolini da denti, profumi, deodoranti e tanto meno carta igienica. Gli escrementi umani venivano gettati dalle finestre del palazzo.

In una festa, la cucina del palazzo ha potuto preparare un banchetto per 1500 persone, senza la minima igiene.

Nei film attuali vediamo le persone di quel periodo scuotersi o sventagliarsi.

La spiegazione non è nel calore, ma nel cattivo odore che emettevano sotto le gonne (fatte apposta per contenere l'odore delle parti intime, poiché non c'era igiene). Non era nemmeno abitudine fare la doccia a causa del freddo e della quasi assenza di acqua corrente.

Solo i nobili avevano i lacchè per sventagliarli, per dissipare il cattivo odore che espiravano il corpo e la bocca, oltre ad allontanare gli insetti.

Coloro che sono stati a Versailles hanno ammirato gli enormi e bellissimi giardini che, in quel momento, non solo erano contemplati, ma che venivano usati come water nelle famose ballate promosse dalla monarchia, perché non c'erano bagni.

Nel Medioevo, la maggior parte dei matrimoni si svolgevano a giugno (per loro l'inizio dell'estate). La ragione è semplice: il primo bagno dell'anno era fatto a maggio; quindi a giugno l'odore della gente era ancora tollerabile. Tuttavia, poiché alcuni odori iniziavano a disturbare, le spose portavano mazzi di fiori vicino ai loro corpi per coprire la puzza. Da qui la spiegazione dell'origine del bouquet da sposa.

I bagni si facevano in una sola vasca enorme piena di acqua calda. Il capofamiglia aveva il privilegio del primo bagno in acqua pulita. Poi, senza cambiare l'acqua, arrivavano gli altri in casa, in ordine di età, donne, anche per età e, infine, bambini. I bambini erano gli ultimi a fare il bagno. Quando arrivava il suo turno, l'acqua nella vasca era così sporca che era possibile uccidere un bambino dentro.

I tetti delle case non avevano cielo e le travi di legno che li tenevano erano il posto migliore per far sì che gli animali: cani, gatti, ratti e scarafaggi rimanessero al caldo. Quando pioveva, le fughe costringevano gli animali a saltare a terra.

Quelli che avevano denaro avevano piatti di latta. Alcuni tipi di alimenti ossidavano il materiale, causando molte persone a morire per avvelenamento.

Ricordiamoci che le abitudini igieniche dell'epoca erano terribili. I pomodori, essendo acidi, sono stati considerati velenosi per molto tempo, le tazze di latta erano usate per bere birra o whisky; questa combinazione talvolta lasciava l'individuo ′′ sul pavimento ′′ (in una specie di narcolessia indotta dalla miscela di bevanda alcolica con ossido di stagno) Qualcuno che passasse per strada penserebbe che fosse morto, quindi raccoglievano il corpo e si preparava per il funerale. Poi si metteva il corpo sul tavolo della cucina per alcuni giorni e la famiglia stava a guardare, mangiare, bere e aspettare di vedere se il morto si svegliava o no. Da qui quella che ai morti si veglia (veglia o veglia), che è la veglia accanto alla bara.

L'Inghilterra è un paese piccolo, dove non c'era sempre posto per seppellire tutti i morti. Poi si aprivano le bare, si estraevano le ossa, si mettevano in osari e la tomba veniva usata per un altro corpo. A volte, aprendo le bare, si notava che c'erano graffi sulle tapas all'interno, il che indicava che l'uomo morto, in realtà, era stato sepolto vivo.

Così, chiudendo la bara, è emersa l'idea di legare una striscia del polso del defunto, attraversarla attraverso un buco fatto nella bara e legarla ad una campana. Dopo la sepoltura, qualcuno rimaneva in servizio vicino alla tomba per alcuni giorni. Se l'individuo si svegliasse, il movimento del braccio suonerebbe la campana. E sarebbe ′′salvato" dalla campana che è popolare espressione utilizzata da noi fino ad oggi.




sabato 13 agosto 2022

Quale fu la battaglia più breve della storia?


Il conflitto più breve in assoluto durò meno di 40 minuti (38 per la precisione) e fu combattuto nel 1896 nell'Oceano Indiano, nelle acque dell'isola di Zanzibar, tra l'Impero britannico e un sultano locale. Lo scontro si inseriva nel contesto della rivalità tra due imperi coloniali, quello britannico e quello tedesco, per il controllo dell'Africa Orientale. E fu acuito dall'opposizione della nobiltà di Zanzibar all'abolizione della tratta degli schiavi, sostenuta dagli inglesi.

La scintilla scoppiò quando, alla morte del sultano filo-britannico Ḥamad bin Thuwayni il 25 agosto 1896, divenne sultano di Zanzibar (protettorato inglese dal 1890) il filo- tedesco

Dopo una serie di ultimatum, il 27 agosto la Royal Navy schierò 5 navi e iniziò a bombardare l'isola, affondando l'unica nave del sultano. Poi i Royal Marines conquistarono il Palazzo Reale e il sultano si arrese rifugiandosi nell'attuale Tanzania, allora colonia tedesca.


venerdì 12 agosto 2022

Perché Luigi XIV volle trasferire la corte a Versailles?

In parte lo fece per protezione. Luigi XIV aveva ben presente gli avvenimenti della Fronda, dove i nobili si erano coalizzati contro il re.

Pertanto da adulto volle praticare il "divide et impera" costringendo i nobili ad allontanarsi da Parigi, separandoli quindi dalle loro proprietà e centri di potere per legarli ancora di più a sé.

In secondo luogo i dintorni di Parigi offrivano decisamente più spazio per edificare una nuova reggia che rappresentasse al meglio il potere del sovrano.



Visto ciò che avvenne in seguito, Luigi XIV centrò entrambi gli obiettivi.

In effetti non ci furono più manifestazioni di aperta ostilità da parte dei nobili che, anzi, facevano a gara per omaggiare il sovrano.
In secondo luogo lo sfarzo e l'opulenza di Versailles vennero presi a esempio dai sovrani di tutta Europa: da Napoli all'Austria, dalla Svezia alla Russia vi fu tutto un proliferare di regge monumentali che diventarono, per certi versi, vere e proprie capitali in luogo di quella effettiva.

Qua sotto due tra gli esempi più famosi, Schönbrunn (nei dintorni di Vienna) e Caserta


giovedì 11 agosto 2022

Un automa che riproponeva fedelmente un animale

Senza dubbio l’Anatra digeritrice.



Creata nel 1739 da Jacques de Vaucasons, sbatteva le ali, muoveva la testa, mangiava chicchi e poi defecava.

Com’era possibile? Ovviamente il processo digestivo non era reale.

Il posteriore dell’anatra ospitava una scorta di feci che cadevano in rapporto alla quantità di chicchi mangiati.


mercoledì 10 agosto 2022

Perché il re di Francia Luigi XIV aveva così tanti amanti?

Non fu l'unico. Quasi tutti i re francesi erano stati famosi per le loro numerose amanti.



Basti pensare, tra i tanti, il suo pronipote e successore Luigi XV.

Era del resto una cosa, anche se formalmente deprecata dalla Chiesa, ampliamente diffusa e tollerata che i re di Francia avessero molte amanti, quasi come satrapi orientali.

Un re nell'Ancién Regime non rappresentava la Nazione soltanto (come accade oggi nelle monarchie costituzionali), ma la incarnava. Avere tante amanti, molte delle quali mostrate pubblicamente, era un segno come un altro di enorme vigore fisico e vitalità.

Anche l'attributo, oggi ritenuto offensivo, di "bastardo" un tempo era considerato un complimento se riferito a un nobile.
Ad esempio Renato di Savoia Tenda era appellato come il Gran Bastardo, ma di esempi ce ne sono a bizzeffe.

Difatti per un figlio nato da una relazione adulterina tra il sovrano e una donna che non era la moglie, essere considerato un "bastardo" era solo l'identificazione di una condizione, cioè non essere un erede legittimo, ma non inficiava minimamente sulla sua considerazione o rango.


martedì 9 agosto 2022

Perché Napoleone non ha mai avuto un discepolo/studente?

 


Era un narcisista e voleva controllare tutto (e aveva la capacità di quasi riuscire). Inoltre, era un prodotto della Rivoluzione francese ed era sospettoso di chiunque potesse diventare abbastanza potente da rovesciarlo.

Suo figlio, Napoléon François Joseph Charles Bonaparte, sarebbe stato suo discepolo (cioè istruito dal padre nel modo “giusto” di governare), ma aveva solo 3 anni quando Napoleone abdicò nel 1814 e fu trasferito in Austria con la madre, la figlia del Kaiser Franz d'Austria. Il giovane Napoleone morì nel 1832, all'età di 21 anni, di tubercolosi.


lunedì 8 agosto 2022

Chi, escluso Napoleone, fu il più grande generale dell'Ottocento?



Naturalmente, Alexander Suvorov, l'imbattuto Generalissimo russo.

Suvorov ha dato più di 20 grandi battaglie (e in totale più di 60) e non ne ha mai perse una sola. Inoltre, tutte le sue vittorie, di regola, erano decisive, comprese le battaglie con i francesi, e di solito (se non sempre) era in inferiorità numerica, a volte 1:4.

Nella battaglia di Rymnik, Suvorov, con solo 25.000 soldati (di cui solo 7.000 russi, la sua forza principale), attaccò l'esercito turco composto da un massimo di 100.000 persone, che si trovavano in posizioni fortificate, coperte dal fiume e nelle condizioni più favorevoli per le azioni della cavalleria turca. L'esercito turco è stato completamente sconfitto.

Rispetto alle conquiste di Napoleone, nella battaglia delle piramidi, 20.000 francesi si opposero a un esercito di 21.000 mamelucchi (sebbene gli autori moderni credano che questa cifra sia sopravvalutata e che i francesi avessero una significativa superiorità numerica).

Suvorov prese d'assalto la fortezza di Izmail, considerata inespugnabile, con 35.000 difensori (di cui 15.000 regolari guarnigioni turche) e 260 cannoni. Suvorov aveva 31.000 soldati. I preparativi per l'assalto richiesero solo 6 giorni, dopodiché la fortezza fu catturata entro un giorno. La ferocia dell'assalto è testimoniata dal fatto che 26.000 difensori della fortezza furono uccisi e solo 9.000 furono fatti prigionieri. Le perdite russe ammontarono a 4.500 uomini, di cui 1.900 uccisi.

In confronto, Napoleone, con 9.000-10.000 soldati, assediò per due mesi la molto meno fortificata Accra con solo 5.000 della guarnigione regolare, perse 4.500 francesi (di cui 2.300 uccisi) e fu costretto a ritirarsi in Egitto.

Nella battaglia di Cassano, Suvorov, con solo 25.000 soldati, attaccò i 28.000 francesi, in piedi in posizioni fortificate, coperte dal fiume Adda. I francesi furono sconfitti e persero 7.500 morti e feriti. Le perdite di Suvorov ammontarono a 2.000 morti e feriti.

Un tentativo simile di Napoleone di attaccare gli austriaci ad Aspern-Essling con una forza minore (80.000 contro 98.000) attraverso il Danubio si concluse con una sconfitta: i francesi subirono perdite pari agli austriaci (23.000 uomini per parte) e furono costretti a ritirarsi. Napoleone fu salvato da una completa catastrofe solo dal brillante comando di Massena.

Nella campagna svizzera, l'esercito di Suvorov di 27.000 persone ha combattuto sulle Alpi, abbattendo 9.000 barriere francesi che difendevano il passo del San Gottardo con l'invalicabile Ponte del Diavolo. Trovando contro di lui l'esercito di 77.000 di Massena, Suvorov eseguì una manovra per ritirarsi e nella battaglia nella valle del Muttenthal, la sua retroguardia di 14.000 sconfisse le 24.000 avanguardie di Massena, perdendo 700 persone contro 6.000 francesi uccisi e feriti, dopodiché Suvorov attraversò nuovamente le Alpi e se ne andò l'accerchiamento, salvando l'intero esercito. La cosa più incredibile è che nella battaglia nella valle di Mutenskaya i russi catturarono 1,2 mila francesi, che guidarono con loro attraverso le Alpi quasi senza perdite, e poi rilasciarono. Massena ha detto che avrebbe dato tutte le sue 45 vittorie per una campagna svizzera di Suvorov.

Napoleone entrò in Russia con un esercito di 450.000 contro 200.000 russi, perse il suo intero esercito e riuscì a sfuggire alla cattura.

Suvorov si ritirò con il grado di Generalissimo, rimanendo imbattuto. Napoleone perse tutte le sue battaglie decisive, a Lipsia e Vatarloo, e finì la sua vita in prigione.

Suvorov molto apprezzato Bonaparte. «Oh, come marcia questo giovane Bonaparte! È un eroe, è un eroe miracoloso, è uno stregone! Conquista sia la natura che le persone; ha scavalcato le Alpi come se non esistessero affatto; nascose in tasca le loro formidabili vette e nascose il suo esercito nella manica destra dell'uniforme. Sembrava che il nemico si accorgesse dei suoi soldati solo quando li dirigeva, come Giove il suo fulmine, seminando paura dappertutto e colpendo le folle sparse di austriaci e piemontesi. Oh, come marcia! Non appena ha intrapreso la strada della leadership militare, ha tagliato il nodo gordiano della tattica. Incurante del numero, attacca il nemico ovunque e lo distrugge completamente. Conosce la forza irresistibile dell'assalto - non c'è più bisogno. I suoi avversari persisteranno nelle loro tattiche lente, soggetti agli impiegati del personale; e il suo stato maggiore è nella sua testa. In azione è libero come l'aria che respira; muove i suoi reggimenti, combatte e vince secondo la sua volontà! Ecco la mia conclusione: finché il generale Bonaparte manterrà la sua presenza di spirito, sarà vittorioso; grandi talenti militari furono la sua eredità. Ma se, con sua disgrazia, si getta in un turbine politico, se tradisce l'unità di pensiero, perirà».

Allo stesso tempo, Suvorov non dubitò per un secondo della sua vittoria su Bonaparte. "Questo giovane Bonaparte cammina largo. È ora di calmarlo."

Napoleone, invece, parlava di Suvorov come di un generale di grande volontà, ma di intelligenza insufficiente, il che dimostra solo l'enorme presunzione di Bonaparte. Almeno il confronto del merito militare non è favorevole a Napoleone.

Quindi, permettetemi di ricapitolare i miei confronti:

  • Napoleone sconfisse i mamelucchi sul campo, avendo un rapporto di forze di 1:1 o con una superiorità numerica dei francesi - Suvorov sconfisse i turchi con un rapporto di forze di 1:4 a favore dei turchi, quando i turchi occuparono fortificati posizioni.

  • Napoleone non poté prendere Accra con una guarnigione di 5.000 persone, avendo 10.000 soldati, per due mesi perse metà dell'esercito e si ritirò - Suvorov catturò l'inavvicinabile Izmail con una guarnigione regolare di 15.000 persone e un totale di 35.000 difendendo, in un giorno, avendo solo 31.000 soldati.

  • Napoleone fu sconfitto quando tentò di attraversare il Danubio e attaccare gli austriaci numericamente superiori ad Aspern - Suvorov riuscì ad attraversare l'Adda e sconfiggere completamente i francesi numericamente superiori.

  • Una volta in una situazione disperata in Russia e in Egitto a causa dei suoi stessi errori, Napoleone perse il suo intero esercito e fuggì - Suvorov, caduto in una situazione disperata in Svizzera a causa del tradimento degli alleati, trovò una via d'uscita e salvò l'intero esercito, non lo fece perdere un solo stendardo, ma alla fine catturò uno stendardo francese.

Alla fine, Napoleone perse molte battaglie