lunedì 23 settembre 2024

Parigi in Fiamme: Cronache di un Cittadino (1789-1794)


Luglio 1789: L'aria è densa di voci, un mormorio che si fa ruggito. Per anni abbiamo sopportato le tasse ingiuste, la fame che stringe lo stomaco, il lusso sfacciato di Versailles che ci deride. Ma ora... ora sento che qualcosa sta per spezzarsi. Gli Stati Generali si sono riuniti, promesse di cambiamento sussurrate nei caffè fumosi. Poi, il licenziamento di Necker, l'uomo che sembrava ascoltare le nostre preghiere. È la scintilla!

Oggi, il 14 luglio, il sole picchiava come un martello. La folla si è riversata nelle strade, un fiume di facce cupe e occhi infiammati. Si parlava di armi, di polvere. La Bastiglia! Quella vecchia fortezza, simbolo dell'arbitrio del Re, è diventata il nostro obiettivo. Ho visto uomini e donne, fornai e mercanti, studenti e artigiani, tutti uniti da una rabbia sorda. Ci siamo lanciati contro le sue mura, armati di picche, bastoni, qualche vecchio moschetto arrugginito. Il rumore degli spari, le grida... il sangue che macchiava la polvere. Ma alla fine, le porte hanno ceduto. Abbiamo visto i prigionieri liberati, pochi in verità, ma il significato era immenso. La tirannia, per la prima volta, aveva vacillato sotto i nostri colpi.

Agosto 1789: L'eco della Bastiglia non si è spenta. La "Grande Paura" si è diffusa nelle campagne, voci di briganti e nobili vendicativi hanno scosso i villaggi. Ma da questa paura è nata qualcosa di potente. Nella notte del 4 agosto, ho sentito raccontare di nobili che rinunciavano ai loro privilegi, ai loro diritti feudali. Un'ondata di fratellanza, o forse di terrore, li ha spinti a questo gesto. Poi, la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino! Parole che non avrei mai pensato di udire: libertà, uguaglianza, fraternità. Sembrava un sogno, un mondo nuovo che si apriva davanti a noi.

Ottobre 1789: La fame non è diminuita, anzi, sembra farsi più pungente. Ho visto le donne del mercato, le madri con i loro bambini affamati, marciare su Versailles. Un'onda di disperazione che si è infranta contro i cancelli dorati. E poi... il Re! Portato a Parigi, prigioniero nel suo stesso palazzo delle Tuileries. La sua aura divina si è incrinata, la sua autorità sminuita.

1790-1791: Anni di speranza e di crescente divisione. La Costituzione civile del clero ha spaccato la nazione, buoni cattolici contro coloro che giuravano fedeltà alla Rivoluzione. Ho visto preti rifiutarsi, la fede dei nostri padri messa in discussione. Poi, la fuga del Re! Quel tentativo patetico di sottrarsi al suo destino. Catturato a Varennes, riportato a Parigi sotto scorta. La fiducia in lui è morta. La Repubblica... la parola cominciava a serpeggiare tra la folla.

1792: La guerra! L'Austria e la Prussia minacciano la nostra fragile libertà. L'entusiasmo iniziale si è trasformato in paura. Le Tuileries assaltate di nuovo, il Re sospeso, imprigionato al Tempio. Settembre! Un orrore che non potrò mai dimenticare. Voci di traditori nelle prigioni, la paura dell'invasione... e poi la violenza cieca. Ho sentito le urla, ho visto le carrette cariche di corpi. La giustizia popolare, dicevano. Ma era solo sangue e follia.

La Repubblica è stata proclamata. Un nuovo calendario, nuovi nomi per i mesi, come se potessimo cancellare il passato con un tratto di penna. Ma la ghigliottina... quella macchina infernale è diventata la protagonista silenziosa della nostra rivoluzione.

1793: Il Re! Processato come un criminale comune. Ho visto la folla silenziosa mentre saliva al patibolo. "Figlio di San Luigi, sali al cielo!" ha gridato qualcuno. Poi, il tonfo sordo della lama. Un'era era finita, ma cosa sarebbe nata dalle sue ceneri?

La guerra infuriava, la Vandea si ribellava. La Convenzione, divisa dalle lotte tra Girondini e Montagnardi. Ho visto i deputati contendersi con ferocia, le accuse volavano come pietre. Poi, l'epurazione, i Girondini arrestati. Il potere nelle mani di Robespierre e dei suoi.

Il Terrore! La legge dei sospetti, le prigioni piene, le esecuzioni quotidiane. Chiunque fosse anche solo sospettato di non essere un vero rivoluzionario finiva sotto la lama. Ho visto amici, vicini, gente comune, trascinati via. La paura era un mantello pesante che avvolgeva Parigi. La libertà che sognavamo si era trasformata in un incubo di sospetti e morte.

1794: La spirale di violenza sembrava inarrestabile. Nemici ovunque, dentro e fuori la Repubblica. La "Virtù" imposta con la ghigliottina. Ma la paura alla fine si è rivoltata contro i suoi stessi artefici. Ho sentito sussurri, congiure. E poi, il 9 Termidoro. Il grido "Abbasso il tiranno!" ha squarciato l'aria della Convenzione. Robespierre, Saint-Just, Couthon... arrestati, processati, ghigliottinati. La folla esultava, un misto di sollievo e terrore ancora negli occhi.

Cosa ci riserva il futuro? Non lo so. Abbiamo attraversato un mare di sangue e di passione. Abbiamo rovesciato un re, sognato la libertà, e ci siamo ritrovati intrappolati in un regno di terrore. Forse, con la caduta di Robespierre, la furia si placherà. Ma le cicatrici di questi anni rimarranno incise nella nostra memoria per sempre. Ho visto la Rivoluzione nascere con la speranza e degenerare nella violenza. Sono un testimone. E non dimenticherò mai.


Nessun commento:

Posta un commento